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Mail 2

29 giugno

[…]
Stanno rifacendo il tetto della canonica, a settembre arriva il nuovo parroco.
Ci sono uomini lassù, uomini con la pelle colore delle tegole, che si rimbalzano richiami scabri e lanciano cicche e bestemmie inconsapevoli, e poi li senti fischiettare. I muratori al lavoro fanno dei rumori stupefacenti, rumori secchi, distinti. Tonfi terrosi. Cocci che esplodono. Metallo che stride ruggine. Rumori di materia in movimento, materia viva che si trasforma sotto gli attrezzi delle loro mani di cuoio cotto al sole.

Cose così, come ti dicevo, hanno un senso.

Più di quanto ne abbia lo stare seduta su una cassetta da frutta rovesciata sotto il cedro, con un libro nuovo, un blocco vecchio, un pennarello che si sta scaricando e un ice-tea alla pesca che disseta un regno di formiche.

Ma il libro è bello e non ho sbagliato a comprarlo su quello scaffale di supermercato; è bello e parla da solo, così come il blocco è da solo che si scrive anche se l'inchiostro è già finito, ma si ricorda ancora come continuare, e lo zucchero del the farà da madre ad altre formiche che cresceranno e presto scaveranno altri sotterranei e edificheranno altre ali del loro castello, e tutto questo - tutto tranne il brick vuoto che non serve ormai proprio più a niente - tutto questo ce l'ha, un senso.
Il più semplice e indispensabile che ci sia.

[...]
Non ti ho detto: nel condominio nuovo vicino alla scuola materna sono venuti ad abitare dei senegalesi.
Sono belli. Purezza, forse, è la parola.
La domenica vanno alla messa, gli uomini in bianco, le donne in color amaranto.
I bambini lucidi con le treccine inchiodate in testa impacchettano la sabbia del cantiere fra le mani, poi si girano e la bocca gli lampeggia chiamando: "Maman!"

Vorrei solo sapere dove sono ora, in attesa, gli storni di quel tetto.

Buona settimana, ti abbraccio.

Camilla


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