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Mail 6

3 gennaio

A santo Stefano c'era il sole. Ho portato i bambini a trovare il nonno, poi però lui è andato a dormire e noi abbiamo passeggiato. Un'aria freddissima e gran luce sulla riva: gli occhi pizzicavano di riflessi d'acqua e salso. Sciarpe nuove e palloncini, le corse sulla pietra d'Istria, mani gelate da sfregare, la cioccolata calda; sai com'è, la mia città: sontuosa e spietata.
Per natale mi avevano impacchettato di rosso un libro che ho preso al supermercato: la loro sorpresa. Nei giorni di festa è così facile amarsi. Ma se me l'avessero chiesto, avrei scelto un'isola di nebbia come la mia, e farci un nido.
In treno al ritorno si sono addormentati.

[...]
Ha nevicato, l'altra notte. Verso mattina c'era un silenzio diverso, aveva qualcosa di musicale, come un respiro piano e continuo, un alito confortante intorno ai muri della casa. Sono scesa a bere, in ingresso filtrava luce che pareva luna ma era il prato bianco. I lampioni si erano spenti, solo il cielo schiariva ed entrava da tutte le fessure e sbiancava il pavimento e le cose. Ho pensato che forse sarei potuta restare per sempre qui, chiusa dietro i vetri a due passi dal camino; che rimanendo ferma e in silenzio per un po' si sarebbero dimenticati di me.
Tutti. Tutti, capisci. Tutti, e io per prima.

Chiudo, è meglio.
Ma tu, dimmi come stai.

Camilla


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