|
Cara sorella,
qui sempre tutto tranquillo. Stamattina, dopo colazione, sono sceso in
paese per sgranchirmi le gambe; andare, è tutta discesa, è tornare
che si fatica, ma così smaltisco un po' di chili e mi preparo
per il torneo di calcio, del quale ti parlerò la prossima volta.
Giù in paese ho una mia clientela fissa, un mio giro di vedove che
mi tengono molto impegnato. Quando passo per la strada principale (l'unica
peraltro) fischiettando con le mani in tasca, eccole che si affacciano
una dopo l'altra e mi ricordano gli appuntamenti:
"Damien, per quel cancelletto del pollaio?"
"Domani senza fallo, dolcezza; contaci".
"Damien, ho il tetto che perde!"
"Di nuovo, povera micina? Se finisco presto, vengo in giornata".
"Damien, il tavolo traballa!"
"Lo rimetto a posto io, non crucciarti, cuoricino mio. Facciamo venerdì,
va bene?"
"Damien, la legna è quasi finita. Quando vieni a tagliarne
un altro po'?"
"Non prima di giovedì, temo. Ce la fai a resistere, tesoro?"
Le mie vedove sono tutte così: impazienti. E io cerco di accontentarle
tutte senza suscitare gelosie. Ma sono anche generose, devo dire. Non mi
lasciano andar via senza riempirmi di regali: marmellate, salami, noci,
pollastri e altri doni in natura.
Oggi avevo in agenda il camino della vedova Norbert. C'era un vecchio
nido ammuffito proprio in cima, mi sono bastati cinque minuti, e poi
avessi visto come tirava. Abbiamo acceso un bel fuoco, riempito un mastello
di acqua calda e abbiamo ho fatto il bagno insieme da
solo.
Domani sistemo il cancelletto del pollaio della vedova Clémence.
La vedova Clémence non è proprio sicura di essere vedova;
in realtà, suo marito è uscito a comprare le sigarette un
bel giorno prima della guerra, e non è ancora tornato. A lei fa comodo
così perché spera di ottenere il sussidio, e intanto si comporta
da vedova a tutti gli effetti. È quella che mi fa lo zabaione, per
spiegarci.
Alle vedove mi dedico la mattina, perché il pomeriggio preferisco
farmi un pisolino nella mia branda e dopo magari scrivere il mio romanzo.
Non ho ancora deciso se metterci dentro anche le vedove. La scena del mastello
però mi sembra buona: pensavo di metterla addirittura in copertina,
così, per invogliare il lettore.
Come vedi, le mie giornate sono laboriose e varie; mi arrangio bene a
contrastare la noia di questa guerra bloccata, in stallo, come
dice il tenente che ha studiato, o in pareggio, come dico io, che sono
il tuo affezionato fratello dal fronte
Damien
poscrittum: sono molto contento delle notizie che mi dai, in particolare
mi congratulo con il prozio Eustace per il ritrovamento della sua dentiera
e con la cugina Philomène per la sua nuova gravidanza (però,
scusa, non era vedova anche lei?)
torna a Lettere
dal fronte
|