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Le correzioni
(Jonathan Franzen)

Una storia americana e una scrittura europea.
E' stata questa la mia prima osservazione durante la lettura di questo romanzo, con il quale Franzen recupera e consolida definitivamente un ruolo originale nella letteratura contemporanea. Una piacevole sorpresa, dunque, il suo stile: moderno, attualissimo, eppure felicemente ricco e particolareggiato.
La vicenda è abbastanza limitata nel tempo ma si dilata trasversalmente nelle correnti di più narrazioni parallele che sondano la vita dei molti personaggi, ottenendo un quadro vasto e multiforme di una società dalle poche certezze e dai molti compromessi. Uomini e donne dentro un'America che promette come un cartellone pubblicitario, ma non aiuta a fare i conti con i lati oscuri del quotidiano, dei rapporti, delle finzioni, delle paure. Al centro, vicende di speranze e fallimenti, di instabilità, di identità disconosciute, ma dipanate sul filo di una mai interrotta ironia che le alleggerisce quanto può e ci trasmette la tenerezza dell'autore verso le sue incerte marionette e i loro amari casi.
Ho avvertito dalle prime pagine l'importanza di quanto andavo leggendo, soprattutto via via che riconoscevo trame e caratteri della mia stessa esperienza, e me ne sorprendevo. Calandomi nella storia, ho perso di vista l'azione scegliendo di vivere dentro il libro come dentro la mente dei singoli personaggi e dentro i loro dubbi. Scegliendo di provare anche io, come Franzen, una sorta di affetto - o l'indulgenza di una vecchia europea - verso queste figure che personificano, ognuna nel suo piccolo, quel mai risolto sogno americano che è l'eterno e genetico filo conduttore della letteratura di quel Paese.


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