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Il palo della luce |
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Io di mestiere faccio il palo della luce. E comunque non sono meno vivo di un albero, malgrado le apparenze. Ho
la mia vita sociale, niente male, varia. Tipo gli storni che si allineano
sui fili e strepitano che vien natale, o i cani che mi pisciano sui piedi
e le lucertole che filano in alto a zigzag quando scotto d'estate.
Gli alberi fanno ombra, io faccio luce, e non mi pare tanto da meno. Luce per distinguere le lancette sull'orologio, per scegliere la chiave di un cancello; per leggere i nomi sotto i campanelli quando c'è da recapitare un pacco. O fiori, o telegrammi.
Ho il mio da fare insomma, e lo faccio senza nemmeno bisogno di spostarmi,
molto comodamente: e poi respiro l'aria dei tetti e delle terrazze,
odor di panni stesi e sughi di cucina... e vedo le donne passare da
una stanza all'altra attraverso le finestre aperte, gli innamorati
bisticciare e riabbracciarsi, le ragazzine specchiarsi in camera e ballare
da sole, tutto un mondo che mi corre intorno a girotondo, e io fermo e
stabile, piantato da anni al mio stesso posto, al posto giusto, veglio
e svetto e sto qui, e mi piace. torna a Mestieri |