Relazione alla Presidenza del Consiglio dei Ministri
sull’attività’ svolta
dal maggio 1999 - al maggio 2000
Nel periodo di riferimento
il comitato per le pari
opportunità del Dipartimento della pubblica sicurezza si è riunito più
volte ed ha partecipato, con l’intervento del Presidente e di singoli
componenti, ad alcuni tavoli di lavoro e dibattiti culturali che si
sono rilevati particolarmente utili per confrontare e raccogliere le
esperienze e le aspirazioni degli altri organismi nazionali di parità
del settore pubblico, alla luce anche delle rilevanti innovazioni nel
frattempo intervenute nel campo legislativo.
Sul piano dell’iniziativa legislativa il
periodo ha, infatti, costituito, per la “politica” delle pari opportunità,
un anno di significativo rinnovamento e notevoli sono stati gli sforzi
intrapresi dal Governo per dare una svolta decisiva, in senso giuridico
e, soprattutto, culturale a questo delicatissimo settore delle relazioni
interpersonali, le cui valenze ed implicazioni, a differenza di altri
tipi di relazioni umane, non operano isolatamente nel privato o solo
nel pubblico, ma sono destinate ad intersecarsi continuamente.
In
particolare sotto il profilo normativo tale azione - certamente agevolata
da un contesto complessivo caratterizzato da una crescente consapevolezza
ed accettazione delle questioni di pari opportunità, dalla ormai consolidata
presenza dei relativi organismi in molte strutture e organizzazioni
pubbliche e dalla valorizzazione di una molteplicità di sedi e di canali
di comunicazioni (tra cui figura anche l’attivazione di specifici siti
Internet) - ha riservato una peculiare attenzione sia alla promozione
dell’inserimento della donna in nuovi ambiti professionali che agli
aspetti delle questioni di pari opportunità più sofisticatamente collegati
alla “qualità della vita”, soprattutto della vita familiare e sociale.
Basti pensare, tra gli altri, alla legge 5 febbraio 1999, n.25, che
ha introdotto un’ampia tutela del rapporto figlio-genitore nel caso
di lavoro notturno di quest’ ultimo, alla legge 20 ottobre 1999, n.380,
recante la delega al Governo per l’istituzione del servizio militare
femminile volontario e, da ultimo, alla legge 8 marzo 2000, n.53 che,
come è noto, ha innovato profondamente la normativa sui congedi parentali
e formativi dei genitori.
Continuo è stato, poi, l’impegno assicurato
dal Ministro e dal Dipartimento delle pari opportunità all’attività
di impulso e di monitoraggio delle amministrazioni statali: sono state
avviate, infatti, specifiche iniziative di verifica dell’attuazione
delle condizioni volte a garantire una presenza significativa delle
donne negli organismi di nomina governativa e negli incarichi di responsabilità
dell’amministrazione pubblica - primo obiettivo del piano di azione
nazionale adottato, in applicazione della piattaforma di Pechino, con
la direttiva del 27 marzo 1997 del Presidente del Consiglio dei Ministri
“pro tempore” - ed è stato elaborato un apposito decreto legislativo,
recentemente approvato dal Consiglio dei Ministri, con il quale, per
riequilibrare la presenza delle donne negli incarichi di responsabilità,
è stata prevista l’introduzione dell’obbligo, per le amministrazioni
pubbliche in cui le dirigenti siano meno di due terzi, di fornire una
motivazione scritta qualora la nomina a dirigente, a parità di meriti
e di titoli, ricada sul candidato uomo, anziché sulla candidata donna.
Questo complesso e variegato quadro di
iniziative, tuttavia, se da un lato costituisce la prova della vivacità
culturale e della sensibilità istituzionale alle tematiche della parità
e delle pari opportunità, dall’altro non ha, al momento, ancora permesso
di superare completamente gli aspetti più problematici del “sistema
degli organismi di parità” ed, in particolare, di avviare il processo
di generale riforma, ormai da tempo e da più parti auspicato, volto
a valorizzarne la rappresentatività, il ruolo ed i poteri ed a superare
definitivamente la situazione attuale, avvertita in modo significativo
nel corso del funzionamento, connotata dall’esistenza di una contraddizione
di fondo tra le finalità per le quali sono stati istituiti e la mancanza
in concreto degli strumenti organizzativi e finanziari necessari ad
assolvere con efficacia ai compiti che ad essi sono stati assegnati.
Si confida, pertanto, nel buon esito degli
studi e delle varie iniziative che, in tema di rafforzamento degli
organismi di parità, sono state assunte dalla Commissione Nazionale
per la parità e le pari opportunità, con il contributo del Dipartimento
delle pari opportunità.
Relativamente, invece,
alle iniziative assunte da questo Comitato, durante l’arco temporale
di riferimento e nell’ambito delle competenze allo stesso demandate
dall’art.20 del citato D.P.R. n.395, si fa presente che lo stesso:
1. ha investito la quasi totalità
delle proprie energie nell’elaborazione, diffusione e successiva attività
di raccolta dei dati acquisiti da una “indagine conoscitiva” realizzata
con la distribuzione, a tutti operatori della Polizia di Stato, di un
“questionario” articolato in una serie di sintetiche domande, compilando
il quale ciascun dipendente, volontariamente ed in forma anonima, ha
potuto fornire gli elementi conoscitivi per la verifica delle differenze
esistenti tra le condizioni - di vita e di lavoro - e le esigenze delle
donne e degli uomini nell’ambito della Polizia di Stato. Le risultanze
di tale rilevazione, una volta ultimate, saranno oggetto di un’approfondita
analisi sistematica, volta anche ad individuare le direttrici d’azione
da seguire per giungere ad un’effettiva ed equilibrata partecipazione
di donne e di uomini al processo decisionale.
2. ha
realizzato un maggior coordinamento tra le proprie funzioni e quelle
delle Commissioni provinciali per le pari opportunità, nella ricerca
di un equilibrio che eviti sovrapposizioni di ruolo e valorizzi la reciproca
efficienza per consentire, con lo svolgimento di azioni complementari
e parallele, una più incisiva attività operativa ed il radicarsi di
una cultura di parità in modo da rendere irreversibile i relativi processi
di realizzazione. In quest’ottica particolarmente significativi sono
stati i livelli di coordinamento e di reciproca collaborazione raggiunti
per lo svolgimento della menzionata “indagine conoscitiva”;
3. ha preso parte, con la
partecipazione del proprio Presidente, ad una seduta del Gruppo di lavoro
istituito presso il Dipartimento della pubblica sicurezza per l’esame
delle tematiche connesse alla riorganizzazione dei Reparti Mobili della
Polizia di Stato, nel corso della quale ha riferito le determinazioni
assunte dal Comitato sulla tematica dell’assegnazione del personale
femminile ai predetti Reparti della Polizia di Stato suggerendo, in
particolare, di attuare le future assegnazioni secondo il criterio della
gradualità, con riguardo sia alle dotazioni organiche sia alle qualifiche
rivestite dalle interessate, della preventiva ed accurata selezione
psicofisica ed attitudinale delle interessate e di un efficace ed adeguato
addestramento ed equipaggiamento.
Con
riguardo, infine, alla tematica dei c.d.“asili nido”- di cui si è fatto
cenno nella precedente relazione - si fa presente che la stessa ha costituito
oggetto delle disposizioni degli artt.17 e 36 dell’ultimo contratto
di lavoro firmato dalle parti sociali.