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Amore che vieni, amore che vai

Quei giorni perduti a rincorrere il vento / a chiederci un bacio e volerne altri cento / un giorno qualunque li ricorderai / amore che fuggi da me tornerai / un giorno qualunque ti ricorderai/amore che fuggi da me tornerai

E tu che con gli occhi di un altro colore / mi dici le stesse parole d'amore / fra un mese fra un anno scordate le avrai / amore che vieni da me fuggirai / fra un mese fra un anno scordate le avrai / amore che vieni da me fuggirai

Venuto dal sole o da spiagge gelate / venuto in novembre o col vento d'estate / io t'ho amato sempre, non t'ho amato mai / amore che vieni, amore che vai / io t'ho amato sempre, non t'ho amato mai / amore che vieni, amore che vai          (Fabrizio de André)

L'ultima tua immagine è di schiena, nel crepuscolo di città, tra riflessi di vetrine accese da poco e fanghiglia di foglie ai margini del parco. Strano, a pensarci oggi; strano e crudele perché ero io ad andarmene, io e non tu, come solo ora sappiamo.
Ti accompagnava un pensiero faticoso, la mia ansia difficile a combattere, e il profumo di caffè dove abbiamo riversato gli ultimi baci e che è rimasto da allora rappreso nella sciarpa. Tra i polsi ora mi scorre un tempo di miele e sale, trama di memorie scucite che disegnano labirinti in cui mi sono persa. Ai margini di una fede troppo profonda, mi sono bruciata le ali mentre tu già in volo puntavi lontano, oltre me che zoppico sui miei passi contati.
Così, ti ho veduto andar via tra la gente e i marciapiedi, immaginandoti incredula come un dono a natale, ma mai ricevuto. Sorridevi dell'ultimo abbraccio e della promessa, caldo il cuore come le mani che mi hai lasciato addosso; e io, io, mio caro, infilando il mio buio e la strada e le auto e i fari e le ore a precipizio del ritorno, io sono fuggita raccogliendomi sulle spalle la sabbia fredda della mia incapacità, e la fine.

Ti ho amato alla cieca fra due stagioni, in bilico fra due soglie, lo so; era l'unico modo, e l'ho subìto anch'io. Poi, al mio confine, clandestina allo sbando, mi sono rattrappita come un insetto nella sua scorza a fine estate, inghiottendo incerti desideri, noncuranza, saliva secca, paura.

Ti ho amato, e non dire di no, ma come solo so fare, e come non basta: meno di sempre, e più - un po' più - di mai.


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