SAN VITO MARTIRE

 

CENNI STORICI

La Parrocchia di San Vito Martire è stata eretta canonicamente il 29 novembre 1959 da S.E. Mons. Enrico NicodLa Parrocchia di San Vito Martireemo e riconosciuta civilmente il 26 dicembre 1962.
Il primo complesso comprendente la canonica, gli uffici parrocchiali, due aule per la catechesi e un salone adibito a cappella fu costruito su un suolo donato ala parrocchia dalla Chiesa Madre e fu inaugurato da Mons. Nicodemo il 25 maggio 1962. Lo stesso giorno fu celebrata la prima messa.
La parrocchia fu affidata a Mons. Franco Di Maggio e a suo fratello don Gaetano che avevano curato la costruzione del primo complesso.
Il 6 settembre 1964 la parrocchia di San Vito fu affidata a don Franco Ardito, primo parroco ufficiale. Nell’ottobre del 1973 don Franco diede inizio ai lavori di costruzione della chiesa parrocchiale. I lavori furono affidati all’impresa Luigi Basile di Gioia del Colle.
La parrocchia fu dedicata e consacrata il 23 dicembre 1975 dall’Arcivescovo Mons. Ballestrero.
Il 15 giugno 1980 la guida pastorale della parrocchia passò a don Vito D’Apolito, presentato alla comunità il 6 settembre dello stesso anno dall’Arcivescovo Padre Mariano Magrassi. Don Vito ha guidato come pastore la nostra comunità fino al 28 marzo 1995, coadiuvato nell’ultimo periodo dalla valida collaborazione del defunto don Nicola Mazzarelli, sacerdote e uomo di grandi virtù spirituali e culturali, nominato viceparroco da S.E. Padre Mariano Magrassi. A Don Vito D’Apolito è succeduto don Raffaele Arango, sacerdote di origine colombiana, già viceparroco della Chiesa  di Santa Maria Maggiore in Gioia del Colle che ha retto la parrocchia fino al 16 ottobre 2001 quando si è insediato l’attuale Parroco Don Vito Campanelli.

 

LA CHIESA

Il nostro edificio chiesa, in stile moderno è costituito da un’ampia sala semicircolare di circa mq 335, con ampie vetrate artistiche.
Nella nostra chiesa la trascendenza non è espressa attraverso la verticalità della costruzione o la sontuosità dei marmi, ma dalla severità del cemento e dalla luce che cade verticalmente sull’altare.
I muri perciò non concedono spazio né alla pittura né alla scultura. La mancanza di ostacoli permette una comunicazione visiva e sonora ideale. Inoltre le poche immagini sacre e la loro collocazione non distolgono l’attenzione dei fedeli durante le celebrazioni liturgiche.
Recentemente la chiesa è stata arricchita di un fonte battesimale del XV  secolo e di una statua lignea di pregiata fattura risalente all’inizio del 1800, restaurata da Gianfranco Amatulli, che raffigura l’immagine di San Vito Protettore.
L’edificio-chiesa è liturgicamente idoneo e funzionale.

 

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