torna a  Scarafaggi


Scarafaggio gigante

E.Hopper - Woman in the sun

E se ti dicessi che mi hai beccata proprio nel momento sbagliato, che peggio non si poteva, cazzo, perché stavo facendo l'amore che a me piace farlo di giorno e non di notte, e verso quest'ora qua, e oggi è sabato e alla mia ora preferita guardacaso le bambine sono al catechismo e avremmo giusto un'oretta tutta nostra e ho mollato tutto, i piatti e anche la lavatrice, e mi andava proprio di farlo sul divano come se lui - mio marito, dico, mio marito, quello con cui è sacrosanto dovere farlo davanti a Dio e agli uomini - fosse un idraulico che viene la mattina, mi trova sola in casa e mi ci faccio una sveltina da casalinga insoddisfatta, e che a te invece proprio non mi andava di pensare perché ti ho già sentita tre volte da stamattina alle sette, prima per sapere come avevi dormito, poi se ti serviva la spesa che io dovevo uscire, poi ancora come ti va il magone del fine settimana che ce l'hai sempre così da rovinare quello degli altri, eppure lo stesso non ti è bastato e mi devi telefonare di nuovo, perché la gatta son due ore che non si fa vedere (ma cristo è anche primavera, starà dietro le farfalle nei campi intorno casa, starà cacciando insetti in santa pace, starà trombando con un altro gatto felice anche lui, non avrà nessuna voglia di venirti a scaldare i piedi in quella tua stanza triste con le tapparelle a metà, coi tuoi Prévert sulle coperte e i piattini di bucce di mela che molli dappertutto, è una gatta che diamine, lasciala vivere almeno lei), perché dove è finito l'ago grosso quello per i ricami a punto croce che ti è caduto sul pavimento a piastrelle maculate e non lo trovi, e anche la forbicina quella con l'impugnatura dorata che è l'unica che taglia bene il filo da ricamo e senza quella muori prima dalla noia, e quel cazzo di dentiera che anche quella la perdi sempre nel frigo e mai una volta che l'andassi a cercare là dove SAI benissimo che è, dove la metti SEMPRE, quando lo apri per tirarti fuori il latte che poi a cosa ti servono i denti per bertelo e infatti li lasci giù e chiudi lo sportello e poi li rivuoi e non ti ricordi. Dove vuoi che sia la dentiera? Nel frigo, la tieni. Una sola volta mi ricordo di averla pescata sotto il letto, ma è stato quando ti cercavo gli occhiali. Avevi invertito i posti. Tanto poi mi telefoni e le cose che perdi tu te le ritrovo sempre io, ed è giusto e doveroso, perché per mettermi al mondo hai combattuto tre giorni, io volevo nascere e tu non mi volevi mollare, e poi quell'unica volta ho vinto io, ho vinto la mia sconfitta è chiaro, e da allora me la fai pagare perché io sono tua e quando ti servo ti servo, e quando sarai grande figlia mia lo capirai cosa vuol dire, solo che sono già grande, da un sacco di anni di troppo, e ho già capito tutto da prima che fosse legittimo aspettarsi che una bambina capisse cosa vuol dire essere una MADRE e avere quei terrificanti diritti di vita e di morte, e adesso se ti dicessi altro perderei tempo perché intanto mi sono rivestita, ho respinto un orgasmo che comunque non sarebbe venuto lo stesso, ho già tirato fuori la macchina e sto correndo come una cretina a casa tua, per trovare dove hai cacciato il telecomando che tra poco comincia Sentieri, e tra un attimo infatti te lo tiro fuori dal cassetto delle posate e poi vado direttamente a riprendermi le figlie e finita lì.

Se ti dicessi.
Sì, figuriamoci.

Mi ascolteresti, per caso?


torna a  Scarafaggi