Il Vescovo Coletti: «Moschea? Prima rispettino le nostre leggi»
Il Vescovo di Como agli islamici: fondamentale la reciprocità. Non si possono invocare solo diritti. tratto da Avvenire.it del 2/10/2007
“Quando i responsabili delle comunità musulmane sottoscriveranno patti seri, coerenti e concreti nel rispetto della libertà di tutte le altre confessioni, della libertà delle donne, del coniuge non musulmano o di chi si converte dall’Islam al Cristianesimo, allora avremo risolto molti problemi. Ma se non si offriranno con chiarezza e coerenza queste garanzie, allora della questione dovrà occuparsi l’autorità italiana in base al dettato della Costituzione e non solo la Chiesa cattolica”. La riflessione è del Vescovo di Como, Diego Coletti, a proposito della questione Islam. Nelle ultime settimane è scoppiata forte la polemica sugli spazi da riservare ai credenti di fede musulmana durante il mese di Ramadan. Il portavoce della comunità islamica presente a Como, Sawat El Sisi, un paio di settimane fa aveva avanzato al Comune una richiesta per poter allestire una grande tenda nel quartiere Muggiò, alla periferia sud della città.
Palazzo Cernezzi non ha rilasciato l’autorizzazione e da allora è un susseguirsi di dibattiti e confronti serrati a mezzo stampa e tv. Anche perché il 'no' al tendone è arrivato dopo la decisione all’unanimità, del Comune di Como, di stralciare un’altra proposta avanzata da El Sisi: riservare una parte del cimitero di Como-Camerlata agli islamici.
«La questione, chiarisce il Vescovo di Como, non riguarda tanto l’allestimento della tenda per il Ramadan, che comunque sarebbe stata una struttura provvisoria, quanto l’eventualità della costruzione di una moschea. Il discorso di fondo resta sempre quello della reciprocità. A partire dal semplice principio che al riconoscimento di determinati diritti, corrisponde anche la responsabilità di assumersi dei doveri. Un atteggiamento che comporta il rispetto sia dei diritti/doveri altrui, sia delle altre realtà religiose presenti in Italia, in primis la religione cattolica: i musulmani la devono rispettare come i cattolici devono rispettare la loro.
Le difficoltà - aggiunge monsignor Coletti - nascono anche dall’impossibilità di capire con quale autorità del mondo islamico ci si debba confrontare. Ribadisco, però, che il problema non è solo della Chiesa cattolica, ma dello Stato italiano, nella cui Costituzione non mi sembra vi sia scritto che si deve perseguitare una persona perché ha mutato religione, né che vi sia l’obbligo per la moglie di convertirsi al credo del marito».