|
Una storia americana e una scrittura europea.
E' stata questa la mia prima osservazione durante la lettura di questo romanzo, con il quale Franzen
recupera e consolida definitivamente un ruolo originale nella letteratura contemporanea. Una piacevole
sorpresa, dunque, il suo stile: moderno, attualissimo, eppure felicemente ricco e particolareggiato.
La vicenda è abbastanza limitata nel tempo ma si dilata trasversalmente nelle correnti di
più narrazioni parallele che sondano la vita dei molti personaggi, ottenendo un quadro vasto
e multiforme di una società dalle poche certezze e dai molti compromessi. Uomini e donne dentro
un'America che promette come un cartellone pubblicitario, ma non aiuta a fare i conti con i lati oscuri
del quotidiano, dei rapporti, delle finzioni, delle paure. Al centro, vicende di speranze e fallimenti,
di instabilità, di identità disconosciute, ma dipanate sul filo di una mai interrotta
ironia che le alleggerisce quanto può e ci trasmette la tenerezza dell'autore verso le sue incerte
marionette e i loro amari casi.
Ho avvertito dalle prime pagine l'importanza di quanto andavo leggendo, soprattutto via via che
riconoscevo trame e caratteri della mia stessa esperienza, e me ne sorprendevo. Calandomi nella storia,
ho perso di vista l'azione scegliendo di vivere dentro il libro come dentro la mente dei singoli
personaggi e dentro i loro dubbi. Scegliendo di provare anche io, come Franzen, una sorta di
affetto - o l'indulgenza di una vecchia europea - verso queste figure che personificano, ognuna
nel suo piccolo, quel mai risolto sogno americano che è l'eterno e genetico filo conduttore
della letteratura di quel Paese.
torna a Libri letti
|