Il “Coro Malga Roma” è stato per me un’occasione per tornare al canto in un’età non più giovane, quando il fiato inizia a diventare prezioso. Avevo ed ho le corde vocali ispessite a causa di un intervento chirurgico così che, pur avendo in mente le giuste note per una adeguata intonazione, mi era difficile riprodurle. Per farla breve un giorno, a pranzo da un amico “basso nel coro”, Antonio Mariani mi invitò a cantare affermando che tutti possono e che non esistono “stonati”… Era una sfida? Accettai. Ora sono a far parte del settore baritoni con molta sorpresa e poco fiato. Le nostre canzoni appartengono ad una storia passata, dove la nostalgia, i sentimenti, la memoria si accompagnano al dolore, alla sofferenza, ma anche alla gioia di rievocare nel canto lo scenario di quello spazio infinito di cime, di cieli, di nuvole, di sereno nell’orizzonte dove si perde l’anima terrena.