No, non ho visto neanche una stella cadente.
Troppa Luna.
Troppi lampioni, troppa la luminosità afosa della città laggiù
in fondo.
E poi non mi ero preparata nessun desiderio da esprimere, o non avevo le parole
giuste per esprimerlo.
O magari non mi fidavo che si sarebbe avverato, e che in quel caso non sarebbe
stato un altro di quei desideri sbagliati che ho già sprecato, anno per
anno.
Nessuna stella cadente, da queste parti.
Troppi lampioni, e troppa Luna.
C'erano falene, pipistrelli e la civetta del fienile.
Un aereo. Quello l'ho visto.
Un lampeggio matematico che andava via pigro per una rotta sghemba. Ci ha messo
un sacco di tempo a tramontare.
E mentre scivolava verso sud contro la gran curva del cielo, a ovest il Carro
ruotava sontuoso in cima agli alberi bui.
Naviga, il Carro. E' una grande nave silenziosa nella notte.
Ma stelle cadenti no, neanche una.
Saranno andate a cadere più in là, oppure saranno già cadute
tutte.
Prima di chiudere, ho fatto volare un mozzicone, una scintilla rossa che ha
tagliato il buio ad arco per un attimo, poi si è spenta in silenzio centrando,
con perfetta precisione, la grata di un tombino.
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Ragnatele
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