Veramente strana, questa sera di luglio
serena e scintillante come può scintillare il buio delle campagne
seminate a stelle e finestre accese.
Per una domenica perfetta, l'afa si è diluita nel fogliame degli
ippocastani e nel soffio del fiume.
Guido un'auto argentata su strade pulite e dritte tagliate da incroci
nascosti, che conducono a pozzi di oscurità e poi si perdono dietro.
Piacere nella guida solitaria in cui scivolo con i pensieri dell'intera
giornata, ora liberi di peso.
Sola, mi sento più sicura, e franca da responsabilità.
Liscia, corro i rettilinei e supero i cavalcavia; i fossi ai lati sono
ben visibili e basterebbe una sterzata sul ghiaino per perdere il controllo.
Ma non mi attira ancora abbastanza.
Domino il rischio, domino prima ancora il piacere del rischio, lo centellino,
lo prolungo, lo assaporo, consapevole che in ogni istante un solo deciso
movimento del polso può decidere di me.
Ma non mi attira ancora abbastanza.
E' un viaggio breve, quello di questa sera, fino ad una piazza illuminata
in mezzo ad un paese qualunque, un paese agricolo e benestante dove la
gente ha saputo permettersi molte panchine e lampioni per circondare la
grande chiesa moderna e il giardino di sempreverdi che riflettono il neon.
C'è sagra in quel paese.
Con la carabina tiri giù i barattoli, se li prendi vinci qualcosa.
Un premio, da portare a casa, da aggiungere agli altri.
C'è Mangiafuoco che mangia Pinocchio che lecca lo zucchero filato
dai capelli della Fatina. L'odore arriva solo a quelli seduti in prima
fila, dietro bisognerà immaginarselo.
La Donna Cannone, seduta a gambe larghe su uno sgabello, ti inventa un
soldino di futuro, se proprio vuoi conoscerlo. Per due soldini, te lo
fa molto più bello, però.
Palloncini rosa e azzurri frusciano in alto, le loro pance tonde sorridono
sopra i tendoni e le lampadine che si affumicano di carni alla griglia
e petardi.
I sedili della giostra volano in tondo fino a sconfinare nel buio prima
di roteare giù verso la terra, ma senza toccarla; voglia di mozzarsi
il fiato e poi ritrovarlo in una risata da capogiro.
E la musica che passa sopra la testa della gente, distorcendosi fra il
palo della cuccagna e i festoni di bandierine.
Un'isola di luce in mezzo alla notte della campagna, questa festa per
nomadi stasera.
Non potevo certo perdermela.
Scambierò volentieri le mie chiavi con una fisarmonica, e il mio
tempo con altro tempo: quello che mi servirà per imparare a suonarla
anch'io.
torna a Emozioni
|