torna a Ragnatele |
|
L'onda lunga |
|
Grigia come caligine, o fosca come un'eclissi. Non l'ho vista, è
da dietro che è andata montando, da lontano e in un ronzio di vuoto, da
dentro un vulcano sommerso. Poi il sibilo nato dal nulla, in crescendo e rafforzando da un mondo fuori, amplificato passo su passo dal tam-tam del cuore in allerta, e si trasforma in rombo e dal bisbiglio sale al tuono e ovunque, emerge all'orizzonte in striscia torbida, circonda prendendo animo dal sottosuolo, avanza come un manto che mi insegue la nuca e mi avvolge a spirale, e mi ingabbia la forza, mi fa piombo nelle braccia, schiaccia dietro gli occhi e i veli del cervello, entra e si spande come solo l'acqua e senza limiti, invade ogni intercapedine e le trincee i bastioni i ponti levatoi, inghiotte con ira silenziosa il tutto che avevo salvato, mi sprofonda in sé, si richiude sopra e intorno in trionfo e non lascia che il mio muto stupore sconfitto. L'onda lunga. torna a Ragnatele |