torna a L'amore |
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Un anno in venti righe
(e un pentagramma) |
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Hai lasciato la lettera sul pianoforte, per essere sicuro che la troverò
subito e che mi farà più soffrire vederla lì, posata con
inconscia e tagliente crudeltà sopra gli spartiti, come una pietra spigolosa
usata da fermacarte su quei fogli che amo tanto. Non l'ho aperta. Qualunque cosa
tu ci abbia scritto, in quella lettera c'è la viltà del tuo addio.
Magari ci sono anche parole di scusa, ma io non le leggerò. E' un anno
che mi dici scusa non ti capisco fino in fondo, dalla sera del concerto in cui
mi hai criticata perché ero stata fra i primi ad alzarmi per applaudire,
ed è stato così che ci siamo conosciuti, discutendo sul secondo
movimento della Klaviersonate in la minore di Schubert che a te era parso più
un allegretto che un andantino e volevi farne a tutti i costi una questione di
metronomo, mentre io insistevo che il tempo non è una semplice scansione
di battiti al minuto ma un ritmo intuitivo dell'anima che non si misura sull'orologio... Franz Schubert torna a L'amore |