La negazione dell’antisemitismo e dell’Olocausto nei media iraniani

Di recente si è osservato nei media iraniani un aumento di antisemitismo e di espressioni di negazione dell'Olocausto.
Il Tehran Times, legato al ministero degli Esteri iraniano, ha pubblicato un editoriale di Hossein Amiri intitolato "Menzogne dell'industria dell'Olocausto", in coincidenza con la giornata internazionale di commemorazione della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz il 27 gennaio. Secondo il giornalista, le sofferenze del popolo palestinese sono da imputarsi sia agli ebrei che a tutto il mondo occidentale, che sfrutta appunto l’Olocausto per giustificare la situazione palestinese. Spargendo così benzina sul fuoco dello scontro israelo-palestinese e più in generale occidente-islam.


Editorialista iraniano: "I campi di concentramento nazisti erano […] come qualunque altro campo di internamento in altre guerre […]. L'affermazione che durante la Seconda Guerra mondiale furono uccisi 6 milioni di ebrei è un'esagerazione"

In un commento intitolato "Le menzogne dell'industria dell'Olocausto" e pubblicato dal Tehran Times, giornale legato al Ministero degli Esteri dell'Iran, il giornalista Hossein Amiri sostiene che l'Olocausto non ha mai avuto luogo e basa la sua opinione sugli "storici revisionisti", i quali hanno "dimostrato" che l'estirpazione degli ebrei avrebbe richiesto più tempo dei sei anni della guerra e che la "pulizia etnica mediante l'impiego del gas tossico Zyklon-B, come sostengono i sionisti, all'epoca non era possibile". L'articolo minimizza l'Olocausto, dichiarando che ogni guerra – non solo la Seconda Guerra mondiale – "conduce a molti problemi e disastri", e che i campi di concentramento nazisti non erano peggio di qualsiasi altro campo di internamento: "Naturalmente i campi di concentramento nazisti non erano luoghi di villeggiatura e imponevano numerose difficoltà ai prigionieri, esattamente come in qualsiasi altro campo di internamento durante altre guerre". I detenuti, secondo il Tehran Times, "morivano di fame, malattia e altre cause".
L'articolo accusa Israele e l'Europa di sfruttare l'Olocausto per giustificare le sofferenze dei palestinesi e sostiene che la "questione dell'Olocausto viene sollevata solo per coprire i crimini di Israele in Palestina". Secondo il Tehran Times, i sionisti stanno cercando di rivitalizzare la questione dell'Olocausto perché ha perso credito presso l'opinione pubblica mondiale. A questo fine usano i media a livello mondiale, Internet e l'industria cinematografica di Hollywood, in cui gli ebrei, secondo l'articolo, giocano un ruolo importante. Eccone alcuni passaggi:
"Sottoporre alla tortura un gruppo etnico o una nazione con qualsiasi pretesto è abbastanza inaccettabile, ma è ancor peggio quando di questa sofferenza viene fatto cattivo uso e la cosa peggiore di tutte è quando un gruppo cerca di esagerare l'evento a fini politici.
Esagerando le sofferenze degli ebrei durante la Seconda Guerra mondiale, i gruppi sionisti e il regime israeliano sfruttano la situazione sollevando la questione davanti agli organismi internazionali con l'obiettivo di neutralizzare qualsiasi opposizione alle loro trame diaboliche.
Nessuno cerca di ignorare le sofferenze degli ebrei per mano dei nazisti, ma le sofferenze di un gruppo religioso-etnico non dovrebbero far sì che il mondo dimentichi quelle di un'altra nazione o permetta a coloro che hanno subito la persecuzione di compiere la stessa ingiustizia contro un'altra nazione. Ogni anno, il 27 gennaio, i media dedicano ampio spazio al cosiddetto Olocausto, e Tel Aviv rimprovera il mondo per le storiche sofferenze che afferma di aver subito nel passato.
Oggi l'Olocausto ha connotazioni molto complicate. L'esagerazione del fenomeno può essere interpretata come il tentativo da parte degli europei di mettersi la coscienza in pace, consegnando le terre della nazione palestinese a un popolo a cui gli europei pensano di aver fatto un torto.
Dopo la fine della guerra nel 1945, gli Alleati e i leader sionisti cominciarono a formulare strane congetture sul massacro degli ebrei nei campi nazisti che l'uomo moderno stenta a credere. Evocando immagini di camere a gas, cercano di trasmettere l'idea che gli ebrei hanno subito torture indicibili e che la coscienza del mondo dovrebbe risvegliarsi al riguardo in modo che gli ebrei non debbano più subire ingiustizie.

Con questo obiettivo l'Occidente, capeggiato da Gran Bretagna e Stati Uniti, ha iniziato a spargere il seme per il sequestro della Palestina e ha condannato i palestinesi a pagare per un crimine che gli occidentali stessi avevano compiuto. Così, questa nazione, che sostiene di essere stata l'eterna vittima di violenza e torture nel corso di tutta la storia, sta ora facendo la stessa cosa ai palestinesi. Non è trascorso molto tempo prima che, in Occidente, un gruppo di storici revisionisti cominciasse a mettere in dubbio l'affermazione che sei milioni di ebrei erano stati macellati dai nazisti, domandandosi anche se il massacro di sei milioni di ebrei sarebbe stato possibile o meno durante la Seconda Guerra mondiale.
In vent'anni di studi, gli storici revisionisti hanno dimostrato che se Hitler avesse attuato un programma di estirpazione sistematica degli ebrei ci sarebbe voluto più tempo dei sei anni di durata della guerra. Hanno anche provato che una simile azione di pulizia etnica mediante l'impiego del gas tossico Zyklon-B, come affermano i sionisti, a quell'epoca non era possibile. Norman J. Finkelstein, un professore ebreo alla New York University critico delle politiche sioniste, ha definito questa asserzione 'l'industria dell'Olocausto', il cui unico scopo è rafforzare il sostegno a favore del governo di Israele.
Nel corso degli ultimi decenni e da quando l'evento è stato messo in dubbio, i responsabili della propaganda sionista hanno cercato in vari modi di corroborare questa loro affermazione. I sionisti stanno tentando di ridare impulso a una questione che ha perso credito agli occhi dell'opinione pubblica usando la stampa, la radio, la televisione, internet e, soprattutto, il cinema e la grande industria cinematografica di Hollywood, visto che molti dei protagonisti di questa industria influente sono ebrei. Si può dire che ogni guerra, e soprattutto quando coinvolge il mondo, conduce sempre a molti problemi e disastri e la Seconda Guerra mondiale non fa eccezione.
I campi di concentramento nazisti non erano certo dei luoghi di villeggiatura e sottoponevano i prigionieri a varie difficoltà, come in qualsiasi altro campo di internamento durante altre guerre. In questi campi, molte persone, fra cui uomini, donne e bambini innocenti, morirono di fame, malattia e altre cause.
Le vittime provenivano da diverse nazioni e gruppi etnici, compresi gli ebrei, che persero anch'essi molte persone. Gli ebrei non furono quindi le uniche vittime della guerra, durante la quale persero la vita un numero ancora maggiore di persone innocenti di altri gruppi etnici. La questione dell'Olocausto e le commemorazioni dell'evento hanno il solo scopo di promuovere le politiche repressive dei sionisti.
Gli ebrei hanno sofferto a causa dell'espansionismo di Hitler, esattamente come altre vittime innocenti, e non dovrebbero essere loro concessi privilegi particolari rispetto agli altri.
L'affermazione che durante la Seconda Guerra mondiale vennero uccisi sei milioni di ebrei è un'esagerazione rispetto alla verità. .
La questione dell'Olocausto viene messa in evidenza solo per coprire i crimini di Israele in Palestina".
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