Smorte fra noi parole
come cenci dimenticati fuori
impigliati sui rami
di un vecchio temporale
o meglio
trafitti su filo spinato,
confine che spartisce
due oblii

"Dove vuoi andare?"
(in nessun luogo, né qua)

 


 

Mandorle miele limone
grappoli rossi di fuoco
si sfanno sul bianco di un muro
Un'agave aguzza si allunga
carezza la pietra
(muto sorriso di maga)
artiglia al suo orlo la veste
la zingara sabbia preistorica.

 


 

Mattine acerbe di un marzo
che ancora abbrividisce l'erba nuova,
convalescente il sole
distende tetti a sgelare
nelle domeniche di campane,
intiepidisce il solco
che gira il camposanto,
dilava bianco
le pietre di confine in mezzo ai campi.

E' di vetro velato che svapora
il disgelo dei fossi.

Candida una cicogna
sulla terra spaccata che si allenta.