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Mail 7

E.Munch - Pubertà, 1895

11 febbraio

Con questo buio alzarsi è lo strappo di una fucilata dentro la mente che non è mai pronta, mai abbastanza, per sapere cosa fare di sé, dove mettersi per non dare nell'occhio, per non finire scelti fra tanti. Toglietemi di dosso quella luce, quell'occhio di bue che mi inchioda sulla soglia dell'ombra; datemi che possa scavarmi un maledetto buco nella terra e starci, con le ginocchia abbracciate e la testa giù, a ripararmi dai calcinacci. Dopo, tra un po', quando mi sarà passata, vengo da voi, vi guardo in faccia, magari mi viene un sorriso obbligato, magari anche domande e premure imparate a memoria, tutta una rete di belle maniere e accoglienza e grandi gesti come abbracci. Farò tutto quello che va fatto, e suderò per voi. Ma non chiedetemi che sia volentieri.

Ti prego di scusarmi, non sono giorni facili questi.
Ma non darti troppa pena per me: è solo il mio fantasma che gira qui fuori e cerca di rientrare.


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