Intellettuale egiziano: ‘I programmi dell’Università Al Azhar incoraggiano estremismo e terrorismo’
Sayyed Al Qumni, docente di sociologia della religione presso l'Università del Cairo, denuncia, in un articolo sul settimanale egiziano Roz Al Youssef, che i programmi dell'Università Al Azhar incoraggiano l'estremismo e il terrorismo. Seguono brani dell'articolo:
28/11/04
"Alcuni degli sceicchi dell’Università Al Azhar stanno cercando di riportarla al medioevo"
«Proviamo a dare un'occhiata ai programmi di giurisprudenza islamica ad Al Azhar, come viene insegnata ai livelli intermedi, non per chiedere di proibirne i testi, ma per comprendere che toglierli dai programmi è il primo passo per la riforma. Essi devono, naturalmente, continuare a figurare in una biblioteca islamica, come fonti per chiunque voglia conoscere il pensiero musulmano nell'epoca d'oro della giurisprudenza islamica, per farci capire la mentalità di certi sceicchi di oggi e che cosa vogliono dai nostri giovani […].
Al Azhar continua a essere un luogo d'istruzione e di difesa dell'Islam moderato e delle idee generalmente accettate. Ciò nondimeno, alcuni degli sceicchi di Al Azhar cercano di riportarla al medioevo e di ispirarsi da scuole di pensiero radicali. Se Al Azhar si liberasse di loro e delle loro idee, cancellerebbe quelle macchie scure dalla sua veste.
Se si esaminano alcuni dei programmi estremistici, ci si rende conto che il principio, per cui si deve combattere e uccidere chiunque non sia musulmano, non è un'innovazione feroce del fondatore del wahhabismo, lo sceicco Muhammad ibn Abdel Wahhab e di Ayman Al Zawahiri, [vice di Osama bin Laden e capo dell'organizzazione della Jihad islamica egiziana]. Infatti un testo della Hanafi [scuola di pensiero] Al Ikhtiyar fi Ta'lil Al Mukhtar [di Abdallah ibn Mahmoud Al Mawslily ] insegna alla futura generazione che "la guerra contro gli infedeli è un dovere per ogni uomo intelligente, sano, libero e capace […]. E quando i musulmani assediano in una città o in una fortezza i loro nemici, devono spingerli a convertirsi all'Islam. Se si convertono, i musulmani cesseranno di assalirli, altrimenti dovranno pagare la jizya [imposta pro capite]. Se essi rifiutano di pagarla, i musulmani invocheranno l'aiuto di Allah per combatterli, per costruire catapulte, per distruggere i loro campi e i loro alberi e bruciarli, per colpirli con le pietre delle catapulte, anche se i nemici usano musulmani come scudi umani […]"».
"Che tipo di insegnamento diamo alla nostra prossima generazione: che ha il diritto di aggredire altri paesi per convertirli all'Islam?"
«Il libro poi insegna a comportarsi con pietà in questa guerra: "I musulmani non devono infrangere un contratto che assicura protezione ai sottomessi, non devono prendere più della loro parte di bottino, non devono mutilare i corpi, ammazzare i pazzi, le donne, i bambini, gli storpi, uno che ha avuto la destra amputata o un vecchio, a meno che non si tratti di un re o di una persona in grado di combattere, di incitare alla guerra, di dar consigli sulla guerra o di istigare a combattere per mezzo dei suoi beni". La clausola che le donne, i vecchi e gli storpi verrebbero perdonati se non incitassero alla guerra, implica che in effetti si può uccidere chiunque, dal momento che non vi è abitante di un paese attaccato dallo straniero che non inciti alla battaglia […].
Proseguiamo nella lettura di alcuni dei programmi di estremismo [ Al Ikhtiyar fi Ta'lil Al Mukhtar ]: "Quando l'imam conquista un paese con la forza, se lo desidera, lo dividerà fra quelli che hanno preso il bottino e se lo desidera giustizierà i prigionieri, li soggiogherà o li lascerà sotto la tutela dei musulmani. Inoltre, se vuole ritornare al suo paese e ha bestiame che non può portarsi dietro, lo macellerà e lo brucerà".
Che insegnamento diamo alla nostra prossima generazione: che ha il diritto di aggredire altri paesi per convertirli all'Islam o per far loro pagare la jizya, e se rifiutano noi li distruggeremo dal primo all'ultimo? Che ha il diritto di saccheggiare le terre e che, se non può portarsi dietro il bottino, può bruciarlo? Come si può immaginare uno di un'altra religione che paga la jizya, in condizione di sottomissione, a un popolo che non riconosce, solo perché è in grado di aggredire, di uccidere e di massacrare? […]».
"Si devono umiliare i dhimmi [i non musulmani che vivono in terre musulmane]"
«E cosa avviene dopo la conquista, l'emigrazione e l'insediamento nel paese conquistato, accanto ai residenti non musulmani che pagano la jyzya ? A questo proposito Al Rawdh Al Murabba Sharh Zad Al Mustaqna [di Mansur ibn Yunes Al Buhuti], ci dà delle indicazioni precise su come si dovrà comportare un laureato di Al Azhar con i fratelli non musulmani nella terra araba: "Si taglieranno loro i capelli sulla fronte […]. Sarà permesso loro di montare altre cavalcature che non siano cavalli, ossia asini, ma senza sella […]. Non ci si deve alzare in piedi in segno di rispetto o salutarli per primi […]. Non si devono far loro le condoglianze, né andarli a trovare se sono malati o partecipare alle loro feste. A loro è proibito edificare nuove chiese o ricostruire quelle distrutte […]. E' proibito costruire edifici più alti di quelli che appartengono ai musulmani […]. Non possono alzare la voce quando piangono un morto". Se un dhimmi invita un musulmano a una festa di nozze, lui non deve andarci, "perché i dhimmi devono essere umiliati[…]"».
" E noi ci chiediamo ancora da dove ha origine il terrore: questo è solo un esempio degli scritti degli sceicchi estremisti "
«Che altro figura in questi programmi estremistici […]? In Al Rawdh Al Murabba, si trova una questione legale relativa alle relazioni fra il dhimmi e il musulmano: se un appartenente al Popolo del Libro, il dhimmi, evita di pagare la jizya, è permesso disporre della sua vita e dei suoi beni. Se il dhimmi uccide un musulmano, dovrà essere ucciso, ma se un musulmano lo uccide non verrà ucciso, bensì dovrà pagare un riscatto e il riscatto per l'assassinio di un dhimmi è la metà di quello per l'uccisione di un musulmano. Le vette della giustizia…
Comunque, in aggiunta a tutte queste tenebre e ripugnante tirannia, ci sono degli aneddoti. Così, in un capitolo di Al Rawdh Al Murabba che tratta delle donazioni, scopriamo che è permesso lasciare beni a beneficio di un infedele, che non sia nemico o apostata. Perché? Vi piacerà la spiegazione: perché "non sarà per sempre, dato che entrambi saranno giustiziati presto".
Inoltre, si deve impedire che un infedele legga il Corano, anche se si vuole convertire […]. Nel capitolo sulle amputazioni, come pena per i furti, si dice che l'amputazione è prevista se il bene rubato è rispettabile. Ciò vuol dire che è permesso rubare strumenti musicali […].
Questo è ciò che si insegna ad Al Azhar […], e ci sono altre tradizioni che suscitano disgusto e feriscono, come il metodo di purificazione dopo aver fatto i propri bisogni […]. E' proibito usare carta decorosa, ossia quella su cui sia scritto il nome di Allah o un nome proprio, come [i fogli dei libri] di Hadith e della Shari'a, la legge islamica. Invece è permesso usare carta screditata, del tipo di quella su cui sono scritte le scienze filosofiche o logiche, sempre dopo essersi accertati che non contengano il nome di Allah [da Al Iqna' fi Haqq Alfaz Abi Shuja di Mansuur ibn Yunes Al Buhuti ].
E noi ci chiediamo ancora da dove ha origine il terrore: questo è solo un esempio degli scritti degli sceicchi estremisti che si sono introdotti nella nostra nobile istituzione religiosa. […]».