Faccio parte del Coro Malga Roma dal 2001. In verità già da alcuni anni meditavo di farne parte, data anche la conoscenza con alcuni suoi componenti, ma altri impegni di tipo “coristico” mi avevano sempre indotto a rimandare.
Ho un unico rimpianto: quello di non esserci entrato da “alpino” ma solo da “amico degli alpini”. Lo dico dopo aver partecipato, oltre che alle adunate nazionali di Catania ed Aosta, anche a tante altre manifestazioni, magari meno importanti, ma sempre pervase da uno spirito di corpo e da una condivisione dei sentimenti di amicizia e di solidarietà, aspetti che oggi è sempre più difficile riscontrare nella società civile.
E poi c’è la passione per la montagna, che il canto alpino ci rende idealmente più vicina anche quando siamo “costretti” a convivere con i mille problemi della nostra pur splendida città di Roma.
Forse è anche per queste ragioni che esiste, all’interno dell’associazione, la figura dell’amico degli alpini, e poco importa se poi ad esso non sia consentito praticamente nulla, come esplicitato chiaramente nella tessera associativa, perché il vero elemento unificante, più che l’essere o non essere stati alpini, è rappresentato dalla condivisione di valori e passioni che hanno sempre caratterizzato e caratterizzano le nostre truppe alpine.