|
Ci sei riuscito, dai. Bravo. Ti sei promosso uomo maturo con una testa matura
sulle spalle. Adesso non dici più cazzate da ragazzo, le dici da uomo,
è tutto un altro dire. Fa tendenza. Fa posto al sole.
E' da ragazzi sentirsi diversi, da ragazzi arrabbiati che scrivono poesie
d'amore e fallimenti alle quattro di mattina con la testa che scoppia e
i crampi nei polmoni perché ce l'hanno col mondo e gli brucia. E'
da ragazzi ingenui ostinarsi a perfezionare errori sbagliando ogni volta meglio
per vedere fino a che piano di autocoscienza si può arrivare senza distruggere
parti vitali di sé. Eh no, cazzo, gli uomini non sbagliano, hanno sempre
la ragione e le maiuscole a posto, si mettono dalla parte giusta dove non piovono
pietre ma ti sparano adulazioni all'altezza dell'amor proprio, che
è il tuo demone più caro. E bravo, sì. Adesso è facile
riconoscerti, tu o un altro è uguale, sei uno uguale, neanche più
un numero o un nome per distinguerti, che la distinzione è roba per emarginati,
e il tuo delirio di persecuzione non la ammette. Non guardi la gente negli occhi,
eh? No perché magari se li scruti bene ti si coagula la segatura che hai
nel sangue, e da qualche parte ancora ti ricordi che la gente è fatta di
cloni tutti con la stessa faccia autorizzata e lo stesso umore sulle bocche incurvate
a parentesi a significare partecipazione. Ti sei messo dietro la transenna a sventolare
bandierine in sincronia, hai preso al volo il ritmo della banda, hai impostato
la voce su slogan ben intonati, bevi sano, marcia sano, credi sano. La stecca
nel coro che eri.
Firma qui, più siamo più si vince, e hai firmato un contratto per
trenta denari di gratificazioni. Guarda noi, non vorrai restare indietro, nel
fango delle notti quando piove in soffitta dalle fessure del tetto e ci hai messo
sotto tutte le bacinelle di casa per salvarti. La comodità di vivere al
riparo, che gran cosa. Un ombrello, bastava un ombrello per parare i colpi di
sole che stordiscono quella parte del cervello dove ti nascevano i sogni più
scomodi, quelli che hai crogiolato da solo in tempi non sospetti. Hai barattato
il tuo amaro profondo con un dolciastro sfacciato, una bella mano di bianco e
una cravatta omologata, che i desideri prendano paura e ti si sfaldino, che tu
sei un uomo tutto d'un pezzo e sai le cose come girano e non ti fregheranno
come fanno con quelli che hanno fame e sete e mai abbastanza da pagare.
Da qua, dalla parte mia del vetro, la parte nuda e trasparente dove non si applaude,
ti vedo fottuto.
torna a
Ragnatele
|