ovvero quando comunismo ed islam vanno a braccetto
Pare proprio che Fidel Castro abbia deciso di utilizzare l’integralismo islamico in funzione antioccidentale. Seguendo fedelmente il pericoloso detto “il nemico del mio nemico è mio amico”, il dittatore comunista sta infatti rinsaldando i legami, ideologici ed economici, con i fondamentalisti islamici, ed in particolare con l’Iran, che ai suoi occhi ha il pregio di essersi schierato apertamente contro gli odiati Stati Uniti.
Da Pepeonline.it n. 18, settembre 2006
Ho sempre cercato d'imparare da coloro che, per vocazione o convinzione, decidono di dedicare parte della loro esistenza alla causa del bene, malgrado non riesca sempre ad afferrare il meglio del loro insegnamento. Molte di queste persone sensate e di buona volontà non si sono mai stancate di avvertire il mondo circa il pericolo costituito dall'Islamismo radicale.
Non mi stancherò quindi nemmeno io di ripetere che esiste una mostruosa empatia tra l'Islamismo radicale e quella parte non meno criminale della frustrata Sinistra internazionale che io conosco bene. A mio avviso, non sbaglia chi sostiene che la Terza Guerra Mondiale ebbe inizio l'11 Settembre 2001. Non sbagliano neppure quanti affermano che il piano per una guerra asimmetrica a livello mondiale fu disegnato a Cuba nel 1966, durante la conferenza "Tricontinental". Fino alla noia, bisogna ripetere che esistono due frasi, più mostruose che famose, coincidenti nel loro contenuto d'orrore.
"Noi amiamo la morte come voi la vita" (come disse un capo di Al Qaida, ndr) e
“I rivoluzionari devono diventare uno strumento d'uccisione del nemico".
Due frasi che hanno la stessa radice: l'odio e il disprezzo per la vita di coloro che sostengono la filosofia liberale o s'inseriscono o si riconoscono nel codice di valori della società americana. La Terza Conferenza Internazionale di solidarietà con la Palestina (promossa anche da Castro) che si è svolta pochi mesi fa, ha scelto come sede - non a caso - la città di Teheran. Ci ha indicato con chiarezza l'obiettivo del conclave: minare la coscienza di coloro che non hanno ancora deciso di partecipare all'opera di distruzione degli Stati Uniti d'America, Israele e del resto dei paesi occidentali.
Finanziare ed appoggiare in tutti modi la Palestina per cancellare dalla faccia della terra Israele e cos? pulire la strada verso l'Occidente, costituisce il centro della filosofia del gruppo che ha partecipato al conclave di Teheran. Non potevano mancare i collaboratori di Castro: un gruppo d'ufficiali dell'intelligenza cubana con a capo Ricardo Alarcon, presidente del "parlamento" della dittatura cubana (un'insopportabile balla da inghiottire: un "parlamento" in una dittatura).
Alla riunione castrista e iraniana c’era anche Hugo Chavez, l'allievo prediletto del dinosauro politico caraibico, e i comunisti di tutto il mondo. La Cina, che sta diventando un colosso, non si pronuncia apertamente né contro né a favore del terrorismo anti-occidentale, non solo a causa dei suoi interessi economici che si traducono in petrolio ma anche per convenienza ideologica. Attualmente la voce più altisonante fra quelle che sfidano la nostra cultura rimane quella del presidente iraniano, che vuole a tutti costi la bomba atomica.
Durante l'inaugurazione del centro di genetica e biotecnologia che il regime cubano ha costruito per il suo violento partner, Castro ha detto: “Cuba ed Iran, insieme, metteranno in ginocchio gli Stati Uniti d'America.” L'Islam per sua natura è più vicino al comunismo che all'Occidente. Gli Stati Uniti, evidentemente, hanno molte difficoltà. La propaganda anti-americana fa credere alla gente che la guerra in Iraq è un fallimento sia come progetto democratico sia come strategia globale. Questa propaganda è molto forte in Italia, dove la sinistra gramsciana esercita la sua incontrastata egemonia su tutti i mezzi di comunicazione.
E a proposito di famiglia, l'Europa sembra animata dalla volontà di distruggere il suo stesso focolare. Come a dire: davanti al criminale che viene a rubare i beni familiari e anche a sterminare la famiglia, critica il padre che fa entrare il ladro. Non reagisce. Invece di cercare un'alleanza forte con il padre americano, molti fratelli d'Europa passano la giornata a fare chiacchiere sui valori della democrazia, sulla loro comprensione da parte dei musulmani e sul "male" rappresentato dagli Stati Uniti d'America.
Da questa marea di fatti accaduti dopo l'11 Settembre io deduco che, ora più che mai, gli islamisti radicali e i comunisti di tutto il mondo, compresi gli intellettuali e certi politici dell'Occidente, convergono sull'idea di distruggere gli Stati Uniti e la civiltà occidentale. Per me, contare sull'Europa, se non cambia atteggiamento, è un vero errore.
Qualche mese fa a Cuba, in una zona di Habana, stranamente, è comparso un gruppo di giovani convertiti all'Islam. Sono convinto che questi non saranno mai perseguitati dal regime. Addirittura, penso che ci sia di mezzo la mano pelosa del lupo Castro.
Sottostimato da tanti americani e amato da molti europei, il dittatore cubano continua a farsi venire delle idee meravigliose per lasciare Cuba ancora più distrutta. Lui, che ha l'olfatto diabolico, vuole lasciare ai cubani la strada verso la democrazia più ingombra possibile: per questo cerca di allargare l'itinerario occidentale dell'islamismo radicale fino a Cuba: così ci ricorderemo di Castro fino alla fine dei nostri giorni.