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Tienimi sveglia stanotte - 1

H.Cartier-Bresson - Café in boulevard Diderot

Tienimi sveglia stanotte
non farmi dormire
ché il sonno appiattisce i colori
cancella le tracce dei passi
dimentica, il sonno, i tuoi baci.

Tienimi sveglia stanotte
non farmi sognare
ché i sogni non hanno le mani
le braccia gli sguardi il calore
la pelle da accarezzare.

Tienimi sveglia stanotte
ché voglio coprire di baci i tuoi baci
scambiarci l'odore e i respiri
colmarti le vene di sole
lasciarti il mio nome sul cuore.


Tienimi sveglia stanotte - 2

Tienimi sveglia stanotte, che ho dormito tanto da dimenticarmi di me. Mi devo essere lasciata prendere da un sonno vuoto sul bordo duro di quella sedia, mentre sbiadivano le braci e fuori pioveva ardesia dal cielo.

Che il buio è una lavagna sul soffitto, e ho messo via tanti di quei mozziconi di gessetti da potere, ora e se vuoi, riaccenderle, quelle mie braci in disparte, a spalancare i tuoi abbaini sul tetto che si brina.
Che c'è più luce e riflessi e diamanti in questa pioggia nuova dall'odore acuto, dal rumore che insegue; brillano dietro noi i passi che abbiamo contato, naso in aria e gocce sul viso a stupire di balconi di pietra con dentro i grandi lampadari del fastoso inverno.
Che la notte è gonfia di viaggi e respiri che si intersecano in una stazione senza più gente né ombrelli ma solo correnti d'aria a tagliare gli spigoli smangiati, nell'alone di lampioni che si appannano aspettando un treno in ritardo di anni.

Tienimi sveglia, che devo ricordarmi di me, gli indirizzi sbagliati, le strade in salita con quelle curve cieche contro muri di vecchie pietre, il soffio freddo da grate profonde.

Sotto certi affreschi azzurro e oro ricordo che mi sono seduta, ero giusto in mezzo alla chiesa grande, panche e cordoni tutt'intorno, i ceri alti, un Cristo sospeso alla penombra che dominava. Stavo in attesa sull'orlo della stagione lasciando passare ore scadenti, e un poco di febbre sulle braccia. Poi, di ritorno la sera tra i vigneti in declino, incontravo il blu fondo della notte in collina e le stelle, le stelle in salita.

(... da qui - da dove sto adesso, in pianura - ad alzarsi presto si vede l'alba di un sole bianco dietro i tetti lucidi.
Quando entra dritto dal cancello, accende strade scintillanti sull'erba che già si accuccia per l'inverno, e guarda calmo dentro i giardini scaldando piano, con pazienza, le gocce in fila sui cornicioni e sui fili della luce. E' un brillare blando, come quieti sono gli incendi del fogliame che esplode silenzioso il suo finale in oro rosso, e poi arrugginisce..).

Tienimi sveglia tu, stanotte, che ci son cose da non lasciar andare via, stavolta, e poco importa che siano solo presagi o fantasie: il loro compito è raggiungermi e segnarmi - sono voci taglienti della memoria, dita che seguono i profili delle mie ombre, brividi e coraggio in bilico fra le sponde - e che io da stanotte non dorma mai più senza desideri e mai più mi dimentichi, al fianco tuo, chi sono.


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