La censura delle pagine dai motori di ricerca.  
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E' stata operata una forma di censura sulle pagine Internet che ospitano la questione dei documenti sottratti e/o smarriti (cioè quete pagine), come pure altri nostri studi su scoperte storiche. Tale censura consiste nell'oscurare le nostre pagine dai motori di ricerca, in modo che chiunque immettesse una parola chiave nel motore non potesse avere accesso a quanto scritto.
Solamente con il sito "autodifesa" siamo stati visibili per un certo periodo, grazie allo stratagemma di una pubblicazione ospitata su server stranieri, che faceva da ponte alle pagine "italiane".
In luglio 2006 la censura ai nostri siti è stata tolta, forse grazie ad alcune nostre denunce ma poi è stata ripristinata in Agosto 2006. Rifacemmo allora nuova denuncia in settembre  e la censura fu nuovamente tolta.
Non ci è chiaro da chi fosse stata imposta questa censura: certo è preoccupante di come l'informazione sia così facilmente pilotata, mentre su Internet si trova tanto di quel ciarpame, volgarità ed oscenità, e varietà di opinioni, da far pensare, istintivamente, che di libertà ce ne sia fin troppa. Ma anche questo è falso. E' come se fosse tutto pilotato, forse anche gli stessi scandali.
La censura è in linea con il comportamento della Procura di Roma e di Milano dove sono stati sottratti e/o smarriti i nostri documenti.

Premessa:
La prima lettera aperta al Presidente della Repubblica, con relativa richiesta di aiuto, l'avevamo pubblicata ospitati in un sito, che conteneva altre informazioni: la pagina non era visibile e raggiungibile dalla home page. Si poteva dunque accedere solamente con l'indirizzo esatto.
In questo periodo controllavamo se la pagina usciva nei motori di ricerca con delle parole chiave. La nostra ricerca non ebbe mai esito positivo. Probabilmente, pensammo si trattasse per il motivo descritto sopra, ovvero che non era linkata alla home page. Facemmo pure un'altra ipotesi: lo stesso sito, che conteneva la nostra lettera aperta non era stato inserito in nessun motore di ricerca, perciò le informazioni contenute nella homepage non erano raggiungibili da alcun motore di ricerca.
Eravamo ancora a settembre 2005.

In un secondo tempo decidemmo di registrarci in uno spazio web gratuito, anche perchè tale spazio veniva visitato automaticamente dai motori di ricerca, entro alcuni giorni dalla pubblicazione.
Una volta pubblicato il nuovo sito abbiamo atteso i tempi tecnici, indicati in circa 10 giorni, ma passò più di un mese, e poi anche due, e ne motori di ricerca non ve ne era alcuna traccia. Abbiamo fatto il test con Google, Altavista, Yahoo. Da notare che altre pagine contenute nello stesso server apparivano normalmente.
Casualmente un giorno scoprimmo che un nostro vecchio sito, relativo alla nostra attività,  si trovava ancora nelle pagine di Google (si trovava solamente in cache perché non era più stato rinnovato il dominio). Particolare importante era che il vecchio sito aveva l'estensione ".com".
Ci venne l'intuizione di pubblicare una versione di queste pagine sotto un dominio americano ".com" facendo da ponte per il sito italiano.
Fu tramite questo stratagemma, che il nostro sito cominciò ad uscire su Google, e proprio nei primi risultati. In pratica la pagina "americana" aveva fatto da ponte per tutte le altre pagine, e il motore di ricerca entrando, dalla pagina americana, era andato ad analizzare anche tutte le pagine correlate a questa, seppur contenute nel sito italiano.
La cosa non durò molto, perchè dopo qualche settimana il nostro sito sparì nuovamente dal motore di ricerca. Per un certo periodo di tempo le nostre pagine apparivano e scomparivano dal motore di ricerca, non rimanendo nemmeno nella cache . Dopo tale periodo iniziale si stabilizzarono e non scomparvero più. Utilizzammo lo stesso stratagemma per altre pagine che contenevano la nostra scoperta storica sugli Estensi. In quel caso non riuscimmo in nessuna maniera ad uscire sui motori di ricerca, nemmeno con dominio straniero. Facemmo vari tentativi nel corso dei mesi ma non ottenemmo mai risultati positivi, mentre gli altri siti contenuti dentro il server apparivano normalmente. .
Solamente in Luglio 2006, inaspettatamente, tutte le nostre pagine uscirono da quella fantomatica lista nera, comparendo simultaneamente nel motore di ricerca, ma solamente dopo aver scritto una corposa lettera all'esercito!


La ricerca storica
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La ricerca storica è stata censurata in origine dallo stesso Comune, interpellato perchè direttamente coinvolto ed interessato, ancora nel 2004.
La censura si è manifestata, in un primo momento, nel non informare i cittadini nè utilizzarne i contenuti per ogni opera di valorizzazione.
La ricerca storica verte sulla casata Estense e su alcuni santi e beate di tale casata, ripercorrendo luoghi e date di patrimonio storico e religioso sbattuto qua e là in secoli di storia. Nulla quindi di politico o di offensivo. Tuttavia alcune istituzioni ferraresi, consideratesi uniche depositarie del patrimonio estense, non gradirono il nostro lavoro, impedendoci di accedere a materiale molto interessante. Non eravamo gli unici a cercare queste informazioni: ci siamo imbattuti anche in ricercatori inglesi ed altri ricercatori ufficiosi, segno di un certo fermento in proposito.
Peccato che questo fermento in Veneto fu ferocemente soffocato.
Ad inizio marzo 2005, lo stesso storico ufficiale di tale Comune, urlava da tutte le parti che gli ideatori di tale ricerca erano certamente persone sovversive, avevano finalità politiche e non era da escludere il colpo di stato: lo storico non sapeva che gli ideatori eravamo noi, e ce lo stava dicendo in faccia.
Pensammo subito che lo storico fosse matto, solo in seguito ci fu chiaro come tutto dovesse essere soffocato a qualunque costo.
Poi fu strumentalizzato un incidente, come ampiamente spiegato nel link di due anni d'inferno, tanto per nascondere esposti e ricerca e fatalmente ci trovammo ad avere a che fare con un maresciallo che era stato trasferito da Ferrara, cosa che non reputiamo casuale.
Visto che nessuno voleva saperne della ricerca, giornali inclusi, pubblicammo parte del contenuto in Internet, ancora a maggio 2005, all'interno del sito relativo alla nostra attività. Allora non avevamo scritto di lettere aperte o altro. Solo in seguito pubblicammo il sito di "autodifesa".
Tentammo la pubblicazione su un motore di ricerca straniero, alla stregua di quanto fatto per "autodifesa", come scritto sopra, ma senza alcun risultato.
Quando eravamo presso le suore, in Lombardia, le abbiamo sentito confabulare riguardo a notizie prese su di noi: eravamo pericolosi, sovversivi, scrivevamo in Internet con uno pseudonimo, che era solo l'indirizzo di posta elettronica, associato alla ricerca sugli Estensi, non quello legato ad "autodifesa". Alle suore era stato consigliato di mettere delle microspie dove dormivamo per capire quali erano le nostre intenzioni.
Ovviamente le brave suore si erano informate presso comune di residenza e qualche autorità.
Poi le brave suore continuarono sulla strada tracciata, e ci sbatterono in strada: a nulla valse nemmeno far vedere esposti, fax del PM e ratifica di denuncia appena presentata in Questura. Non ne vollero sapere.
La Questura era convinta che la suore ci avrebbero ospitato, e magari potevamo trovare qualche lavoretto per andare avanti, attendendo tempi nuovi.
Tanta gente si allineò tra le fila di questo potere, si allineò in malafede, perchè aveva ben capito la verità.
Certamente la censura del sito di ricerca storica deve essere partita da qualche autorità: non contiene infatti offese, parolacce, contenuti politici, oscenità...
Cosa avrà di tanto sconvolgente questa ricerca, non lo sappiamo neanche noi: la sua censura era molto più pressante rispetto al sito di  "autodifesa".
Ribadiamo che riguardo alla ricerca storica avevamo ricevuto intimidazioni in proposito: ci era stato detto di lasciar perdere gli Estensi, perchè "vi erano famiglie che non gradivano". Forse è questa la chiave di lettura?

Ora per capire se la censura è ancora operante basta fare alcuni controlli sui motori di ricerca ad esempio su Google. Sul motore inserite la parola chiave "framarchesa". Se fra i risultati non scorgete nessuna pagina ospitata all'indirizzo "digilander.libero.it/autodifesa" significa che la censura è attiva! Se non ci credete potete provare con altre parole contenute nel sito. Potete controllare se anche le nostre ricerche storiche sono state oscurate. Utilizzate la parola chiave "pulciko" oppure "contardo beatrice regina ungheria". In questo caso se tra le pagine elencate non ne esce nemmeno una contenuta direttamente, non tramite altri siti, in "digilander.libero.it/memorie" significa che la censura è attiva!

Perchè è importante essere visibili nel motore di ricerca
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Per visitare un sito internet occorre conoscerne l'indirizzo. L'indirizzo può essere acquisito tramite passa parola, tv,  da un libro, rivista, giornale, da un collegamento presente in un altro sito o da una ricerca fatta con un motore di ricerca. Noi stessi abbiamo utilizzato ampiamente la risorsa Internet per trovare fonti, documenti, notizie e informazioni di qualsiasi tipo. Supponiamo che vi sia uno studioso o un turista che vuole acquisire informazioni sugli Estensi. Potrà inserire alcune parole chiave come "Estensi" nel motore di ricerca e andare a sfogliare i risultati. Con la censura operata nei nostri confronti non troverà mai le nostre pagine. Troverà le pagine di Ferrara, di Modena e via così ma non le nostre. Dunque in primo luogo questa si manifesta come un impedimento della libertà di espressione, libertà di espressione prevista tra l'altro dalla Costituzione dello Stato Italiano.
Il secondo fatto, non meno grave del primo, è che in questa maniera si occultano degli aspetti culturali e storici. L'occultamento inciderà in maniera più pesante su un turista o un normale cittadino rispetto allo studioso, il quale può avvalersi più facilmente di altri strumenti di studio, come le biblioteche. La cosa è ancora più grave se si considera che nella nostra ricerca esponiamo delle situazioni storico-religiose, sconosciute in zone del Veneto, e che il materiale è reperibile solamente in biblioteche particolari come la Marciana di Venezia o l'Ariostea di Ferrara.

Perchè ci hanno censurato?
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Sulla censura delle pagine di autodifesa sorvoliamo perchè crediamo si spieghi da sola....
Sulla censura della ricerca storica ipotizziamo interessi economici sulle cave aperte e sulle Antenne....
Il problema è che visitando alcuni luoghi indicati nella ricerca che ci è stata censurata ci si può trovare questo: vedi fotografie
Un secondo aspetto è che le notizie storiche e pure i beati con relative reliquie sono utilizzati a proprio uso e piacimento da:  vedi questo


Alcune dimostrazioni pratiche e test

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Per completare questa pagina riportiamo la fotografia di alcuni risultati di  ricerche precedenti.
Per capire se le pagine sono censurate ci basiamo su delle parole chiave che poco utilizzate, per selezionare solo risultati d'interesse, nel caso di esito positivo.
Per le pagine di "autodifesa" utilizziamo la parola chiave "framarchesa" mentre per le pagine di "memorie" utilizziamo la parola chiave "pulciko" oppure "contardo beatrice regina ungheria". Le nostre ricerche sono sempre state più elaborate, perchè ci siamo spinti a utilizzare varie chiavi, onde evitare che i risultati fossero influenzati da qualche variazione apportata all'algoritmo del motore di ricerca. E' da notare inoltre che le pagine quando sono censurate spariscono anche dalla "cache" di Google e non vi è più traccia. Quest'ultima cosa non accade, normalmente, nemmeno se il sito è spirato. Infatti un nostro vecchio sito, relativo ad attività di lavoro, è rimasto nella "cache" per anni, anche se non esisteva più.
Per capire se le pagine sono censurate, occorre scorrere tutti i risultati, e vedere se gli indirizzi delle occorrenze trovate sono all'interno rispettivamente di "digilander.libero.it/autodifesa" e di  "digilander.libero.it/memorie".  Se non vi si trova nessuna pagina con questi indirizzi, vuol dire che il rispettivo sito è censurato dal motore di ricerca.
Vi si possono trovare altre occorrenze, dovute soprattutto a nostri dialoghi riportati in alcuni newsgroup, i quali tecnicamente non sono facilmente censurabili.

Questa prima immagine riporta i risultati di una ricerca su Google, dopo aver posto delle pagine in siti stranieri che facevano da ponte al sito italiano. Siamo in febbraio 2006 e lo si capisce anche dal logo di Google! Solamente dopo questo stratagemma riuscimmo ad uscire sul motore di ricerca.
In quel periodo tentammo di fare la stessa cosa con "memorie" ma non riuscimmo nell'intento!

autodifesa non censurata -siamo nel periodo delle olimpiadi di febbraio 2006 (secondo risultato OK)

Ad inizio giugno 2006 segnalammo la censura  all'esercito. Non ottenemmo nessuna risposta, ma un mese dopo uscirono dalla censura pure le pagine contenute in "digilander.libero.it/memorie". Era la prima volta che ciò accadeva. Ed anche autodifesa continuava a rimanere visibile.

A fine giugno, sulla base delle notizie sentite per telegiornale, scrivemmo alla Procura di Napoli. Scrivemmo tre lettere. La prima lettera indicava elementi utili per le indagini relative alla FIGC e la spedimmo al Sostituto Procuratore Narducci all'indirizzo trovato tramite Internet. Inviammo all'attenzione sempre dello stesso una email simile. Temendo che le lettere fossero intercettate, inviammo anche due lettere anonime all'indirizzo del PM Narducci, e questa volta pure del PM Beatrice, segnalando l'indirizzo Internet in cui vi potevano essere informazioni  di loro interesse (le lettere anonime non riportavano i nostri nomi e cognomi e dunque potevano passare più facilmente inosservate)..
Noi non sappiamo se tali lettere siano arrivate, perchè non abbiamo avuto nessuna risposta da Napoli. Solamente per l'email abbiamo avuto un semplice "avviso di lettura" datoci di ritorno alla posta elettronica inoltrata.
Dopo l'invio di queste lettere, il 18 di agosto notiamo che il sito di "autodifesa" è nuovamente censurato dai motori di ricerca. Quello di "memorie" invece vi rimane ancora per poi sparire poche settimane dopo.
Torniamo dunque al punto iniziale. Anzi ci rammarichiamo di aver raccontato come essere riusciti a saltare inizialmente la censura di "autodifesa" perchè ora nemmeno queste pagine si vedono, e forse abbiamo dato la chiave di lettura sul come fare a toglierle di mezzo. Non sappiamo se Napoli centra con questa nuova censura, certo che a noi non è arrivata nessuna comunicazione.

vedi autodifesa censurata 18 agosto 2006 
vedi autodifesa censurata 2 settembre 2006

vedi memorie non ancora  censurato 18 agosto 2006 (ultimo risultato OK)
vedi memorie censurato 2 settembre 2006

Dopo la censura di settembre scriviamo di nuovo all'esercito e viene nuovamente tolta la censura.
Ci accorgiamo che ci avevano comunque rovinato alcuni files relativi ai nostri studi sulla mafia-massoneria. Questa è stata l'indicazione che la "cultura" da più fastidio della cronaca!

Il 14 di Novembre '06 ci accorgiamo che hanno nuovamente censurato "MEMORIE" ma hanno lasciato visibile AUTODIFESA.


vedi risultati autodifesa non censurata 14 novembre 2006
memorie censurato dal motore di ricerca 14 novembre 2006:
-esempio a
-esempio b
-esempio c
Ora in questa pagina abbiamo riportato solamente alcuni risultati d'esempio. Il comportamento della censura "invisibile" è in linea con l'aver fatto sparire e/o sottratto i documenti in Procura della Repubblica di Roma ed altri atteggiamenti descritti in questo sito.

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