Autopresentazione
di Boris Vian
Sono nato, casualmente, il dieci marzo 1920 sulla porta di una
clinica ostetrica che era chiusa per uno sciopero contro il calo delle
nascite. Mia madre era rimasta incinta non ricordo se per via delle
opere o proprio per opera di Paul Claudel (da quel tempo non lo reggo
e non lo leggo), comunque la mamma era al tredicesimo mese e non poteva
certo aspettare il concordato. Un prete, un sant'uomo che passava di
lì, mi raccolse e immediatamente mi riposò: in effetti
pesavo un casino!! (è da allora che soffro della mia ben nota
aspersoriofobia). Fortunatamente una lupa affamata, che aveva appena
dato la luce a Pierre Hervé (ho, quindi, esattamente la sua stessa
età, cosa in perfetto accordo con le teorie di Einstein relative
alla simultaneità) la lupa mi prese sotto la sua protezione e
mi diede qualcosa da bere. Crescevo in forza e saggezza ma rimanevo
molto brutto benché adornato da un sistema pilifero discontinuo,
ma sempre molto, molto sviluppato. Infatti avevo la testa della Vittoria
di Samotracia. A sette anni, entrai alla Scuola Centrale e ne uscii
tre anni più tardi, nel 1942 completamente fuori di testa per
l'idrodinamica del corso del sig. Bergeron.
Certo allora non prevedevo che dodici anni dopo, nel 1946...
Ma non anticipiamo i fatti.
Nel 1938 cominciai a studiare la trombetta a rosolio e immediatamente
raggiunsi il livello di Armstrong, la mollai subito per non privare
il poveretto della pagnotta: a causa dei soliti pregiudizi razziali
ero avvantaggiato, la mia pigmentazione verde offriva un effetto piacevole.
Poi, tutt'a un tratto, la mia fisionomia prese a trasformarsi e mi misi
ad assomigliare a Boris Vian, da ciò il mio nome.
Senza entrare nei dettagli, vi segnalo che in un'epoca indeterminata
della mia vita sono stato tre anni e mezzo rinchiuso all'Associazione
Francese di Normalizzazione, distrutta, in seguito, da un incendio provocato
dalle cure di Jacques Lemarchand, nascosto tra due parentesi.
Raimond Queneau mi incontrò mentre pescavo con la lenza, sport
che per altro non pratico, e sedotto dal mio drive mi propose una battuta
di caccia. Cosa che feci. Il resto appartiene alla storia. Sono un metro
e ottantasei a piedi nudi e peso molto e metto al primo posto le opere
di Alfred Jarry, la fornicazione, Un Rude Hiver e la mia beneamata sposa.
Non dimentico, anche se vengono dopo: la musica di New Orleans, Duke
Ellington, Lana Turner, Ann Sheridan, le sinfonie del Commodoro W. Spotlight
per doppia campana e petroletta d'armonia, la pittura a olio che pratico
con felicità rara, i baffoni del mio venerato Jean Rostand. Le
ragazze dei Jazz-Club universitari (soprattutto quella bionda col vestito
verde... va beh, lasciamo stare). Mi piace anche il Two-Beat (e questa
non è un'allusione sessuale) e anche la Mere Chaput. Detesto
Paul Claudel (l'ho già detto, ma è piacevole ripeterlo
ed è per questo che non ho mai letto nulla di suo), aborrisco
anche le Grand Meaulnes, Alain (non mio fratello, che è un tipo
completamente fuori), Peguy, il violoncello jazz come lo suonano i francesi,
le opere di immaginazione, le bugie, gli apparecchi di piccolo formato,
Ivan il Terribile, Leonard Father, Edgar Jackson, Le Dictateur, Dumont
d'Urville (esagero. In fondo non me ne frega niente di lui). Odio anche:
Monseigneur Suhard e il papa. Barbotin, mi piace molto. Invece non mi
piace il davanti piatto (questo nelle donne), poi l'invidia e la merda
salvo quando son ben preparate. Inoltre sto cercando un appartamento
di cinque stanze con tutti i confort. Ho avuto una vita movimentata
ma sono pronto a ricominciare!!!
Boris Vian
Chi è Boris Vian?
Boris Vian è una persona istruita ed educata, viene fuori
dal Politecnico, hai detto niente, ma non è tutto:
Boris Vian ha suonato la cornetta come nessun altro, e ha contribuito
a rinnovare le Caves di Francia; ha difeso lo stile New Orleans, ma
non è tutto:
Boris Vian ha difeso anche il bebop, ma non è tutto:
Boris Vian ha affrontato la giustizia degli umani per aver scritto Sputerò
sulle vostre tombe, con il nome di Vernon Sullivan, ma non è
tutto:
Boris Vian ha scritto altre tre pseudoepigrafi, ma non è tutto:
Boris Vian ha tradotto dei veri scritti americani assolutamente autentici,
e anche con certe difficoltà linguistiche da non credersi, ma
non è tutto:
Boris Vian ha scritto un dramma teatrale, Lo squartamento per tutti,
che è stato recitato da attori veri su un palcoscenico vero,
però questo non gli ha impedito di darci dentro di brutto, ma
non è tutto:
Boris Vian è tra i fondatori di una delle società più
segrete di Parigi, il Club dei Sapienturieri, ma non è tutto:
Boris Vian ha scritto alcuni bei libri, strani e patetici, La schiuma
dei giorni, il più straziante fra i romanzi d'amore contemporanei:
Le formiche, il più termitante fra i racconti di guerra; L'autunno
a Pechino, opera difficile e sconosciuta, ma non è tutto:
Perché tutto questo non è ancora niente: Boris Vian si
prepara a diventare Boris Vian.
di Raymond Queneau
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