Questo articolo è stato tradotto dal tedesco allo spagnolo e dallo spagnolo all'italiano da traduttori non professionisti. Scusate quindi eventuali errori di definizione di termini medici o di forma.
E' in nostra opinione un articolo molto importante
perchè permette di aprire una discussione sul fatto che quello che viene
presentato come distruzione del sistema immunitario da parte dell' ”HIV”,
viene qui descritto come un comportamento cellulare in condizioni di estremo
stress, già studiato e conosciuto. Ne deriva che i test non solo
sarebbero inutili in quanto le proteine o il DNA incontrati non avrebbero
origine virale ma endogena, ma anche estremamente dannosi perché un risultato
positivo aumenta enormemente due dei fattori di stress, quello psicologico e
quasi sempre quello tossico, per i farmaci somministrati a volte anche come
preventivi (antiretrovirali, antibiotici, sulfamidici che presi per lunghi
periodi provocano danni permanenti al DNA mitocondriale).
Il dottor Hassig é immunologo,
é stato consigliere dell'OMS e direttore del programma di raccolta e
distribuzione del sangue per la Croce Rossa svizzera.
Attualmente é in pensione e
lavora nello 'Study Group on Nutrition and lmmunity' che è un gruppo
indipendente e quindi libero nelle sue investigazioni.
Il dottor Kremer si occupa da trent'anni di tossicodipendenza e di malattie relazionate. E' stato per otto anni delegato del governo per la politica sanitaria in materia di droghe nelle cinque province del sud della Germania. Si é licenziato per divergenze sull'uso del metadone e per la terapia nell'AIDS.
Patogenesi
della immunosoppressione in malattie ipercataboliche
(AIDS,
sepsi, sindrome da shock tossico, PCM)
A.
Hassig, H. Kremer, Liang Wen-Xi, K. Stampli
La funzione del sistema immunitario è preservare la
individualità geneticamente determinata dell'organismo. L’essere umano è
formato approssimativamente da 1014 cellule. Il turnover cellulare
giornaliero che si ottiene per processo di mitosi e di distruzione, implica
quasi 1012 cellule (1). Il compito del sistema immunitario consiste,
in primo luogo, nell'eliminare costantemente i residui cellulari e, in secondo
luogo, nel disfarsi delle strutture organiche estranee al corpo. Secondo un
paradigma attualmente valido, il compito del sistema immunitario si limita
all'eliminazione di strutture "not self" (non proprie) estranee al
corpo, lasciando intatte le strutture proprie. Secondo noi la funzione
fisiologica fondamentale del sistema immunitario è, precisamente, la
decontaminazione costante delle strutture "altered-self' (proprie
alterate). L’eliminazione di strutture esogene non proprie deve considerarsi,
al contrario, una funzione eventuale del sistema immunitario che si produce solo
in caso di necessità. L’eliminazione delle strutture "altered-self' è
compito, principalmente, delle cellule citotossiche T che si differenziano nel
timo, mentre l'eliminazione delle strutture esogene non proprie è compito delle
cellule B, che hanno origine nel midollo osseo e nel tessuto linfatico associato
alle mucose (MALT), e creano anticorpi umorali (2).
Il concetto di stress,
introdotto negli anni '30 da W. B. Cannon e H. Selye, comprende tutte le
aggressioni ambientali che inducono uno spostamento unitario delle reazioni
metaboliche verso il catabolismo. Riguardo alle cause scatenanti dello stress
bisogna differenziare fra cause psichiche, tossiche, infettive, traumatìche e
nutritive. Perchè il fenomeno dello spostamento del metabolismo in senso
catabolico si estenda, è necessaria la somma di queste cause scatenanti. Le
reazioni di stress del tipo "fight or flight" (lotta o fuggi) che si
producono solo occasionalmente e durante un tempo limitato hanno un effetto
pratico pieno di senso e, spesso, risultano indispensabili per la sopravvivenza.
Al contrario le reazioni di stress mantenute nel tempo sono patogene (2).
Lo spostamento indotto
dallo stress nelle reazioni metaboliche verso il catabolismo dipende
dall'attivazione dell'asse neuro endocrino dello stress:
ipotalamo-ipofisario-surrenale.
Lo spostamento metabolico endocrino è accoppiato all'attivazione ortosimpatica del sistema neurovegetativo. L’aumento della liberazione di adrenalina da parte della midollare surrenale e di noradrenalina nelle terminazioni nervose simpatiche, produce una centralizzazione metabolica verso l'apporto di fonti di energia rapidamente disponibile, concretamente di glucosio, che servirà a soddisfare il bisogno del muscolo quando si trova in una situazione di "lotta o fuggi". I glicocorticoidi formati nelle surrenali hanno il compito di controllare la iperattivazione dell'asse neuroendocrino dello stress che sarebbe pericoloso per la vita. L’aumento della quantità di cortisolo, unito alla proporzionale diminuzione di diidroepiandrosterone (DHEA), provoca una riduzione delle reazioni cellulari immunitarie associate alle cellule T. Questa riduzione è associata a una attivazione delle reazioni immunitarie umorali associate alle cellule B (2).
Regolazione neuroendocrina del profilo della citochina Th-1/ Th- 2 dei linfociti CD4
Il citato comportamento
in senso inverso delle reazioni immunitarie cellulari e umorali, è sostenuto
nello studio di T.R. Mosmann e R.L. Coffman sulla configurazione citochinica
reversibile dei linfociti CD4 (3). Questi autori dimostrarono che nelle cellule
CD4 potevano differenziarsi due gruppi cellulari denominati cellule Th1 e Th2.
Le cellule Th1 secernono principalmente IL-2, IL-12 e IFNgamma, che stimolano le
reazioni immunitarie cellulari. Le cellule Th2 producono principalmente IL-4,
IL-6 e IL-10, che stimolano le reazioni immunitarie umorali. Durante l'ultimo
anno è stata ampliata considerevolmente la ricerca sulla diversità funzionale
delle cellule CD4. Però la sua relazione con gli stati del metabolismo
anabolico e catabolico è stata studiata solo in modo parziale (4, 5). Gli
interventi chirurgici costituiscono esempi idonei per lo studio degli stati di
stress di limitata durata temporale, specialmente per quanto riguarda lo
spostamento dell' equilibrio della capacità immunitaria delle cellule T e B.
Nel suo classico lavoro del 1953 sul decorso clinico delle reazioni di stress
postoperatorio, F. D. Moore differenzia quattro fasi nel recupero e cura dopo
operazioni chirurgiche (6):
Fase
I Fase
adreno-corticoidea
Fase II
Fase di ritirata dei corticoidi
Fase III
Fase anabolica spontanea
Fase IV Fase fat-gain (recupero di peso)
La reazione
adreno-corticoidea corrisponde alla reazione in fase acuta con una
attivazione endocrina dell'ortosimpatico con liberazione di adrenalina e
noradrenalina, seguita da ipercorticismo. L’aggiustamento catabolico del
metabolismo, è associato alla liberazione di proteinasi da parte dei sistemi
umorali: coagulazione, fibrinolisi, complemento e calicreina/chinina, le quali,
da parte loro, dimostrano essere potenti stimolatori di cellule infiammatorie
primarie granulociti e monociti/macrofagi che a loro volta, liberano proteasi,
citochine attive nell'infiammazione e radicali O3 e NO (7). I
linfociti, come cellule secondarie nell'infiammazione, dai noduli linfatici
emigrano in gran numero allo spazio intravasale, dove si incrementa in modo
considerevole la loro azione di distruzione e di ricostruzione. Durante la
distruzione si attivano nucleasi e proteasi intracellulare che scompongono il
contenuto cellulare in frammenti di DNA, RNA e in pro- teine, che durante la
disintegrazione della cellula arrivano allo spazio extracellulare. I linfociti
attivati liberano linfochina in quantità considerevole, precisamente IFNy e
questa, a sua volta, attiva i macrofagi per ottenere una maggiore quantità di
radicali O3 e NO e di mediatori dell'infiammazione, precisamente IL-1
e TFNa. Il livello di cortisolo, crescente in questa fase, unito alla riduzione
di DHEA, limita l'estensione della infiammazione in questo stato di stress
ossidativo. Il cortisolo produce una inibizione permanente delle linfochine
attive nella infiammazione IL-2 e IFNy (8).
La fase di ritirata del corticoide configura
il passaggio dalla riserva metabolica del catabolismo a uno stato di equilibrio
catabolico-anabolico. In caso di diminuzione del livello di cortisolo è
imprescindibile che la riduzione dell'infìammazione prodotta dal cortisone sia
progressivamente assunta da citochine inibitrici dell'infiammazione. Questo si
realizza attraverso il cambiamento momentaneo del senso del profilo della
citochina dei linfociti CD4 da Th1 a Th2, con la conseguente attivazione di IL-4
e IL-10, che a sua volta provoca una attivazione generalizzata delle cellule B
associata a una ipergammaglobulinemia. Il cortisolo impedisce inoltre la
formazione anabolica (sintesi) di componenti extracellulari della matrice, come
collageno e glucosamminoglicani (GAG) , da parte dei fibroblasti. Nel cambio di
direzione del profilo citochinico da Th1 a Th2, si ottiene invece un aumento
della formazione di matrice. In questo processo è fondamentale l'incremento
della formazione di GAG che, aggregati al microcalix della superfici cellulare
come antagonisti inibitori del cortisone, svolgono un ruolo molto importante nel
mantenimento dell'equilibrio anabolico-catabolico. Il decorso del processo
metabolico nella fase di recupero dopo interventi chirurgici, esposto nel lavoro
di F. D. Moore è stato recentemente confermato da D. Decker et al., in
relazione allo spostamento momentaneo del profilo della citochina da Th1 a Th2
in colecistectomie (9).
Situazione di spostamento mantenuto costante del profilo della citochina delle cellule CD4 da Th1 a Th2
Secondo quello che è stato esposto finora, questi processi sono spostamenti metabolici catabolici condizionati da un ipercortisolismo e sono caratterizzati da una attivazione continua delle cellule B e da una ipergammaglobulinemia.
Questi stati sono caratteristici di processi
autoimmuni latenti o manifesti (10).
Come già si è detto al principio, il compito
fisiologico principale delle cellule T citotossiche, consiste nello sbarazzarsi
di strutture “self-alterate”, ossia di residui cellulari. Questo si realizza
perché i linfociti T invadono l’organismo costantemente. Il numero totale di
funzioni specifiche delle proteine della superficie cellulare ammonta a circa 109.
Questa polifunzionalità dei linfociti impedisce che si produca una attivazione
generalizzata del sistema immunitario di tipo infiammatorio durante il processo
di espulsione dei residui di distruzione cellulari.
Come abbiamo mostrato nel nostro lavoro sul virus
dell’epatite e AIDS trasmessi per via parentale (quando è stato scritto
questo documento, H. Hassig e H. Kremer non conoscevano S. Lanka e il suo
articolo “HIV realtà o invenzione?” che sostiene che questo virus non è
stato isolato e che le proteine e il DNA che gli sono attribuiti in realtà sono
particelle endogene. Ora lavorano nello stesso gruppo di ricerca e concordano su
questa tesi. ndt.) i virus portatori di capside si proteggono dalla eliminazione
immunitaria dell’organismo dell’ospite formando strutture cellulari proprie
del corpo, dentro le loro capsule (12). In questo modo il sistema immunitario
dell’ospite non può eliminare questi virus. La sua lotta si limita a reazioni
immunitarie. La oligospecificità di queste reazioni immunitarie verso strutture
cellulari proprie del corpo con auto specificità alterata unitaria scatena
reazioni infiammatorie sistemiche (generali).
Secondo quanto detto in precedenza, dovremmo distinguere tra reazioni autoimmuni polispecifiche, fisiologiche (normali) e reazioni autoimmuni oligospecifiche, patologiche. La prevenzione e il trattamento di queste ultime si limita a ricondurre verso la eliminazione fisiologica delle strutture proprie (self) alterate attraverso la soppressione del ipercortisolismo, mediante il potenziamento dei meccanismi metabolici anabolici. In malattie autoimmuni indotte da virus l’applicazione di una chemioterapia antivirale risulta inefficace perché non consente di eliminare totalmente dal corpo i microorganismi. Il massimo che si ottiene è il ritorno a uno stato di portatore asintomatico (come, ad esempio nell’epatite) (13).
L’ipercortisolismo costante nello spostamento di
profilo di citochina nei CD4 in direzione Th2 è ampiamente legato a una
diminuzione selettiva di queste cellule, mentre il numero di cellule CD8 rimane
costante. Come ha dimostrato A. S. Fauci in lavori molto solidi, questo
processo si produce perché un elevato livello ematico di cortisolo provoca che
una parte delle cellule CD4 migrino al midollo osseo attivando così le cellule
B. Al normalizzarsi del livello di cortisolo, queste cellule tornano alla
circolazione. La toria da lui sviluppata in seguito secondo cui la
diminuzione selettiva delle cellule CD4 è collegata alla loro distruzione da
parte del virus HIV risulta insostenibile (14). Un importante indizio di
ipercortisolismo è, inoltre, la perdita delle reazioni cutanee ritardate quando
la configurazione di citochinina si mantiene. Queste reazioni sono fortemente
unite al profilo Th1 con le sue citochine attive nella infiammazione (3).
Malattie
ipercataboliche nel caso che l'effetto inibitore del cortisolo sia annullato da
uno stato esagerato di stress.
Secondo le spiegazioni
date finora, lo spostamento Th1-Th2 del profilo della citochina delle cellule
CD4 serve per aiutare a normalizzare l'ipercortisolismo indotto dallo stress. Al
contrario, in condizioni di stress esagerato, si supera la capacità
antiinfiammatoria del cortisolo, il che genera una situazione di stress
ipercatabolico, sistemico (generale), condizionata da una esagerata attivazione
di proteasi umorale e una intensificazione della lìberazione di proteasi e di
citochine attive nella infiammazione, cosi come di radicali O3 e NO
derivati da granulociti, macrofagi e linfociti. In questo processo gioca un
ruolo dominante l'incremento di IFNy prodotto da linfociti attivati (15, 16 ). Gli
stati patologici ipercatabotici più importanti sono AIDS, sepsi, e sindrome da
shock tossico corne Protein Calorie Malnutrition (NAIDS= Nutritional AIDS,
Kwashiarkor, Marasma ).
L’ incremento della
liberazione di IFNy dei linfociti attivati produce nei macrofagi un aumento
corrispondente della esocitosi (o liberazione) dì nepterina e ferritina (17,
18). La diminuzione selettiva dei linfociti CD4 e l'aumento dei livelli ematici
di nepterina e ferritina, sono indicativi della attività dei linfociti e dei
macrofagi.
Una caratteristica dello
stato ipercatabolico è, a parte l'attivazione di batteri latenti infettivi e
opportunisti, la sensibilità ai saprofiti. Nell'AIDS e nel Protein Calorie
Malnutrition, svolge una funzione importante la polmonite da Pneumocystis
Carinii (PCP). Recentemente si è confermato che questi microorganismi non
possono inglobarsi nel gruppo dei protozoi opportunisti, come si credeva da
molto tempo. In realtà si tratta di un fungo ubiquitario (19).
L’AIDS e la Protein Calorie Malnutrition sono malattie nelle quali la somma delle influenze di stress portano lentamente l'organismo a uno stato di ipercatabolismo irreversibile. Nell'AIDS un componente molto importante è lo stress psichico provocato dalla sentenza di morte pronosticata dal medico dopo un risultato anti-HIV positivo. A questo bisogna aggiungere, nei gruppi di rischio, lo stress infettivo dovuto a epatiti B e C. Bisogna poi considerare lo stress tossico dovuto a consumo di droghe (oppiacei, popper, ecc.). Nella degenerazione che porta alla morte ha una importanza capitale il trattamento di larga durata con analoghi dei nucleosidi e con inibitori dell'acido folico (AZT, Ddi, ecc., Bactrim, antibiotici. ndt), sostanze che nei mitocondri impediscono in maniera drastica che l'ATP sia disponibile come fonte energetica per tutte le reazioni metaboliche (20). Nei bambini del terzo mondo con kwashiorkor, il fattore più importante è lo stress dovuto alla malnutrizione. La maggioranza di loro muore per PCP e per tubercolosi miliare anergica (21).
Nella sepsi e nella sindrome
tossica susseguente a politraumatismo, ustioni e importanti interventi
chirurgici, questi sintomi appaiono pochi giorni dopo l'avvenimento. In questi
casi sono molto importanti le intossicazioni da tossine lipopolisaccaridi di
batteri gram negativi. In una quarta parte dei casi la intossicazione si deve
alle tossine di batteri gram positivi, precisamente di stafílococchi. Il corso
della malattia si domina attraverso la attivazione di proteasi dei sistemi
umorali che, da parte loro, scatenano la liberazione di proteasi, citochine
infiammatorie e radicali O3 e NO dei granulociti e macrofagi (7).
Anche i linfociti si attivano. La loro attività di distruzione e ricostruzione
cellulare aumenta massivamente. Attraverso un incremento della liberazione di
IFNy si rinforza la attività di exocitosi dei macrofagi. In questo gruppo di
stati ipercatabolici rapidamente si oltrepassa il 'point of no retum" per
cui la loro evoluzione mortale é inevitabile. Fino ad ora le strategie
terapeutiche si limitavano a una eliminazione di tossine batteriche e a una
neutralizzazione dell'incremento degli anticorpi antagonisti monoclonali.
Nonostante gli intensi sforzi, i risultati ottenuti con questo metodo non sono
stati soddisfacenti. Ultimamente sembra più adatta una inibizione generale
efficace della attività di proteasi (non ottenuta attraverso gli ultimamente
usati inibitori di proteasi sintetici. In un altro articolo H. Hassig spiega
perché é contrario al loro uso. n.d.t.). La precoce somministrazione di alte
dosi di immunoglobulina III ha mostrato i primi risultati. Noi siamo
dell'opinione che la cosa più adeguata per ottenere una diminuzione stabile
della letalità di questi stati patologici tanto frequenti e pericolosi per la
vita, è il trattamento con alte dosi di gammaglobulina per via intravenosa.
Crediamo che nella sepsi e nella sindrome da shock tossico nella chirurgia di
incidenti, sarebbe più appropriato lavorare intensivamente sulle
gammaglobuline, l'attivazione di proteasi serica e la liberazione di proteasi di
fagociti.
Prevenzione e
trattamento di stati patologici ipercatabolici
Nell'AIDS comincia una
prevenzione con risultati positivi in tutte quelle malattie che mostrano uno
spostamento costante del profilo CD4 delle citochine.
E' quindi importante
opporre un contrappeso anabolico alla attivazione catabolica del sistema
immunitario. Questo si realizza in forma causale e con buoni risultati
aumentando la produzione della matrice extracellulare da parte dei fibroblasti.
Ha un ruolo centrale la attivazione della sintesi di glicosamminoglicani (GAG)
(eparine, eparinoidi) attraverso l'incremento del contenuto extracellulare di
frammenti di GAG. E' stato dimostrato che il contenuto celluiare di
eteropolisaccaridi aumenta la sintesi di GAG. I GAG si accumulano nel nucleo del
glicocalice delle superfici cellulari, diminuiscono l'apporto di calcio
ionizzato nell'interno della cellula e inibiscono l'unione del cortisone con i
suoi recettori intracellulari (26, 27). Nella pratica questo significa
introdurre nella dieta estratto fresco di cartilagine, come condroitinsolfato e
agar-agar di alghe marine.
Inoltre é indispensabile contrastare la esocitosi aumentata di radicali O3 e NO e i mediatori delle infiammazioni di macrofagi attivati. Questo si ottiene con antiossidanti vegetali, cioé composti di flavonoidi e tannini; questi polifenoli neutralizzano i radicali in eccesso e sequestrano l'eccesso di ferro in forma di ferritina oltre ad ammortizzare l'incremento della attività dei proteasi in condizioni cataboliche (28). E' molto importante comprendere che i molteplici antiossidanti che si incontrano, per esempio, nel medicamento tibetano PADMA 28 si dimostrano molto più efficaci di vitamine antiossidanti E, C e Betacarotene. Nella prevenzione dell'AIDS bisognerà eliminare le cause di stress ogni qualvolta sia possibile, giacchè é dimostrato che gli epatitici, tanto diffusi nelle categorie di rischio, che sarebbe meglio trattare con antiossidanti come quelli che si trovano nel PADMA 28, si possono controllare fino al punto che gli infettati possono vivere come portatori asintomatici di virus (28).
Nella sepsi e nella sindrome
tossica subseguente a politraumatismi, ustioni e interventi chirurgici
importanti, d'accordo con l'esposto finora, si dovrebbe posporre la parte più
importante del trattamento di questi casi considerando il loro beneficio. Noi
siamo dell'opinione che un trattamento precoce con alte dosi di soluzione di
gammaglobulina per via intravenosa é molto importante.
Riassunto
Il compito del sistema
immunitario consiste nella eliminazione costante dei residui cellulari endogeni
e nella eliminazione, in caso di necessità, delle strutture di corpi estranei.
Per questo crediamo che é importante completare il paradigma "self"
(proprie) e "not self” (estranee) con quello di "altered self"
(strutture proprie alterate). Il concetto di stress, introdotto negli anni 30 da
W. B. Cannon e H. Seyle, comprende la diversità di aggressioni
ambientali che provocano uno spostamento unidirezionale verso il catabolismo.
Questo é dovuto alla attivazione dell'asse endocrino dello stress
ipotalamo-ipofisico-surrenale e all'incremento della liberazione di
catecolammine e di glucocorticoidi. Questi ultimi, attraverso mediatori della
infiammazione propri del corpo, controllano le reazioni acute che potrebbero
costituire un pericolo per la vita. Lo spostamento del profilo di citochina dei
linfociti CD4 da Th1 a Th2, ha come compito l'assumere temporalmente le funzioni
antinfiammatorie del cortisolo quando i livelli aumentati del cortisolo
retrocedono verso valori normali. Uno spostamento mantenuto costante Th2
significa un ipercortisolismo prolungato in stato di autoimmunità. Quando,
dovuto a stati di eccessivo stress, si trapassa la azione antinfiammatoria del
cortisolo, si producono malattie ipercataboliche come AIDS, Sepsi, Sindrome da
Shock Tossico e Protein Calorie Malnutrition (NAIDS). Nella prevenzione e
trattamento dell'AIDS e NAIDS gli sforzi preventivi e terapeutici debbono
dirigersi principalmente assieme alla eliminazione delle cause dello stress,
alla attivazione della formazione mesenchimale dei componenti anabolici della
matrice, precisamente Glicosamminoglicani (GAG) e alla neutralizzazione dei
radicali O3 e NO così come i mediatori della infiammazione prodotti
da macrofagi superattivati mediante polianioni e polifenoli. Nella sepsi e nella
sindrome da shock tossico, crediamo che si possa arrivare a una diminuzione
permanente della letalità di questo stato patologico con la somministrazione
precoce di alte dosi di immunoglobuline per via endovenosa.
Per corrispondenza
con gli autori, rivolgersi a:
Prof.Dr.med. A.Hassig,
Prof.Dr.med. liang Wen-Xi, Dr.med. K.Stampli Studiengruppe Ernahrung und
lmmunitat Elisabethenstrasse 51
CH-
3014 BERN SvizzeraDrmed; H.Kremer Metzendorfenveg 36
D-
21224 Rosengarten-Totensen Germania
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