L'Oratorio, anticamente chiamato di N. S. Incoronata, fu edificato nel Seicento dalla Confraternita del Gonfalone, che ingrandì una preesistente costruzione cinquecentesca.
Alla sobria struttura esterna, si contrappone la ricca decorazione dell'interno, in cui affreschi, tele, stucchi e suppellettili si integrano fra di loro, nell'armonia di questo insigne ambiente artistico che i recenti restauri hanno riportato al suo antico splendore.
La Confraternita onora il Salvatore morto in Croce per la nostra salvezza e nutre una spiccata venerazione per la Vergine Madre. In questa devozione è evidente l'influsso del Santuario mariano di Coronata, retto dal 1486 dai Canonici Regolari di S. Agostino, nella cui spiritualità è centrale la figura del Salvatore insieme a quella di Maria.
Nell'Oratorio, questo duplice legame a Gesù e alla Madre traspare dalle immagini raffigurate nei quadri, negli affreschi, nelle sculture dei portali, negli arredi sacri e nelle insegne processionali. Ogni anno la prima domenica d'agosto viene portata in processione l'antica statua della Madonna di Coronata, di proprietà dell'Oratorio, sulla sua preziosa cassa secentesca.
La Confraternita di Coronata, che anticamente si chiamava di S. Maria delle Vesti Bianche, assunse il nome attuale di Confraternita del Gonfalone dell'Oratorio di S. Maria Incoronata nel 1609, quando fu aggregata all'Arciconfraternita romana del Gonfalone. Fin dall'inizio, fecero parte del sodalizio sia uomini sia donne.
Nel Settecento, il Gonfalone di Coronata, che godeva di grande prestigio, aveva iscritti provenienti dalle parrocchie di tutta la città e intratteneva stretti rapporti con le associazioni consorelle dei dintorni; con alcune di esse esistono tutt'oggi legami di amicizia e mutua collaborazione. Dopo l'antico statuto del 1665, la Confraternita di Coronata nel 1893 ebbe un suo nuovo regolamento; dal 1986 è in vigore la normativa valida per tutte le confratemite unite nell'istituzione diocesana del Priorato Ligure.
La Confraternita, sostenuta dal marchese De Ferrari, nei primi decenni del Settecento profuse tutte le sue energie per rendere l'oratorio sempre più splendido.
L'esercito austriaco, durante l'occupazione della Valpolcevera (1747), provocò danni gravissimi all'Oratorio, oltre che al Santuario di Coronata. I confratelli sostennero spese ingenti per le riparazioni e per reintegrare arredi e suppellettili nel loro edificio sacro.
Dopo un periodo in tono minore, che va dall'epoca napoleonica (1798) a tutto l'ottocento, l'Oratorio riprese in pieno la sua vita; un'opera di misericordia in cui erano impegnati i confratelli era il «trasporto cristiano dei defunti». L'edificio sacro della Confraternita accolse tutte le attività parrocchiali in due momenti dolorosi: dal 1943 al 1955 dopo il bombardamento del Santuario, e durante la sua ulteriore chiusura (1963-1971) provocata dalle mine utilizzate nella costruzione della sottostante galleria autostradale.
L'Oratorio, di proprietà della Confraternita, rimasto chiuso per circa venti anni, si affaccia al terzo millennio, rivestito a nuovo, grazie all'intervento di restauro curato dalla Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici della Liguria.
La Confraternita celebra a Coronata la solennità della Madonna Assunta, titolare dell'Oratorio, e la festa di S. Isidoro, in occasione della quale i confratelli distribuiscono casa per casa il tradizionale pane benedetto.
Ogni anno si svolgono in parrocchia due processioni casacce: per la solennità di N. S. Incoronata (prima domenica d'agosto) e per la festa della Madonna del Rosario (seconda domenica di ottobre) a conclusione della sagra di S. Michele Arcangelo.
L'apparato pittorico e decorativo
L'intera volta è abbellita dagli affreschi di Giuseppe Palmieri (1674-1740): al centro il Giudizio universale, circondato da altri dipinti che rappresentano episodi biblici e figure allegoriche. Lungo le pareti laterali, otto tele raccontano la Passione e la Morte di Gesù.
Nella zona dell'altare maggiore, dedicata alla Madonna, si possono ammirare i dipinti raffiguranti l'Assunta, titolare dell'Oratorio, e l'Incoronazione della Vergine; sulla controfacciata, sopra la cantoria, l'Ultima Cena. Tutto il ciclo pittorico fu eseguito dal pittore genovese G. Raffaele Badaracco (1645-1717); le tele originali raffiguranti l'Assunta, l'Orazione nell'orto e la Deposizione, rubate nel 1982, sono state rimpiazzate da copie moderne.
I tre altari in pregiati marmi policromi, i preziosi scanni lignei del coro, le due consolles dorate, si inseriscono armonicamente nella ricca decorazione degli stucchi; il tutto si specchia nello splendido pavimento marmoreo, in cui un gioco di figure geometriche offre piacevole effetti tridimensionali.