26 luglio
[...]
Non c'è niente di nuovo.
Le ruspe hanno spianato il campo di soia, giù in fondo al paese. Ora
c'è un cartello col disegno di un palazzone, o un carcere.
Il vecchio che abita di fronte all'edicola devono averlo mandato in ospedale,
ho visto la Croce Verde fermarsi lì davanti giovedì. Erano settimane
che non lo portavano neanche più in giardino a prender aria in carrozzella.
Il distributore sulla curva ha chiuso per ferie. La parrucchiera ha chiuso definitivamente.
E la giornalaia ammuffisce come sempre fra i gadgets.
Hanno mandato gli addetti per la disinfestazione delle zanzare-tigri, come tutti
gli anni, ma non fanno niente contro il bruco americano; chissà perché.
Forse è inutile.
E le acacie hanno di nuovo quella strana malattia che fa cadere tutte le foglie
all'improvviso. Intorno, sulla ghiaia, resta una chiazza fuligginosa e
zuccherina che le formiche solcano impazzite in lungo e in largo.
Penso che dovremo abbatterle, vederle così fa una gran pena. Peccato
per l'ombra, però. Potrei disegnare un altro pergolato e farci
andar su la vite americana, che almeno d'autunno si fa fiamma prima di
spegnersi.
[...]
Ho comprato un altro libro. Appena ricomincerò a leggere, te ne parlerò.
Per ora non ne ho voglia. La mia mente è in vacanza.
Tu come stai?
Qui non c'è niente di nuovo.
Camilla
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