CONTI PENTASUGLIA

 

Antichissima e illustre Casata nobile di origine ellenica, la Casata Pentasuglia sì stabilì in MagnaGrecia in epoca remota, precisamente in terra di Bari, dando origini a uomini egregi e di elevato ingegno. Sin dal XIV sec. la troviamo, infatti, gia ascritta tra le famiglie della nobiltà pugliese. Il primo personaggio di cui si ha memoria è il Magister Giuseppe di Conversano che si trasferisce a Valenzano, dove sposa nel 1640 Porzia Azzone, zia del notaio Rocco Antonio Azzone; tra i suoi figli vanno ricordati il Vescovo Don Vito ANTONIO(1643-1724)e il medico Domenico Antonio(1644-1724).Il figlio ed il nipote di quest'ultimo furono medici: Vitantonio(1682-1718)e Domenico Antonio(1708), che si trasferì a Bitritto, dove si ricorda suo figlio, il canonico Don Nicola Pasquale. Tra i sacerdoti vanno ancora ricordati Don Giuseppe (1728-1794)e Don Michele(1781-1857).

 

La famiglia era tra le più ricche tanto da essere stata ascritta alla nobiltà di Valenzano, Rutigliano, Conversano, Locorotondo e Bitritto, vantava anche il titolo di Patrizio Bizantino ed il trattamento di Don e Donna. Segno tangibile economico e sociale è la presenza nel locale monastero di Valenzano di ben tre Badesse, Donna Angelica Teresa, Donna Maria Vittoria e Donna Maria Saveria.

 

Per quanto riguarda le cariche pubbliche la famiglia diede ben tre Governatori di Valenzano: il Magnificus Vito Francesco(1681-1744) fu governatore nel 1730-31 e suo figlio il Magnificus Nicola Pasquale(1717-1768) lo fu nel 1747-48 e il Magnificus Domenico Antonio nel 1755-56.

 

Ai primi del'700 la famiglia costruì la cappella della Vergine del Rosario ed Anime del Purgatorio, nella strada dei trappeti, cui legò un cospicuo lascito.

 

Ai primi del'800 si trasferiscano a Matera, dove il 3 novembre 1821 nacque GIANBATTISTA PENTASUGLIA, a 27 anni scelse le barricate del 1848 a Napoli e poi indosso la divisa militare. Partecipò alle Guerre d'indipendenza e svolse importanti incarichi nel campo della nascente telegrafia, fu ferito a Vicenza.

 

Nel 1850 in Piemonte fu istruttore degli allievi telegrafisti e poi incaricato di redigere un manuale di telegrafia e di ispezionare gli uffici telegrafici. Nel contempo compiva studi ed esperimenti nel campo che gli valsero la laurea di Dottore in Fisica.

 

Durante la seconda Guerra d'Indipendenza fu assegnato al quartier generale di Napoleone III con il compito di sovrintendere ai servizi telegrafici. Nel 1860 parti con Garibaldi da Quarto ed agevolò con uno stratagemma lo sbarco dei Mille sul suolo siciliano. A Marsala, infatti, fu egli ad impossessarsi dell' Ufficio Telegrafico proprio mentre si stava trasmettendo l'allarme per l'avvistamento delle navi nemiche. Egli impedì la trasmissione di questa notizia e telegrafò un messaggio di avvistamento di navi mercantili; cosi l'esercito borbonico fu colto di sorpresa. 

 

Il Ten. Colonnello Gianbattista Pentasuglia fu insignito del titolo di Conte, fu fatto cavaliere di numerosi ordini tra cui; Comm. dell'Ord.SS. Maurizio e  Lazzaro. 

Con l'Unita d'Italia si occupò di comunicazioni telegrafiche in tutto il regno, ideò e pose in opera il cavo telegrafico sottomarino tra Sicilia e Sardegna e sullo stretto di Messina. 

 

 

Durante la III Guerra d'Indipendenza, ebbe un importante ruolo, dove fu elogiato da Garibaldi, nel 1864 scioltisi i battaglioni, tornò a Matera come ispettore capo dei telegrafi. 

La Città gli offri una medaglia d'oro per il patriottismo dimostrati, intitolando col suo nome strade, scuole, piazze. Ebbe un importante ruolo anche in Massoneria, dove fu Maestro Venerando della Loggia di Matera all’obbedienza di palazzo Giustiniani, a trent’anni dalla sua morte la Loggia fu intitolata a suo nome.

 

Fu il  Conte Gianbattista, che diede inizio alla collezione di Armi Antiche, accumulate durante le Guerre a cui partecipava. Ai primi del 900 la famiglia si trasferisce in Toscana, per la gestione del grosso patrimonio immobiliare presente nei dintorni di Firenze. 

 

TITOLI: Conte(m.f), Barone(m.f), Signore d'Aragona(m.f), Patrizio Bizantino(m.f), Nobile di Valenzano(m.f), Nobile di Rutigliano(m.f), Nobile di Conversano(m.f), Nobile di Locorotondo(m.f), Nobile di Bitritto(m.f), Cav.Ered.(m.f)Trattam.di don e donna.

ARMA: Inquartato nel 1 e 4 d'oro a cinque losanghe nere poste 1,3,1; nel 2 e 3 d'azzurro al leone d'oro armato e linguato di rosso.

 

MOTTO: Per vim et honorem

 

Lo stemma è stato riconosciuto al Casato con Certificazione dall'Istituto del M.se Spreti, dal Grande Armoriale Italiano, l'arma è stata altresì  registrata nella Serenissima Rep. di San Marino, con atto notarile.

 

DIMORA: Firenze, Gressa.(Castello Pentasuglia di Gressa).        

           

Tra gli attuali rappresentanti della famiglia figura il Conte Michel Pentasuglia, n.a Firenze il 10 luglio 1976, figlio del conte Vincenzo III e di Donna Filippa Di Sano, insignito di numerose onoreficenze, Cav.Ered.Ord.M.e O. di S.Maria di Betlemme e Priore per la Toscana, Gr.Uff. del Ser.mo Ord.Eq. della SS.TRINITA', Cav.dell'Ass.Internaz.della Cristianita’e Pace, Cav.della Natività, Gran Cavaliere Ord.Marco Polo, Socio U.N.C.I.Socio U.M.I. Med.Argento.Croce Rossa Rep. di San Marino,  Med.Bronzo.Croce Rossa Rep. Italiana. In data 26 dicembre 2006 il Conte Michel Pentasuglia, riceve da sua eccellenza Mons.Hilarion Capucci Arciv. Emerito di Gerusalemme Arciv.di Cesarea di Palestina la Benedizione Apostolica, per gli alti meriti culturali e caritatevoli raggiunti, e per la sua pratica di buon cristiano.

 

Attualmente si occupa del patrimonio immobiliare di famiglia.