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Cav. Giuseppe Casareto

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Estratto dalla conferenza tenuta il 16.01.99 da Luciano Venzano

in occasione dell’inaugurazione del

Centro Studi sulle Confraternite G. Casareto




Nacque il 13 aprile 1920 da Giovanni Battista e da Luigia Cichero e morì a Genova il 24 giugno 1995.

Il padre era di Camogli e la madre di Recco. Battezzato nella chiesa plebana di San Siro a Nervi, fu profondamente influenzato dalla figura dell’Arciprete Bagnasco. Questa chiesa fu sempre per lui, così legato al senso delle radici e alla memoria del passato, un punto di riferimento, tanto da lasciar scritto, tra le sue ultime volontà, che le sue esequie fossero qui celebrate.

A poco più di vent’anni, nel marzo del 1946 gli venne affidato dal Vicario Mons. Francesco Canessa, allora reggente della Diocesi di Genova per la morte del Cardinal Boetto, la ricostituzione del Priorato dopo la soppressione napoleonica del 1811. Il Casareto ebbe l’incarico di riunire i priori delle Confraternite della città e di quelle più in vista della diocesi affiancato per la consulenza religiosa da Don Parodi.

La rifondazione del Priorato avvenne il 10 marzo 1946 nell’Oratorio delle Anime di via San Vincenzo: Casareto era rimasto l’unico superstite di quel gruppo di priori che risposero alla sua chiamata. Ne sarebbe stato segretario per 43 anni, infondendo vitalità, in sintonia alla pastoralità dell’Abate Parodi, al rinato movimento confraternale. Quando venne a mancare l’Abate, il Casareto, ritenne opportuno ritirarsi per lasciare la conduzione ai giovani che stavano emergendo, per questo fu nominato "Priore emerito", carica sorta apposta per lui.

Già priore della Confraternita dei Turchini in Nervi, come Segretario del Priorato ideò il primo raduno delle Confraternite a Vicoforte di Mondovì nel 1957 a cui ne sarebbero seguiti molti altri che continuano a portare nelle principali città d’Italia, una manifestazione di arte e di religiosità popolare della terra ligure.

Memorabili i raduni alla sede di Pietro: nel 1960 con Papa Giovanni XXIII; nell’anno santo 1975 con Paolo VI, fino al grande incontro internazionale del 1984 con Giovanni Paolo II dove la sua caparbietà riuscì a vincere l’ostinato diniego curiale vaticano e a far sì che ben 91 crocifissi e 109 confraternite accedessero in San Pietro.

Volle, con l’Abate Parodi, che si formulassero nel corso degli anni ben tre statuti: quello del 1947; quello del 1965 e infine quello del 1986 che si caratterizza, tra l’altro, per il rilievo dato alle consorelle nelle Confraternite.

Con lo stesso ardore tutelò e valorizzò il patrimonio artistico degli oratori, fino alla grandiosa manifestazione del 1982 "La Liguria delle Casacce", che fu voluta da lui e promossa dagli enti locali. L’ultima mostra era stata organizzata dal Prof. Orlando, nel 1939, quando il patrimonio confraternale era letto in chiave puramente folkloristica. Da questa manifestazione venne dato il giusto valore artistico a tutto quello che è il patrimonio processionale.

Collaboratore di Padre Cassiano da Langasco e Mons. Luigi Alfonso, i massimi storici della Chiesa genovese faceva parte dell’associazione di Storia Patria e della Compagna.

Laico erudito, recuperò la tradizione e fece delle Confraternite un nuovo centro propulsivo di incontro sempre lavorando in sintonia con l’abate Parodi di cui condivideva l’impronta culturale.

Noto per la genovesità nei modi, nel linguaggio, nello stile, nel lessico, che gli permetteva di connettere questo mondo di natura ed origine popolare col mondo della cultura, della dimensione politica della città. Ebbe frequenti contatti specialmente con l’allora sindaco Cerofolini e con tutti gli assessori alla cultura del momento.Era un trascinatore e purtroppo anche un accentratore; non coltivò discepoli ma tanti amici e ammiratori della sua opera, il suo era un ruolo forte che sentiva nel sangue.

Impossibile non trovare tracce delle sue ricerche e anche dopo la sua scomparsa continua ad influenzare con il suo stile e con i suoi studi gli attuali scrittori di storia locale.

Come riconoscimento della sua attività per l’incremento della Chiesa Cattolica, fu insignito nel 1980 dell’Ordine Pontificio di San Silvestro Papa su pratica istruita nel 1979 e avallata dal card. Giuseppe Siri e in tale veste fu nominato come membro della commissione dell’erigendo Museo Diocesano.

Anche per lui fu difficile coinvolgere le Confraternite se non in un ambiente dove vi era forte afflusso di popolo.Rimaneva difficile anche dar loro un senso di comune spiritualità, molti infatti contestavano questo suo richiamo alla preghiera piuttosto che allo sfarzo.

A pochi anni dalla sua scomparsa si è dato vita al Centro Studi intitolato al suo nome. Centro Studi che vuol fare dell’eclettismo del Casareto il punto di forza delle proprie ricerche.