Non chiamatemi Tonino o, peggio ancora, Antonello: quando mi presento come Antonino, non uso un soprannome.
Le cose andarono così: mia madre, durante la gravidanza, aveva fatto un voto a sant’Antonio, quindi non c’erano dubbi sul mio nome. Quando mio padre andò a registrare la mia nascita all’anagrafe di Messina, l’impiegato addetto gli chiese: “Ma… sant’Antonio di Padova, o dei porci?" (intendendo riferirsi, con quest’ultima locuzione, al santo abate ed ecologista ante litteram che ammetteva alle funzioni anche gli animali).
Posta così la domanda, mio padre, che non nutriva alcun interesse per l’agiografia e riteneva l’appellativo del secondo santo socialmente sconveniente, optò per il più noto e blasonato santo di Padova. La conclusione dell’impiegato fu: “… Allora è Antonino”.
E così fu scritto, ma in famiglia non si sognarono mai di seguire le indicazioni del solerte e zelante impiegato dell’anagrafe e mi chiamarono Antonio. Dovetti aspettare il primo impiego (dato che a scuola continuavano a chiamarmi con il cognome) per veder riafforare il mio nome anagrafico: l’etichetta sulla porta, i biglietti da visita, gli elenchi del personale parlavano chiaro: il mio nome era Antonino. Con questo nome mi sono presentato anni fa al Coro Malga Roma, ma qui per il primo anno non sono stato chiamato in alcun modo. E’ noto infatti che quando si entra in una nuova comunità col dono della discrezione, i componenti della stessa confidano sempre che il loro vicino conosca il nostro nome e non si curano in alcun modo di tenerlo a mente, finché non occorra loro un nostro favore o abbiano indiscrezioni da riferire sul nostro conto (si accorgono allora che neanche il loro vicino rammentava il nostro nome). Poi, se avessi insistito sul più famigliare Antonio, ci sarebbe stata un’omonimia col nostro “direttore ” (che ho il privilegio di sostituire in qualche prova).
Col passare del tempo il mio coinvolgimento nel coro è aumentato: mi occupo della riscrittura delle partiture e do una mano ad imparare le parti a tutti quelli che me lo chiedono. E quindi tutti i coristi oggi mi chiamano per nome: Tonino,Antonello, ecc...