23 febbraio
E' successa una cosa straordinaria, dovresti venire fin qui a vederla.
Stamattina presto, in mezzo alla piazza. Una pietra enorme, o un cristallo.
Nessuno sa di dove viene, ma è dal cielo, di sicuro. Enorme, ti
dico. L'hanno trovata lì piantata sul sagrato, dava qualche luccichio
qua e là, e ad andarci vicino forse mandava anche un ronzio musicale,
ma molto sommesso.
Tutti a girarci intorno con gli occhi increduli e golosi, perché
pareva una montagna di gelato, un ghiacciolo gigante, no, meglio: una
granita spaziale.
E i bambini han provato a leccarla, ed era dolce e asprigna, come di panna
e limone.
Il parroco stava lì impiantato con le guance tra le mani, e allibiva
senza darsi pace.
Il farmacista è corso fuori con un piattino e un coltello da cucina
per tagliarne un pezzetto, poi tornando verso la bottega ne ha assaggiato
un po' con la bocca stretta.
Il maresciallo voleva far allontanare i paesani, ma era curioso anche
lui e alla fine si è tolto i guanti e l'ha toccata dimostrando
grande coraggio.
Io mi sono messa lì da parte con le mani in tasca e guardavo la
luce farsi colori mentre le passava attraverso.
Poi è arrivato il Conte, il Conte in persona, con la palandrana
muffita che tiene in casa, e dietro a lui le sue mogli sempre litigiose
e i loro molti e mocciosi bambini. Una processione di sussiegosi straccioni,
con i cani e le serve e anche le oche, scappate dal cortile del castello.
C'era tutto il paese, anche la vedova Augustina che dopo la baruffa con
le nuore non usciva più; anche il matto con la bici, che oggi non
è nemmeno andato in giro, ma è rimasto qua tutto il giorno.
Ha fatto la guardia, capisci, perché adesso il Sindaco ha chiamato
quelli di città che vengano a dire cosa va fatto, chi deve occuparsene,
di questa roccia celeste.
Sarebbe bello, non trovi? che ce la lasciassero qui, in custodia a noi
del posto: perché se arrivano i tecnici sono sicura che la fanno
a pezzi e la portano via, in qualche laboratorio o in qualche museo.
Perché non fai un salto a vederla, prima che ce la rubino?
Ma presto, domani. Subito.
Io ti aspetto.
Camilla
ps:
Mi rendo conto che non so neanche dove abiti, né il tuo nome.
Che non so quasi nulla di te.
E che è per questo che scriverti non mi annoia mai.
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