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Giri viziosi |
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Che poi a ben guardare non avresti potuto fare molto diversamente, anche se ci
avessi riflettuto di più di quella frazione di istante che ti ci è
voluta, perché altrimenti le cose sarebbero cambiate sì ma chissà
in quale direzione, se basta una virgola messa o non messa per sviare tutto il
senso di una frase figurarsi quanto poco ci vuole. E anche se te lo dicono cosa
vuol dire, quando ci sei ci sei e basta, sta a te, o guardi e per farlo devi girare
la testa da qualche parte e sperare che sia la parte giusta, o non vuoi proprio
vedere e allora fai come i ciechi che però chissà come vorrebbero
vederci, loro. Poi quando è fatta è fatta, ed è tutta roba
tua, te la coccoli, oppure la odi, spesso anzi finisci per odiarla, o almeno ti
va a noia, quante volte succede che ti vada a noia proprio quella cosa lì
che la volevi tanto e ti sei venduto l'anima tanto cos'è l'anima -
la tua perlomeno - e invece niente, era niente, com'è ovvio aspettarsi
quando paghi con niente. Così resta tutto fermo anche se tu hai l'impressione
che si muova in fretta e che ti scappi via, perché le tue mani cazzo no
che non sanno trattenerle le cose, e si perdono anche quelle che magari ti andavano
giuste, per fortuna si perdono pure le altre, anche quelle che ti eri appiccicato
addosso per distrazione, e quelle che ti sei lasciato affibbiare come i volantini
della pubblicità, infatti dalle mani cade sempre qualcosa ma se cerchi
di raccoglierlo qualcuno ti spinge che non puoi fermare tutto il traffico di gente
che rincorre le cose da prendere, le raccoglie da terra dove altri le hanno lasciate,
e anche le tue chissà in che tasche finiranno e che nuova storia avranno,
un'altra volta. L'anno prossimo. Tutt'al più quello dopo. Prima o poi ritornano. torna a Ragnatele |