Conoscevo Antonino da qualche tempo poiché i nostri figli frequentavano la stessa scuola, ma solo distrattamente avevamo parlato del suo hobby canoro, il canto corale, presso l’Associazione Nazionale Alpini di Roma. Poi durante una gita domenicale con altri amici cominciammo a cantare, tra le altre, la famosa “Sul cappello“… Però, hai una discreta voce, perché non vieni a cantare con noi, abbiamo bisogno di tenori secondi…” mi disse Antonino, ed io che avevo sempre avuto velleità canore, per giunta figlio di alpino, ma così ignorante in campo musicale da pensare che oltre i tenori secondi esistessero anche i tenori terzi, quarti eccetera, vinta una sana dose di timidezza, accettai.
Correva l’anno, e ormai se n’è andato, 2000, quando nel mese di gennaio misi piede nella storica sede di Viale Giulio Cesare, per la prima prova. Fui presentato al Presidente (Camillo) ed al Direttore (Antonio) e l’accoglienza da parte di tutti fu subito calorosa, anche per via della rituale bevuta finale con canti, e battute, a ruota libera. Dopo un mese, già la prima esibizione in pubblico a Palazzo Altieri, con l’emozione che ti serra la gola e qualche stecca con le occhiatacce degli altri cantori. Da allora è stato un susseguirsi di esperienze: adunate nazionali, concerti in tante località, grandi e piccole, dal Monte Grappa a Catania, da Genova a Venezia, da Percile (sperduto paesino nel parco naturale regionale dei monti Lucrètili) al Centro anziani della Circoscrizione, sempre però con lo stesso entusiasmo sia per l’emozione che suscita il cantare assieme ad altre persone, ciascuna con la sua storia talvolta affascinante talaltra dolorosa, sia per la convinzione (illusione?) di svolgere una funzione di conservazione e divulgazione della memoria di periodi storici così lontani nel tempo, ma così vicini nel sentire della gente comune.