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Scarafaggi volanti |
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Il lunedì avevamo quattro ore e si andava a spasso, le femmine davanti
a ridacchiare in calore, i maschi dietro in branco ottuso a leccargli le gambe
con sguardi da bestie insulse. Si facevano le vasche in viale, si guardavano i
cartelloni dei film, non si comprava niente perché non si avevano soldi.
Io mi annoiavo un po' perché avevo uno che mi piaceva ma stava in un'altra
scuola. Mi aspettava sotto casa, e mi baciava dentro il
portone un quarto d'ora al giorno. Mi insegnava a farlo con la lingua, che neanche
mi andava tanto, ma lui era forte e mi premeva contro il muro e una volta si aprì
una porta e una signora chiese cosa ci fosse da suonare con tanta insistenza il
campanello, invece ero io che ci stavo appoggiata sopra con la schiena da dieci
minuti e eravamo pazzi tutti e due e lei scosse il capo e richiuse e sentimmo
la sua risatina sospirata allontanarsi lungo il corridoio. Lui quando si sentiva
uomo mi tradiva con quelle più grandi di me, che avevano più tette
e meno cervello, ma poi un sacco di altre volte si sentì abbastanza bambino
da chiedermi di sposarlo subito, immediatamente, e aveva diciassette anni. Il mercoledì invece era forte: c'era allenamento per noi dell'agonismo. Il campo sportivo era nostro per un'ora, la prof di ginnastica ci cronometrava e mi diceva sempre "sfondalo quel traguardo, non rallentare quando ci sei" perché quando mi ci vedevo davanti da sola e in vantaggio mollavo tutto e perdevo velocità. Allora un anno la vigilia della gara decisi di spingere fino all'ultimo centesimo di secondo, e mi ricordo a meno venti metri il rumore spappolato di spugna lacerata del mio quadricipite destro che si strappava. Tanto poi l'anno dopo quella gara la vinsi e mi beccai una medaglia che ce l'ho ancora da qualche parte.
I miei compagni di quel liceo, ognuno ha fatto qualcosa di interessante. La
mia amica del cuore ha puntato a insegnare greco e latino ma in compenso ha
adottato tre bimbe indiane con suo marito geniale musicista che io stessa le
avevo presentato a casa di uno che dopo fece carriera diplomatica e si mise
con una svedese che faceva documentari sulla fauna sottomarina. Un'altra dirige
le Poste ma forse avrebbe preferito fare la prof anche lei però è
stata la prima di noi a trovare lavoro e perché sputarci su. Un paio
sono ormai presidi, uno è commercialista e fa i soldi, ha mollato lo
sport perché ci ha rimesso la milza in un incontro di karate e peccato
perché aveva il fisico ma cervello mica tanto. Uno fa il giudice e sua
moglie la giudicessa e lui mi è capitato di vederlo perfino al telegiornale.
Ci siamo scritti qualche volta. Se mi ricordo era un bel ragazzo ma sua moglie
si lamentava perché leggeva solo roba futile. Lei, signori, era un'intellettuale
da prima fila a teatro, non si perdeva una serata e se lo tirava dietro inesorabile.
Ogni volta che c'è vento mi viene in mente qualche scarafaggio di quegli
anni. torna a Scarafaggi |