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C'era quella cosa importante da fare.
Cominciò a rigirarsela nella testa ancora sotto il buio del cuscino, poi
ne riconobbe il sapore nel dentifricio e il bruciore negli occhi insaponati.
Gli ronzava in un orecchio come un insetto, si divincolava nel fumo del primo
caffè.
Per la strada si aggrovigliava al mazzo delle chiavi in tasca, un attimo dopo
incespicava in una cartaccia in volo radente sul marciapiedi nell'aria di
marzo.
Se la ritrovava davanti sui fogli che firmava, impigliata come uno sbavo di inchiostro
sulla punta della penna. La inseguiva negli occhi di chi gli parlava, nascosta
dietro senza farsi trovare. Gli interrompeva le parole faticose con cui rispondeva,
obbligandosi a non distrarsi.
C'era una cosa.
Alla cassa del bar tintinnava metallica con i centesimi del resto, poi si accartocciava
nello scontrino.
Per tutto il pomeriggio gli percorse vie senza uscita dentro la mente, scontrandosi
con ovvietà più sopportabili e sgusciandone via verso altri labirinti
a fondo cieco.
Appesa di storto sulle spalle del cappotto camminò con lui nelle strade
grigio-azzurre dell'imbrunire. Girava lo sguardo a spiarsela addosso riflessa
nelle vetrine, ma era solo per ritrovarsela tra i piedi quando si bloccavano nervosi
a un semaforo.
Per un attimo soltanto gli parve di leggere qualcosa, un indizio, su un muro d'angolo,
tratteggi incerti come graffiti di pietra su pietra. Ma un istante dopo era già
più buio e le luci delle auto la risucchiarono via.
Davanti ad una porta socchiusa - e dentro una scala - fu tentato di
pedinarla, ma non era certo che fosse quella che cercava. Si fermò comunque
lì davanti ancora un po' per girarsi attorno a rievocarla, scrutandosi
il fondo delle tasche e interrogando in viso i passanti di profilo.
Aspettò fuori da un ristorante, poi da un cinema, poi da un parcheggio,
poi sotto un cartello con molte direzioni, più di quelle cardinali, molte
di più.
Aspettò nel buio del cielo nero che c'è in città, perché
c'era quella cosa importante da fare, ed erano tanti anni che non riusciva
a rammentarla.
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Ragnatele
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