Lettera della moglie di un ‘martire’ alla moglie di Paul Johnson, assassinato da terroristi islamici in Arabia Saudita
Nell'ultima edizione Sawt al-Jihad ("Voce della Jihad"), che è considerato vicino ad Al-Qaida , ha pubblicato un articolo dal titolo "Lettera alla moglie del pagano assassinato Paul Johson dalla moglie di uno dei martiri". La lettera anonima, attribuita alla moglie di uno dei terroristi freddati dalle forze di sicurezza saudite, celebra l'uccisione in Arabia Saudita dell'ostaggio americano, Paul Johson . Seguono brani della lettera.
"Il sangue di suo marito è il sangue di un cane perché egli era un infedele idolatra" "Ho sentito che lei è apparsa in televisione, fingendo innocenza e chiedendosi qual era il peccato di suo marito e quale il suo crimine. Io credo che lei non ignori che egli era veramente uno dei più grandi criminali, anche se non è considerato tale secondo gli standard di voi infedeli. … Lo sa che mio marito è stato ucciso di fronte ai miei occhi nella propria patria? Lo sa che a ucciderlo è stata gente della sicurezza addestrata per difendere gli imperialisti e per spaventare e uccidere i musulmani del paese? Quando suo marito è stato preso in ostaggio, se n'è parlato molto e il mondo era scosso. Tuttavia, questa stessa gente non ha speso nemmeno metà delle parole [per denunciare] l'America, cosiddetto paese di giustizia e libertà, mentre deteneva in questi tre anni più di 600 musulmani a Cuba. E questo senza contare i nostri prigionieri in Iraq, Pakistan, la terra delle Due Moschee sacre (Arabia Saudita), Giordania e in altre località. Noi li amiamo più di quanto lei possa immaginare, perché il sangue di un musulmano è per noi più prezioso della Ka'ba , ma il sangue di suo marito è il sangue di un cane perché lui era un infedele idolatra". "Il cadavere di suo marito sarà seguito da montagne di cadaveri" "Lo sa che non abbiamo fatto nulla riguardo al sangue dei musulmani e quello di mio marito, che è stato versato per niente. Abbiamo appena iniziato e il cadavere di suo marito sarà seguito da montagne di cadaveri di suoi compatrioti, finché non lasceranno il paese del Profeta, le preghiere di Allah e pace sia con lui, a testa bassa e umiliati. Come può parlare dell'innocenza di suo marito, che Allah lo maledica, quando sentivate gli avvertimenti dei Mujahidin che vi chiedevano di lasciare il loro paese, a voi proibito? Voi però avete tappato le orecchie e continuato ostinatamente nei vostri misfatti. Questa è la sua punizione. Che lei possa spargere lacrime miste a sangue, proprio come abbiamo pianto sangue per via dei vostri aerei e delle vostre truppe. Quando mio marito è stato ucciso, lei certo non se n'è interessata, né lo sapeva; se lo avesse saputo, lei probabilmente sarebbe stata contenta che è stato ucciso prima che potesse raggiungere suo marito e i suoi compatrioti. Trovo, in ogni caso, conforto nel fatto che i Mujahidin sono riusciti a raggiungere il loro obiettivo con precisione e hanno ucciso suo marito sgozzandolo. Per Allah, quel giorno ho gioito molto perché il vero terrorista è stato ammazzato, colmo del sangue dei nostri bambini musulmani". "Vi odiamo, infedeli, e vi detestiamo fino all'osso" "Non so se lei sa che vi odiamo, infedeli, e che vi detestiamo fino all'osso. Come potrebbe essere altrimenti, quando godete di preferenze rispetto a noi, anche nel nostro paese? Un aereo ha volato per lungo tempo in cerca di suo marito mentre era tenuto in ostaggio? Si è parlato molto – anche tra gente che pretendono di essere sacerdoti musulmani – di negoziare coi Mujahidin per convincerli di liberare suo marito. Ma [nel caso] di mio marito, ci hanno impedito di pregare per lui, anche dopo la sua morte, e non ci hanno dato il suo corpo puro [per seppellirlo]. Confidiamo solo in Allah perché [punisca] coloro che ci hanno fatto del torto allo scopo di compiacere suo marito e i suoi simili. Nessuno ha detto una parola riguardo mio marito, anche se tutti sapevano di lui e della sua rettitudine. Questo per la paura della loro dea, l'America. Dica al governo [saudita] - che si è autonominato a [comandarci] - che quel che fanno con i nostri giovani impegnati nella Jihad è bene: se li ammazzate, li mandate in paradiso per la via più breve, Allah volendo; se li lasciate vivere, non riuscendo a sopraffarli, va bene perché vi combatteranno e forzeranno gli infedeli ad andarsene dalla terra dell'Islam".