Le iniziative di legge del governo Prodi, in materia di immigrazione e relativa concessione di diritti elettorali, sono (fortunatamente) in buona parte cadute, insieme al governo stesso. Riteniamo opportuno, comunque, proporre questo articolo, che spiega chiaramente il perché di tanta premura, da parte dei politici di sinistra, nel concedere il diritto di voto agli immigrati.
Da quando votano anche gli immigrati, la destra belga non vince più nemmeno ad Anversa, roccaforte del Vlaams Belang. Il Belgio insegna. E l'Italia ha già fatto i compiti.
tratto da Tempi.it del 22/03/2007
La sinistra italiana può sorridere. È in arrivo un milione circa di nuovi voti per lei. Fra poche settimane entrerà in vigore la nuova legge sull'immigrazione Amato-Ferrero e nel 2008 un milione di nuovi elettori immigrati voterà alle elezioni amministrative. Poi centinaia di migliaia avranno diritto di voto alle politiche, perché la legge prevede la concessione della cittadinanza dopo appena cinque anni di residenza in Italia. E il risultato sarà lo spostamento a sinistra del quadro politico, nei Comuni come al Parlamento nazionale. A suggerire queste previsioni non è un pregiudizio xenofobo, ma l'analisi di quello che è successo nei paesi europei che Amato e Ferrero hanno scelto, consapevolmente, di imitare.
L'anno scorso di questi tempi il Partito socialista olandese ha conquistato tutti i più importanti municipi nelle elezioni amministrative. Le analisi del voto hanno rivelato che il 92 per cento degli elettori non olandesi ha votato per i partiti di sinistra. Nell'ottobre scorso si sono svolte le elezioni amministrative nelle principali città del Belgio. Qui una legge approvata nella scorsa legislatura ha stabilito la concessione del diritto di voto sia nelle elezioni locali che in quelle politiche a tutti coloro che risiedono nel paese da tre anni (in alcuni casi anche solo due). Il risultato è stato una marea di voti per i partiti di sinistra. Ad Anversa, feudo elettorale del partito secessionista e antimusulmano fiammingo Vlaams Belang (Vb), il Partito socialista è balzato dal 19,5 al 35,3 per cento dei voti conquistando 22 seggi su 55 e diventando il primo partito della città, perché il Vb si è limitato a un piccolo incremento dal 33 al 33,5 per cento. Dei 22 eletti socialisti, ben 7 sono immigrati musulmani: cinque marocchini e due turchi. Uno solo di essi aveva già esperienza politica, tutti gli altri si presentavano per la prima volta. Anche i cristiano-democratici hanno presentato candidati immigrati, così che oggi due dei sei consiglieri comunali del Partito cristiano-sociale fiammingo risultano essere musulmani. Filip Dewinter, il leader del Vb, se n'è fatta una ragione: «Sono realista», ha dichiarato. «Il numero di potenziali elettori per il nostro partito declina di anno in anno. Attualmente un quarto della popolazione di Anversa è formato da immigrati. Queste persone non votano per noi. Ogni anno 4 mila abitanti della popolazione originaria abbandonano la città e 5 mila immigrati entrano. Noi non presentiamo candidati del tipo "alibi Alì" come gli altri partiti, ma so che un giorno questo accadrà. Porgiamo la mano a tutte le persone di origine straniera che vogliono diventare fiamminghi fra i fiamminghi».
Difficile che venga accolta l'offerta dell'appestato Vb (che non governa nemmeno i Comuni dove raccoglie più del 30 per cento dei voti a causa del "cordone sanitario" che gli hanno costruito attorno gli altri partiti), ma non tanto per ragioni ideologiche. Gli immigrati politicamente di destra e di estrema destra esistono eccome. Ma c'è un problema: in Belgio, come in Olanda, votano quasi tutti a sinistra.
I Lupi grigi in Comune
Il perché lo spiega Paul Belien, direttore del giornale online Brussels Journal: «Nei prossimi anni la politica europea si sposterà nettamente a sinistra a causa della crescente influenza del voto immigrante, che desidera mantenere ed espandere i benefici del welfare. Gli immigrati non si porranno il problema di rimediare all'insostenibilità economica del welfare state europeo. Perciò il sistema crollerà. Non credo che i molti immigrati in cerca di rendite, anche se ideologicamente di estrema destra, si uniranno a un partito come il Vb che è percepito come contrario al sistema del welfare europeo. L'ironia della situazione è che i principali partiti belgi, come i socialisti e i cristiano-democratici, che affermano di detestare l'estrema destra, hanno presentato alle elezioni candidati turchi che appartengono a formazioni di estrema destra, islamiste e antisocialiste». Tutto documentabile. Mehmet Özçelik, membro della sezione di Berchem del Partito socialista, è vicino ai Lupi grigi, che sono accusati di aver organizzato assalti ai negozi curdi a Bruxelles nel 1994 e nel 1998. L'8 aprile dell'anno scorso Özçelik ha partecipato nella capitale a un meeting di commemorazione di Alparslan Türkes, il fondatore del Milliyetçi Hareket Partisi (Mhp), il partito dei Lupi grigi. Mesut Yucel è stato eletto al Consiglio provinciale di Anversa nelle liste socialiste. È entrato in politica sei anni fa coi Verdi, poi è passato al Partito socialista. Come Özçelik è membro della Belçika Turk Federasyonu (Btf), che collega varie cellule dei Lupi grigi presenti in Belgio.
A Ghent, altra città con una forte concentrazione di immigrati turchi, la Cd&V (democristiani) ha candidato Fuat Korkmazer presidente di Türk Ocagi, un'organizzazione culturale dei Lupi grigi. Costui si è dimesso dalla sua carica una settimana prima delle elezioni, dopo essere stato smascherato dalla stampa, e non è stato eletto. Non si è invece dimesso da un'organizzazione ombra dei Lupi grigi (pur avendolo annunciato) ed è stato eletto consigliere per il Partito socialista a Schaarbeek, sobborgo di Bruxelles, Murat Denizli, 34enne industriale delle merendine. Denizli afferma di essere minacciato di morte da un gruppo terrorista turco di estrema sinistra che avrebbe fatto trovare una testa di capretto mozzata sotto la sua auto. Un po' diversa la storia di Emir Kir, di origine turca, rispettato ministro regionale dei Beni pubblici, monumenti e siti storici di Bruxelles-Capitale per il Partito socialista. Nel 2004 Kir ha fatto causa a un sito internet che lo accusava di negare il genocidio contro gli armeni, ma ha perso la causa, anche perché durante il processo si è rifiutato di confermare o smentire di aver firmato una petizione dell'Associazione per il pensiero di Atatürk che domandava la rimozione del monumento della località di Ixelles che commemora il genocidio degli armeni.
Tutto fa pensare che la stessa dinamica si riproporrà in Italia quando entrerà in vigore la legge Amato-Ferrero: partiti come i Verdi e i Comunisti Italiani apriranno le loro file e le loro liste ad attivisti dell'Ucoii impegnati a imporre il velo alle donne e a segregare la comunità islamica dalla società italiana, ma fedeli alleati nella lotta contro l'America, i sionisti e Berlusconi. Così va l'Europa 50 anni dopo i Trattati di Roma.