Adam


L’appuntamento era da Bill. Fuori città. Bill non c’era. Era morto. Inutile aspettarlo. Sui morti non c’è da fare affidamento. Frank invece non tradiva. Si sarebbe fatto fregare anche stavolta. Quella era la sua parte. La vita insegna, per Frank era un detto che non valeva. Frank aveva portato con sé i soldi. Era in orario. Pensò a Marta. Doveva appena essere rientrata. Avrebbe letto il suo biglietto. Infuriata sarebbe andata da sua madre. Tutto poteva essere sistemato, ma non questa volta. Se Frank lo avesse saputo nulla sarebbe cambiato. Aprì la valigia. A questo punto tanto valeva non contarli. Quella era la somma massima che era riuscito a racimolare. Si guardò attorno. Le macchine sulla strada provinciale erano sempre meno frequenti. Lontano un latrato di un cane lo scosse. Poi vide arrivare la macchina di Adam. Scesero. Lei era lì con Adam. Un tempo lui e Adam erano come fratelli. Lo scambio si poteva fare. I soldi per lei. Ma la somma non era proprio quella, che si era messo in testa Frank? Pensava davvero che lui avrebbe chiuso un occhio? In nome di che? Era stato un errore pensarlo. E gli errori si pagano. Frank era lì per quello. Voleva farsi ammazzare, era patetico. Tutto per cosa. Nemmeno lui lo sapeva. Ma non c’era niente da quantificare. La bilancia pendeva solo da una parte. Marta non sospettava niente. In questo momento era arrabbiata, ma poi gliel’avrebbe perdonata. Frank era un problema per lei, un giorno lo avrebbe scaricato. Difficile dire quando.
Frank guardò negli occhi Vanessa. Poi abbassò il capo, era pronto. Adam stava già pensando chi gli sarebbe toccato smaltire, domani. C’era un programma da rispettare, altrimenti il capo…
Frank si tolse la cravatta. La camicia era fradicia di sudore. Non era disperato. Prima finiva e meglio era per tutti. Ma qualcosa non andò secondo le previsioni.
Chi lo avrebbe mai detto che i morti ritornano. Bill si era presentato all’appuntamento.
- Mi dispiace per il ritardo- disse ironico Bill.
- Figurati Bill- rispose Frank , che ormai con la testa era più di là che di qua.
- E’ tutto quello che sai dire al tuo vecchio amico Bill. Lo sai Frank cosa ho dovuto passare per essere qui oggi?-.
- No, ma puoi sempre raccontarmelo un’altra volta-.
- Eh no, Frank. Questo non puoi dirlo. Non ti rimane molto tempo- replicò Adam.
- Ma che dici Adam?- domandò Bill.
- Dico che il tuo amico voleva fregarmi-.
- Non dirmi che è una questione di soldi. Quanto ti deve?-.
- Altri seicento dollari-.
- Eccoli qua. Ora siamo a posto, vero Frank?- disse Bill.
- Eh no, amico?-.
- Cos’è, i soldi di un morto non ti convincono? Lo sai che io continuo a pagare regolarmente le tasse?-.
- Tu non puoi saltare fuori così e saldare i debiti di chiunque-.
- Frank è un mio amico. E poi non era quello che volevi?-.
- Si, ma se tutti pagano cosa gli racconto al capo?-.
- Raccontagli quello che vuoi. Ora io, Frank e Vanessa, se non le dispiace, andiamo a farci una birretta-.
- Che ne dite se vengo anch’io? Non capita tutti i giorni di scambiare quattro chicchere con un morto?-.
- Ehi amico mi hai preso per un fenomeno da baraccone?-.
- No, è solo che...-.
- E’ solo che io sono morto e mi trovi un caso interessante, vero?-.
- Vero-.
- Ehi che fai con quella roba?-.
- Scrivo quello che sta succedendo-.
- Non dirmi che sei uno scrittore?-.
- No. E’ solo un mio hobby. Ogni tanto prendo appunti su quello che mi capita-.
- Fa come vuoi, ma ometti quello che combineremo dopo che saremo usciti dal bar, altrimenti potrei non essere l’unico morto di questa storia-.

 

paolo

 

 

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