Luigi Eduardo, conte di Matarazzo *
03.05.1902 Bianca Troise
LA
FAMIGLIA MATARAZZO
source:
http://www.ambasciatadelbrasile.it/pages/bras_ital/imm_f_cap09.htm
Capitolo 9 - LA FAMIGLIA MATARAZZO
Primo di nove fratelli, Francesco
Matarazzo (1854-1937) arrivò al porto di Santos nel 1881, all'età di 27
anni, accompagnato, così sembra, dalla moglie e dai due figli più
grandi. Originario di Castellabate, in provincia di Salerno, si recò
immediatamente a Sorocaba, all'interno dello Stato di São Paulo, dove
pochi mesi dopo aprì il suo primo stabilimento commerciale. Sempre a
Sorocaba iniziò la sua attività industriale per la produzione di
strutto di maiale. Solamente nel 1891, in possesso di una discreta
fortuna, si stabilì a São Paulo, dedicandosi inizialmente al commercio.
Nel frattempo, erano arrivati in Brasile anche due dei suoi fratelli: a
uno di essi Francesco affidò la direzione della fabbrica di Sorocaba,
che lui lasciava, mentre con l'altro fratello si mise in società per
costituire la sua prima azienda paulistana. A partire dal momento in
cui si stabilì a São Paulo, Francesco Matarazzo avviò una serie di
imprese che si moltiplicarono rapidamente e che coprivano svariate aree
di interesse, molte delle quali notevolmente all'avanguardia per
quell'epoca. È in questo momento che prese forma il suo profilo di
industriale. Nel 1900 inaugurò un'industria per la macinatura del grano
e poco dopo un'altra, per l'estrazione di olio dal cotone. La prima
inaugurò un'attività industriale ancora sconosciuta nel paese; l'altra,
anch'essa all'avanguardia, rappresentò la prima fabbrica del genere a
São Paulo. Il complesso industriale creato coprirà il settore
alimentare, quello tessile, quello chimico e metallurgico, e quello
petrolifero, tra gli altri. Le attività comprendevano anche il settore
finanziario: nel 1900 prese parte alla fondazione della Banca
Commerciale Italiana di São Paulo; alcuni anni dopo fu azionista,
membro fondatore e primo presidente della Banca Italiana del Brasile; a
partire dal 1911 diventò il rappresentante locale del Banco di Napoli,
detentore del monopolio delle spedizioni di denaro verso l'Italia,
effettuate dagli italiani che lavoravano all'estero. Tutto questo prima
della creazione della Casa Bancária Matarazzo. Ricevette anche un
riconoscimento del re d'Italia, paese ove rimase per tutta la durata
della Prima Guerra Mondiale.
Il Conte Francesco Matarazzo morì nel 1937, lasciando ai suoi eredi e
successori il più importante gruppo industriale del paese. Le
Indústrias Reunidas Francisco Matarazzo, con sede a São Paulo,
coprivano settori estremamente diversificati e comprendevano all'epoca
ben 70 aziende in totale che davano lavoro a circa 20.000 operai.
Spettò a Francisco Matarazzo Nipote, detto Ciccilo, figlio di Andrea,
fratello del Conte Francesco, alcune iniziative nel settore dell'arte e
della cultura che tanto influenzarono la storia di São Paulo. Oltre ad
innumerevoli iniziative minori, Ciccilo merita di essere ricordato per
essere stato il fondatore del Museo de Arte Moderna (MAM), della casa
cinematografica Vera Cruz, del Teatro Brasileiro de Comédia (TBC), ove
si distinsero i direttori Adolfo Celi e Ruggero Jacobbi, quest'ultimo
figura centrale nella scena teatrale brasiliana degli anni Cinquanta.
Insieme alla moglie Yolanda Penteado, che apparteneva ad una delle più
illustri e tradizionali famiglie dell'élite locale, Ciccilo nel 1951 fu
anche l'ideatore e il responsabile della realizzazione delle prime
Bienais Internacionais de São Paulo e nel 1954 fu direttore della
Commissione del IV Centenario, che diresse le commemorazioni del 400°
anniversario della città. Si trattava di iniziative di grande peso, sia
per gli effetti sul mondo artistico e culturale, sia per il volume dei
fondi coinvolti. Senza contare che trovarsi a capo della Commissione
del IV Centenario aveva un importante valore simbolico. Le cosiddette
"antiche famiglie pauliste" rivendicavano, giustamente, per legittimare
tale ascendenza, una presenza di 400 anni nel territorio. Erano i
cosiddetti <<quatrocentões>>. Si noti che per dirigere
nientemeno che i festeggiamenti di questi quattro secoli di storia,
tanto cari al regionalismo di queste élites, fu scelto un figlio di
immigrati. Così, il Conte Ciccilo occupò uno spazio di grande onore e
prestigio.
Anche se alcuni italo-paulistani arrivarono ad occupare posizioni al
vertice della scala sociale, sia nell'industria che nel mercato
finanziario o nei grandi commerci, come alcuni casi citati sopra, è pur
vero che la maggioranza di essi non vi riuscì. Tutti essi lasciarono
segni tanto profondi quanto diversi all'interno della società nella
quale erano andati a vivere. In confronto a quanti avevano raggiunto il
successo, quelli che non vi erano riusciti si mossero all'interno di
altri confini, che furono da essi disegnati e che al tempo stesso li
contenevano. Protagonisti delle profonde trasformazioni che segnarono
la città di São Paulo, essi formarono i primi contingenti operai al
momento della nascita dell'industrializzazione ed entrarono a far parte
dei nuovi ceti medi urbani.
LA
FAMIGLIA MATARAZZO source: http://www.gruppomatarazzo.it/storia.php
La Famiglia Matarazzo si distinse all’inizio del XX
secolo nel mondo dell’imprenditoria internazionale, grazie a Francesco
Matarazzo (1854-1937), diventato in Brasile Conte Francisco
Matarazzo, proprietario di un impero industriale senza precedenti e
fondatore di una dinastia che ancora oggi ha rappresentanti al governo.
Francesco Matarazzo, primo di nove fratelli, apparteneva ad una
famiglia benestante di Castellabate di Stabbia, perse il padre molto
presto, e nel 1880 si imbarcò su un piroscafo alla volta del Brasile in
cerca di fortuna. A differenza della maggior parte degli immigrati
italiani dell’epoca Francesco aveva un grado d’istruzione superiore. A
quell’epoca, il grasso suino era una merce molto richiesta, e Matarazzo
se ne porta dietro un carico per cominciare la sua avventura brasiliana
con un capitale iniziale. Ma era destino che la sua traiettoria
cominciasse dal nulla: il carico di grasso, dopo aver attraversato
felicemente l’Atlantico, affonda assieme a due bauli di vestiti, nel
tragitto dal piroscafo al molo del porto di Santos.
Così il giovane Francesco, quando arrivò al porto di Santos nel 1881,
all'età di 27 anni, dovette cominciare dal nulla, appena pochi soldi e
i vestiti che aveva addosso
Si recò immediatamente a Sorocaba, all'interno dello Stato di São
Paulo, dove iniziò a lavorare come bracciante nelle piantagioni
dell’interno e appena riescì a raggruppare un certo gruzzolo aprì un
emporio che vendeva grasso suino e altri articoli di prima necessità
per i fattori italiani delle grandi fazendas locali, dai coltelli alle
zappe, dai cappelli ai cerchioni per le ruote delle carrette. Guadagnò
abbastanza per cominciare a barattare le proprie merci per farina, e
con la farina cominciò a produrre spaghetti e maccheroni.
Con il capitale montò un allevamento di maiali per ottenere il grasso,
e allo stesso tempo fondò il primo "mulino moderno" del Brasile, come
annunciò un giornale del 1891, e la prima fabbrica di pasta.
A partire dal momento in cui si stabilì a São Paulo, Francesco
Matarazzo avviò una serie di imprese che si moltiplicarono rapidamente
e che coprivano svariate aree di interesse, molte delle quali
notevolmente all'avanguardia per quell'epoca La spinta che movimentò lo
sviluppo delle varie imprese Matarazzo nasceva dall’idea di Francesco
non appoggiarsi a nessun fornitore, e di creare così fabbriche per la
produzione di materie prime di cui aveva bisogno. Nel 1900 inaugurò
un'industria per la macinatura del grano, un'attività industriale
ancora sconosciuta nel paese. Il Mulino Moderno Matarazzo, invece degli
scomodi barilotti di legno nei quali era venduta la farina sino allora,
adottò i pratici sacchi di cotone che avevano fatto la loro apparizione
in Europa nel decennio precedente, e il successo fu immediato. Gli
ordini cominciarono a fioccare da tutto lo stato, e persino dagli stati
brasiliani limitrofi.
Il nome Matarazzo iniziò a diventare famoso. Per insaccare la farina,
comprò piantagioni di cotone e costruì una fabbrica di iuta, che prima
doveva importare dall’Inghilterra. La fabbrica di iuta si trasformò
presto in un impianto di filati di cotone, e Matarazzo entrò nel
settore dell’abbigliamento.
Nulla era sprecato nel sistema industriale eretto dal dinamico
imprenditore salernitano: dalle piantagioni di cotone i semi furono
inviati a Sorocaba per l'estrazione di olio dal cotone, e nacque la
prima fabbrica del genere a São Paulo, e con tale olio Matarazzo si
inventò di fare prima il sapone, e poi prodotti per la pelle.
Il complesso industriale che creò in pochi anni Francesco Matarazzo
copriva il settore alimentare, quello tessile, quello chimico e
metallurgico, e quello petrolifero.
Le attività comprendevano anche il settore finanziario: nel 1900 prese
parte alla fondazione della Banca Commerciale Italiana di San Paolo;
alcuni anni dopo fu azionista, membro fondatore e primo presidente
della Banca Italiana del Brasile; a partire dal 1911 diventò il
rappresentante locale del Banco di Napoli, detentore del monopolio
delle spedizioni di denaro verso l'Italia, effettuate dagli italiani
che lavoravano all'estero.
Tutto questo prima della creazione della Casa Bancária Matarazzo
Amico di Guglielmo Marconi e di molti personaggi di spicco dell’alta
società italiana, venne insignito del titolo di Conte dal re Vittorio
Emanuele III per le sue attività filantropiche e beneficienti tanto in
Brasile come a Salerno, dove finanzia la costruzione di un ospedale
intitolato proprio al re d’Italia, e dove visse per tutta la durata
della Prima Guerra Mondiale. Nel 1930 il giornale ‘Diario de São
Paulo’ può scrivere: "E’ sorto un nuovo Stato brasiliano. E’ lo
Stato Matarazzo, che copre tutta la geografia economica del Brasile: se
lo stato di San Paolo ha un prodotto interno lordo annuo di 400 mila
‘Contos de Rei’, e lo stato di Rio de Janeiro di 270 mila ‘Contos’, le
Industrias Reunidas Matarazzo S.A. incassano all’anno 350 mila
‘Contos’. Si può quindi affermare che il conte Matarazzo rappresenta
dal punto di vista economico e finanziario il secondo Stato brasiliano". Il Conte Francesco
Matarazzo morì nel 1937, lasciando ai suoi eredi e successori un titolo
nobiliare, che i pronipoti usano ancora oggi, e il più importante
gruppo industriale dell’America Latina, definito all’epoca
dall’Enciclopedia Britannica tra i primi sei gruppi industriali più
importanti al mondo.
Francesco Matarazzo può essere considerato il più grande imprenditore
del Brasile e uno dei più grandi capitalisti del mondo. I risultati,
all’apice del successo, del suo impero industriale, che per tre decenni
fu il maggiore dell’America Latina, sono sbalorditivi: più di 200
aziende, società di navigazione, banche, immensi possedimenti terrieni,
filiali in molte parti del mondo, 30.000 dipendenti e un patrimonio che
alla sua morte ammontava a oltre 20 miliardi di dollari. Oggi sui resti
del parco industriale Matarazzo a San Paolo, sorge un centro
commerciale che porta, in loro onore, il nome della grande dinastia
Erede e Presidente di questo grande gruppo industriale è stato il
“Cavaliere del lavoro Ermelino Matarazzo di Licosa”, nonno di Livia
Matarazzo di Licosa, fondatrice del Gruppo Matarazzo in
Italia.
Ermelino Matarazzo, nato a Napoli il 15 giugno 1918, fu l’industriale
che importò la Coca Cola in Italia, nonché l’inventore della famosa
bibita Fanta, prodotta per la prima volta nella sua fabbrica SNIBEG
S.P.A. di Napoli, da una formula da lui studiata insieme ad un’amica,
una contessa siciliana proprietaria di agrumeti. Ci piace ricordare la
figura di Ermelino Matarazzo di Licosa per gli ideali che hanno sempre
guidato la sua vita: “Amore per la famiglia, amore per il lavoro”.
Era un uomo di uno spiccato carisma e di una brillante intelligenza,
con la particolare inclinazione all’ascolto: ascolto nei confronti dei
bisogni e dell’inventiva dei propri dipendenti e ascolto nei confronti
del prossimo da qualsiasi parte venisse. “Sono sempre stato convinto di volere e dovere vivere con il frutto
del mio lavoro e non con le sopravvenienze (tali le ho sempre
considerate, e meno male, visto che si sono completamente dissipate)di
beni, sussidi, appannaggi pervenuti da assi ereditari, tanto notevoli
nella mia famiglia paterna.
Preoccupato di non essere infettato dal morbo del successo, ho cercato
di non perdere mai la mia identità, senza ambire ad un’alta posizione
sociale o a un potere economico in termini di idolatria. Ho cercato di
esercitare con umiltà e riconoscenza al Signore i privilegi che sempre
più potevo acquisire.
Più che essere ‘qualcuno’, ho cercato di essere me stesso rispettando i
principi etici, morali, legali, di Gentiluomo, di buon Figlio, Marito,
Padre, Nonno.
Potenziare posti di lavoro sarebbe il mio testamento più felice”.
“Il potere di un uomo non è dato dalla classe sociale a cui
appartiene, ma dalla stima che lo circonda”. Ermelino Matarazzo di Licosa
Francesco Matarazzo
Origem: Wikipédia, a enciclopédia livre.
Francesco Antonio Maria Matarazzo
(Castellabate,
9 de março de 1854 — São Paulo, 10 de dezembro de 1937) foi um
empresário ítalo-brasileiro que criou o maior complexo industrial da
América Latina do início do século XX, tendo sido um dos marcos da
modernização no Brasil.
Em 1881, aos 27 anos emigra para o Brasil, em busca
de melhores condições de vida. No porto de Santos, perde parte da carga
que trazia e, com o dinheiro que lhe sobra, estabelece na cidade de
Sorocaba uma empresa de produção e comércio de banha de porco.
Em 1890, muda-se para São Paulo e funda, com os
irmãos Giuseppe (José) e Luigi (Luís), a empresa Matarazzo &
Irmãos. Diversifica seus negócios e começa a importar farinha de
trigo dos Estados Unidos. José participava da empresa com uma fábrica
de banha estabelecida em Porto Alegre e Luís com um depósito-armazém
estabelecido na cidade de São Paulo.Em 1891, a empresa foi dissolvida e
constituiu-se em seu lugar a Companhia Matarazzo S.A. que já
conta com 43 acionistas minoritários. Essa sociedade anônima passa a
controlar também as fábricas de Sorocaba e Porto Alegre. Em 1900, a
guerra entre a Espanha e os países centro-americanos dificulta a compra
do produto e ele consegue crédito do London and Brazilian Bank para
construir um moinho na capital. A partir daí, seu império se expande
rapidamente, chegando a reunir 365 fábricas por todo o Brasil. A renda
bruta do conglomerado é a quarta maior do país, e 6% da população
paulistana depende de suas fábricas, que, em 1911, passam a se chamar Indústrias
Reunidas Francisco Matarazzo (IRFM), uma sociedade anônima.
<>
Sua estratégia de crescimento segue o lema "uma
coisa puxa a outra". Para embalar o trigo, monta uma tecelagem. Para
aproveitar o algodão usado na produção do tecido, instala uma refinaria
de óleo, e assim por diante.
Em reconhecimento à ajuda que envia à Itália durante
a Primeira Guerra Mundial, em 1917 recebe do Rei Vítor Emanuel III o título de conde. Em 1928 participa da
fundação do Centro das Indústrias de São Paulo (atual FIESP). Morre na capital
paulista após uma crise de uremia.
Títulos e comendas
Conte - Decreto Real de 25 de junho de 1917,
extensivo aos filhos varões em 2 de dezembro de 1926
Cavaliere Magistrale del
Sovrano Militare Ordine di Malta
Cavaliere di Gran Croce del Gran Crodone
dell’Ordine della Corona d'Italia
Cavaliere del Lavoro
Croce
al Mertio Ungherese
Cavaliere Ufficiale di prima classe dell’Ordine
Cruzeiro do Sul