Era settembre di quasi dieci anni fa, 1995, io avevo perso un fratello amatissimo da pochi mesi e il morale era al minimo storico, mi sono detto: perché no? Il Coro Malga Roma era stato fondato da un anno ed io quelle canzoni a casa le avevo sempre avute nelle orecchie, canticchiate col babbo e la mamma, per mia fortuna amanti della montagna e del canto.
Mi è sembrata una scelta naturale entrare nel Coro Malga Roma anche per l’indirizzo “filologico” che i fondatori avevano voluto: solo canti militari o di antica e conclamata tradizione (sono un ufficiale in congedo)! E poi l’ambiente era accogliente e familiare: erano più riunioni di vecchi amici che barbose sessioni coreutiche! E così, piano piano, rispolverando le mie precedenti esperienze con la polifonia, ho preso gusto a questa musica non affatto nuova per me, ma che si rivelava divertente, piacevole e per molti aspetti per niente “popolare”: quante canzoni del nostro repertorio hanno radici lontane e a volte “nobili”!!!(Benedetti Michelangeli docet).
Sono stati anni piacevoli di canti e di bevute, di esibizioni e concerti, di gioie e dolori (artistici) sempre con la consapevolezza che lo spirito ne avrebbe, comunque, tratto giovamento.
E poi quanto ho girato! Prima si diceva vieni nell’Esercito, girerai il mondo: io, con il Coro Malga Roma tra adunate, concerti, esibizioni varie, ho visto luoghi che difficilmente avrei deciso di visitare, godendo di una serie di esperienze umane senza precedenti.
Con il mio lavoro sono spesso fuori dall’Italia e quindi un po’ “latitante” nei confronti del Coro, ma sia che manchi due settimane o due mesi quando torno nell’umida sede di Viale Giulio Cesare sono tra amici! Ci può essere una cosa più importante?