Criminologia
applicata
Un
frettoloso ed improvviso trasloco, un vecchio cassettone dal
fondo ormai debole e un pacco di lettere sparpagliate sul
pavimento. Così Anna scoprì la doppia vita di
suo marito, corrispondente per una grossa società di
esportazioni, che da sette anni, nella città in cui
andava tutte le settimane per lavoro, aveva un'altra casa,
un'altra donna, un'altra vita.
"Brutto bastardo" gridò in preda ad un attacco
d'ira. Le urla si diffusero come un'eco per tutte le scale,
porticato compreso. Accorsero velocemente i nuovi vicini e
l'operaio dell'agenzia traslochi. La porta era socchiusa e
Anna se ne stava lì, con la busta ancora in mano, inginocchiata
sul pavimento, immobile, ma all'improvviso si sfogò
scoppiando in lacrime. La carta da lettere ingiallita dal
tempo iniziò a bagnarsi sotto il suo incessante pianto,
l'inchiostro iniziò a mescolarsi rendendola a tratti
quasi illeggibile.
"Si sente bene signora Fabbri?" domandò l'anziano
vicino di casa che stava assistendo alla scena.
"Dobbiamo chiamare un medico?" replicò l'operaio
della DHL traslochi.
Anna tornò in se: " Non è nulla grazie,
solo una stupida lettera che ha aperto vecchie ferite!, tornate
pure a casa grazie".
"Sei proprio sicura Anna?" replicò la ragazza
del piano di sopra.
"Non è niente state tranquilli!" e si rimise
in piedi per rassicurare la piccola folla che si era venuta
a creare sul pianerottolo. Ovviamente non era assolutamente
vero quello che aveva detto ai vicini, anzi Anna era nervosissima
e, in quel momento, piena di astio nei confronti del marito.
Si diresse verso la cucina, appoggiò le lettere sul
tavolo e cominciò a leggerne una delle tante:
Ciao amore,
è solo un ora che sei partito e già sono impaziente
di rivederti. Ti sto pensando: rivedo il tuo dolce viso con
quegli occhi espressivi e con quel sorriso conturbante. È
magnifico ma ti vorrei qui di persona. Quando ritorni? Sto
contando i secondi che ci separano, fai presto ti prego.
Sono in attesa del tuo arrivo qui nel mio ufficio, mi piacerebbe
sentire la segretaria annunciarti e guardarti felice mentre
entri nel mio ufficio, hai la faccia appena stanca dal viaggio
ma contenta ...una paio di pantaloni di raso leggerissimi,
un paio di Timberland basse e una maglietta bianca, attillata
che ti evidenzia il torace possente ...uno splendore. [
]
Ti aspetto presto
Ti amo
Tua Sophie
All'improvviso
le si gonfiò il fiato e cominciò a tremare.
Cercò un qualcosa che potesse calmarla, un calmante
o una valeriana, ma tutto era ancora accuratamente riposto
dentro quelle grosse scatole di cartone, impilate l'una sull'altra
quasi a formare un'ingombrante piramide egizia.
"Ha un'altra donna, un'altra donna, ma come è
stato possibile?!"
"Come ha potuto farmi questo?"
Durante
la notte Anna non riuscì a prendere sonno, l'ansia
la assaliva e i pensieri rivolti al marito e alla "nuova"
moglie le facevano pulsare le tempie e ribollire il sangue.
Anna in questo momento voleva a tutti i costi e più
di ogni altra cosa al mondo conoscere la sua rivale. Conoscere
colei che in un certo senso le aveva rubato quel marito sempre
"fedele e a modo". Continuava a pensarci, rilesse
più volte la corrispondenza e in questo modo il desiderio
di sapere cresceva, giorno dopo giorno, notte dopo notte.
Cercava tra mille volti una faccia lontana, il tipo di donna
che accalappia i maschi mostrando la sua parte migliore, fasciata
di nylon e pizzetti, la sua fantasia immaginava una donna
spregevole, capace solamente di dondolare i fianchi, sbattere
il suo rimmel e calare mutande senza ritegno.
Non ne aveva fatto parola con nessuno ma avrebbe dovuto, per
il suo bene e per la sua salute mentale doveva farlo. Abbandonò
comunque immediatamente l'idea della psicoanalisi che richiedeva
un considerevole impegno di tempo, energia e denaro. Suo marito
non sospettava ancora nulla, anzi avrebbe potuto sorprenderlo
lei, avrebbe potuto coglierli insieme, magari a letto mentre
lui affondava nei suoi seni abbondanti, o magari mentre passeggiavano
tranquilli, tenendosi per mano lungo le sponde dei numerosi
canali, scambiandosi lunghissimi baci e dolci carezze.
Era un martedì, suo marito era appena partito, sapeva
dove alloggiava, avrebbe avuto tutta una settimana di tempo
per rintracciarli, quindi meglio partire subito per Bruges.
Nella
piccola Venezia del Belgio, Anna purtroppo non si sentì
subito a suo agio. Anche se aveva studiato francese ai tempi
dell'università, aveva difficoltà a capire la
lingua, vuoi per l'accento leggermente diverso, vuoi per il
fatto che erano passati ormai diversi anni dall'esame!
Prese alloggio in un hotel di second'ordine con trattamento
di mezza pensione. Le avrebbe lasciato così tutto il
giorno libero da dedicare alle sue ricerche. Dopo i primi
giorni di sconforto e di nulla di fatto decise però
di rivolgersi, per le sue indagini, presso la sede del consolato
Italiano. Alcune persone, lì dentro, avevano la fama
di essere più informate dei servizi segreti!
Alcuni giorni dopo, infatti, ottenne per fax, tutte le informazioni
necessarie. Suo marito, Andrea Fabbri, ospite dell' Hotel
De Ville si vedeva continuamente con una certa Sophie Lagerback,
una giovane dottoressa del frequentatissimo centro di riabilitazione
motoria della periferia di Bruges.
Centre National de Physiothérapie, 59 blvd du M. Leclerc,
Bruges.
...
"Dovrei
parlare con la signora Sophie, dove posso trovarla?"
chiese Anna con voce vacillante e sintassi un po' approssimativa.
"Ha appena finito il suo turno di lavoro, se può
attendere la troverà all'uscita degli spogliatoi"
rispose la segretaria parlando molto lentamente avendo intuito
la difficoltà di comprensione dell'interlocutrice.
Anna annuì con un sorriso ed attese in silenzio. La
segretaria indossava una camicia quasi trasparente, il seno
si indovinava sotto la stoffa e Anna rimase lì a fissarlo,
affascinata; lo trovava splendido. Tutte o quasi, le dipendenti
del centro, avevano un bel corpo, un bel viso, erano molto
giovani, avevano scollature che dalla schiena sprofondavano
molto in basso e aderenze che ricalcavano fedelmente le linee
del corpo, sembrava insomma più una casa d'appuntamenti
che non un centro di riabilitazione motoria. Anna si mise
a scrutare l'ambiente quando all'improvviso la porta degli
spogliatoi si aprì. "A domani Sophie e buona serata"
disse una voce femminile proveniente dalla stanza.
Tuta larga di felpa per pantaloni, maglietta a righe e buffo
cappellino di lana in testa, se non fosse per gli occhialini
tondi le si potrebbe dare quindici anni, pensò Anna
tra se e se. Sophie anche senza un filo di trucco era bellissima,
ma di una bellezza infantile. Eppure aveva sedotto suo marito.
"Aspetta, Sophie, una donna ti stava cercando",
"le ho detto di accomodarsi nell'atrio" le disse
la segretaria da dietro il bancone, fece un cenno con la mano,
ma alzando lo sguardo e cercando attentamente non la vide.
Anna si era nascosta dietro un voluminoso paravento ,stile
giapponese, e da lì assisteva all'espressione perplessa
e disorientata della segretaria che cercava di spiegare a
Sophie chi l'avesse cercata.
"Sarà stata una scocciatrice" disse Sophie,
e salutando la segretaria con tono confidenziale si diresse
verso l'uscita.
Anna la seguì fino a casa, come un bravo investigatore,
senza mai dare nell'occhio. La giornata era tiepida e passeggiare
in centro, tra numerosi ponti ciclo-pedonali, stretti canali
fluviali e piccole case d'epoca dai colori sgargianti era
molto piacevole e rilassante. "Vive proprio in una bel
quartiere la troietta", pensò Anna, conservando
nella memoria l'esatto tragitto per raggiungere nuovamente
l'abitazione.
L'indomani
si presentò di buon ora davanti al palazzo, vide la
Mercedes Benz di suo marito posteggiata sul vialetto davanti
all'ingresso e un brivido di tensione le risalì lungo
la schiena. Da una cabina telefonica compose il numero di
lei e dopo diversi squilli sentì la voce di suo marito
dall'altro capo del telefono. Anna riattaccò. Assicuratasi
quindi della presenza di entrambi si diresse con passo deciso
verso l'entrata principale. Oltrepassò il vialetto,
la guardiola del portinaio, ancora con le tendine abbassate
vista l'ora mattutina e salì velocemente le due rampe
di scale, facendo attenzione a non provocare quel rumoroso
picchiettio dovuto ai tacchi alti che battono sulla superficie
compatta dei gradini in pietra. Cercò quale delle tre
porte in legno verniciato corrispondeva all'appartamento dei
due e si avvicinò al campanello. La targhetta riportava:
Sophie e Andrea Fabbri; la mano le tremò. Suonò
alla porta. Si fece aprire con un pretesto. Le aprì
suo marito. Irruppe violentemente nella stanza. Gli occhi
di ghiaccio di Anna squadrarono il viso della coppia e gli
sguardi si incrociarono per un brevissimo istante.
Nulla di quello che sarebbe accaduto di lì a poco poteva
ormai essere evitato.
Possibili
finali:
1) Anna uccide Sophie. Finale scontato.
2) Sophie uccide Anna. Variante al finale scontato.
3) Anna uccide Sophie e suo marito, poi scompare per
rifarsi una vita con l'omino dei traslochi. Finale romanzesco.
4) Anna uccide Sophie ma viene arrestata dall'ispettore
Derrik. Finale cinematografico.
5) Anna e Sophie si amano a prima vista, lasciano il
marito-amante e vanno a convivere insieme! Finale lesbo-alternativo.
6) Il marito uccide le due mogli, poi si ciba delle
loro carni! Finale antropofago.
Profili:
- Se hai scelto
il finale numero uno sei molto prevedibile. Che non ti venga
poi in mente di costituirti!
- Se hai scelto il finale numero due sei amante dei
contrari. Attento però al risvolto della medaglia!
- Se hai scelto il finale numero tre sei un inguaribile
romantico, sempre disponibile, riservato e di buone maniere.
Mai un'imprecazione, né gesti volgari, tanto meno grosse
e sane scopate. Goditi la vita cazzone!
- Se hai scelto il finale numero quattro sei amante
del genere poliziesco ariano. Per te il cinema d'essai non
è mai esistito. E vai con wurstel e crauti!
- Se hai scelto il finale numero cinque sei una persona
intraprendente e di larghe vedute. Comunque e sempre all'erta
alle spalle!
- Se hai scelto il finale numero sei, sei una persona
di buon gusto. Buon appetito, ma occhio alla data di scadenza!
a cura del Ministero di Grazia e Giustizia
roberto