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Lasciategli i mattini presto, rabbrividiti
di gocce sui finestrini e aliti di persone addormentate, le code di altre
schiene assonnate con borse di quotidiane noie e attese, la bocca appena
amara di caffè e altre voglie che la notte non ha saziato.
Lasciategli i marciapiedi dei palazzi, i giardini di panchine umide e
giornali vecchi e libri da sfogliare sottolineando con evidenziatori per
ricordi, mentre le memorie si incastrano a fatica e dolore come tessere
slabbrate sotto le ciglia, sulle rive di malinconia della mente.
Che beva la sua sete in un angolo qualunque, e chiuda i conti con i passanti
che scansano le sue spalle indifese con l'ingombro di frettolose noncuranze.
Che abbia voglia di un amico da cui ricevere risposte, di quelle che è
così precario trovare, e dovrà chiederle invece, quel giorno,
ad altre donne, alla bocca bella di altre donne, e alcune di esse sperare
(non altro) che conoscano le domande e gliele offrano come sorrisi gratuiti.
Che corra lungo la spalletta di un fiume quando il freddo di mezzogiorno
sarà come uno specchio di gelo nell'aria invetrata di sole d'inverno,
e perda il fiato in quelle corse a far volare fogli, capelli, sguardi
fervidi e grida trattenute.
Che cresca ruvidi rimpianti, e le vellutate certezze che gli sono state
promesse. Dovrà riconoscerle in fondo a occhi di passaggio, mani
solcate di vita e di vene, bianchezza di cosce di donne silenziose, lacrime
di tenerezza e rifiuto, respiri di lieve e cosciente dolore, odore salato
colto su una nuca sconosciuta che scuote i capelli girando l'angolo dentro
una corrente d'aria.
Dovrà scegliere se seguire quella direzione o continuare a cercare
l'altra.
Dovrà farlo molte volte e non saprà mai se era l'angolo
giusto, ma come se lo fosse gli toccherà viverlo e così
farà.
Lasciate che abbia tutta sulle sue labbra, inermi e avide insieme, dolci
come frutta e fiere della loro castità, la libertà di essere
un universo speciale.
Lasciateglielo, quell'impeto e quel pudore, il desiderio e il rispetto,
il cuore fragile e violento che lo farà uomo.
Lasciateglielo, ma per davvero, e per sempre.
Che non si sciupi, per voi.
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