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Del verbo essere 1

M.Cassatt - Bambine che giocano sulla spiaggia, 1884

Nel '56, sulla motonave a prua quando c'era vento dentro il sole, a comprare una cartella di pelle nera, e neri anche i quaderni con la copertina rugosa e le pagine che sfrangiavano l'inchiostro di lettere slegate, pennini storti dentro un astuccio che si macchiava sempre, il calore dei gerani di un poggiolo quasi sull'acqua, il freddo delle scale e lo zinco di un secchio pesante, braccioli di ebano con riccioli di putti da lisciare i pomeriggi d'estate, mosaici stinti sul selciato degli alberghi, un odore salato di traverso a profumi di rose e pasticcerie, desideri nati vecchi appesi ai polsi tachicardici, il buio la notte che era cedevole già allora con quel suono fesso e prolungato, ero io che il sabato espiavo peccati inventati sulla soglia come le storie che mi raccontavo, ero io che le menzogne più lucide e innocenti erano quelle che mi dedicavo, e quando mi passano negli occhi adesso io li chiudo per vederle meglio e ci sono ancora e impazienti, coi quaderni, i pennini, i pittospori e le fontane, l'aria tesa di laguna, il silenzio allungato in fondo a una stradina sterrata, lasciando indietro il tanto inutile per tentar di scambiarlo con un po' di infinito superfluo, e intanto inciampo sul solito gradino sgretolato e spingo piano un cancello mal chiuso che ha smesso di stridere nel '56.


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