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Leonard
è un grintoso omosessuale di colore, Hap un bianco malinconico
e pacioso. Insieme formano una coppia di investigatori/avventurieri
al fulmicotone. Questa volta, per evitare a Leonard qualche
nottata di prigione dopo che ha dato fuoco alla casa dei vicini,
i due si mettono sulle piste dell'avvocato Florida Grange, attuale
compagna del capo della polizia ed ex ragazza di Hap. Florida
è scomparsa mentre stava cercando di scoprire la verità
sulla morte in prigione del figlio di un leggendario musicista
blues. Le tracce delta ragazza conducono a Grovetown, una cittadina
texana dove spadroneggia un gruppo legato al Ku-Klux-Klan, e
dove i due investigatori capiscono subito di non essere i benvenuti...
Un romanzo avvincente dalla prima all'ultima pagina, sorretto
da un'incredibile sequenza di irresistibili trovate e da uno
stile scoppiettante, che strappa di continuo nuove risate, senza
per, questo alleggerire la cupa tensione che fissa gli avvenimenti
in un incubo impossibile da dimenticare. Un capolavoro del noir
contemporaneo, made in Usa che è già un classico
internazionale.
***
l'inizio..
Quando arrivai da Leonard, la sera della vigilia
di Natale, sullo stereo di casa sua c'erano i Kentucky Headhunters
a tutto volume che cantavano the Ballad of Davy Crockett, e
Leonard, come per una sorta di celebrazione natalizia, stava
appiccando il fuoco ancora una volta alla casa accanto.
Mi auguravo che avesse smesso di farlo. La prima volta l'avevo
aiutato, la seconda volta l'aveva fatto per conto suo, e ora
eccomi presente alla terza, in macchina. Il tutto avrebbe avuto
un'aria dannatamente sospetta, quando fossero arrivati gli sbirri.
Qualcuno aveva già telefonato. Molto probabilmente erano
stati gli stronzi da dentro la casa. Lo sapevo perché
potevo sentire le sirene in lontananza.
Il ragazzo di Leonard, Raul, era sulla veranda, con le mani
conficcate nelle tasche dell'impermeabile, a osservare l'incendio
e il pestaggio che avvenivano poco distante; era agitatissimo,
come un predicatore metodista in visita che si e appena reso
conto che il capofamiglia si è pappato l'ultima coscia
di pollo fritto.
Infilai il furgoncino nel vialetto di Leonard, scesi, mi avvicinai
e mi fermai sulla veranda insieme a Raul. Faceva freddo, e il
respiro ci si condensava davanti alla bocca in sbuffi di vapore
biancastro. - Come e cominciata ? - domandai.
- Oh, merda, Hap, non ne ho idea. Devi fermarlo prima che portino
lui e il suo culo nero in gattabuia. -
***
frammenti..
Hanson disse: - Ma ci credete? Due orsi che fottono proprio
lì alla televisione ?
Eravamo a casa di Hanson a guardare lo special del National
Geographic. Hanson e Charlie stavano bevendo un sacco di birra.
Leonard se ne stava cullando una tra le mani, e io mi stavo
bevendo una Sharp's analcolica. Avevo smesso di bere perché
pensavo che fosse stupido e costoso e non molto salutare.
La birra, comunque, non urtava la sensibilità di Hanson
e Charlie.
- Ma davvero, Marve, amico mio, - disse Charlie. - Quegli orsi
non sono nemmeno sul set, te lo dico io. Quella scopata tra
orsi è registrata su videocassetta o qualcosa del genere.
Poi 'sti tizi la riproducono così noi possiamo vedercela.
Vedi quegli alberi ? Quell'erba ? Dietro i due innamorati è
primavera. Ciò significa che quegli orsi possono essersi
fatta la loro scopata uno o due anni fa. In qualsiasi momento,
capisci?
Hanson non gli stava prestando attenzione. Si versò un
altro drink dalla sua lattina di Schilz e disse: - Ma riesci
a credere a 'sta merda ? Quand'ero ragazzino, non avrebbero
fatto vedere nemmeno due cani che se ne stavano uno dietro l'altro
per paura che tu potessi anche solo pensare che quello dietro
avesse intenzione di montarsi quello davanti. E adesso, proprio
qui, di fronte a Dio e a tutti quanti, due orsi che ballano
il mambo.
- E l'angolatura di ripresa è pure sexy, in qualche modo,
- disse Charlie. - L'unica cosa che ci stiamo perdendo, qui,
è un diagramma che ci mostri l'interno del culo della
ragazza orsa, così potremmo vedere il cazzo di ragazzo-orso
gonfiarsi nodoso. Lo fanno anche loro, credo. Come i cani.
Non essendo esperti di cazzi di orsi, non ci azzardammo a rispondere.
Non volevamo fare la figura degli stupidi.
Gli orsi dello special finirono il mambo, come l'aveva chiamato
Hanson. Nessuno dei due si accese una sigaretta, ma sembravano
entrambi largamente appagati. La telecamera si dedicò
a un tipo vestito in kaki. Stava camminando, e intanto parlava
di orsi. A un certo punto, nel bosco si imbattè in una
pila di merda di orso e a vederlo si poteva pensare che avesse
trovato un bigliettone da cinquanta dollari. Rimescolò
un po' la merda con un bastoncino e ci raccontò per filo
e per segno della salute dell'orso che l'aveva lasciata. In
effetti, ci disse tutto, di quell'orso, tranne il gruppo sanguigno
e la misura del cappello. Ero davvero impressionato. Sapevo
come seguire le tracce nei boschi, conoscevo la maggior parte
delle specie di alberi e di arbusti ed ero in grado di dire
qualcosa di sensato sui roditori basandomi sulle loro feci,
sempre ammesso che sentissi in me l'urgenza irrefrenabile di
rimestare nella loro merda con un bastoncino. Ma quel tizio
era davvero notevole. Non aveva fatto altro che guardare un
mucchietto di merda d'orso, a mio giudizio, ma ecco che ci vedeva
dentro tutte quelle cose.
Mi chiesi se si doveva andare all'università per imparare
tutta quella roba sulla merda degli orsi.
Il programma non era niente male, ma devo ammettere che a un
certo punto mi sono rotto. Credo fermamente che la lettura della
merda d’orso sia pressoché il limite massimo del
mio interesse nei confronti degli orsi in generale, e inoltre
mi sentivo a disagio a casa di Hanson. Avevo paura che Florida
potesse entrare da un momento all'altro. Era già abbastanza
brutto che lì ci fossero così tante cose che me
la ricordassero.
Non si trattava di qualcosa di specifico; era l'aspetto generale
della casa. Non ero mai stato a casa di Hanson, prima di quella
sera. Per lo più passavamo i nostri momenti insieme a
insultarci alla stazione di polizia o in qualche pessimo fast
food, ma comunque era chiaro che il c'era sotto la mano di una
donna. E non si trattava della madre di Hanson.
Florida poteva ancora avere il suo appartamento, poteva anche
non abitare lì tutto il tempo, ma a giudicare dall'albero
di Natale riccamente decorato al modo in cui gli oggetti erano
disposti sugli scaffali, la casa parlava di lei almeno quanto
lo faceva Hanson.
E poi c'erano piccoli indizi un po' ovunque. Tanto per cominciare,
dubitavo seriamente che i libri sulla aerobica e su come fare
l'amore con un uomo fossero di Hanson, anche se su certe cose
non si può mai essere sicuri.
Mi resi conto, però, che la zona intorno alla poltrona
di Hanson assomigliava alla discarica cittadina, solo un po'
meno organizzata. Era costellata di mozziconi di sigaro, cenere,
involucri di cene precotte e lattine di birra. Quando eravamo
entrati, passando dalla cucina, mi ero accorto, mentre mi toglievo
dai piedi con un calcio un sacchetto di plastica pieno di sedano
marcio, che la casa sembrava essere stata appena devastata da
un tornado. Quello che so è che io non tengo una padella
unta piena di uova strapazzate capovolta sul pavimento, nè
lascio aperto lo sportello del frigorifero quando sono fuori
di casa. E quasi tutti sono d'accordo nel ritenere il pavimento
il posto sbagliato per il sedano.
Cercai di non permettere a idee vecchio-stile sulle donne e
sulle cucine di entrarmi nei pensieri, ma non ci fu nulla da
fare. Conoscevo Florida. Non era il tipo della casalinga classica,
non più di quanto non fosse il classico tipo da movimento
di liberazione della donna, ma non avrebbe mai permesso all'appartamento
di ridursi in quello stato.
***
- Sai, - disse, - è un po' strano non
avere Raul intorno. Mi abituerò.
- Mi dispiace, amico.
- Anche a me. Adesso che ci penso, riconosco di essere stato
un po' una testa di cazzo.
- E’ veramente difficile da immaginare.
- Vero? Come fai ad andare d'accordo con me?
- Forse perché tu vai d'accordo con me.
- La cosa che mi sconcerta è come facevamo a essere così
intimi e non riuscire lo stesso a mettere insieme una relazione
come si deve. Tu e io ne abbiamo passate di tutti i colori,
insieme. Siamo stati incazzati l'uno con l'altro. Ci siamo messi
nella merda a vicenda... No, ora che ci penso, sei sempre tu
che mi metti nella merda.
- Probabilmente hai ragione, - dissi.
- Però eccoci qui, due uomini, amici, uno normale e uno
gay, e stiamo meglio insieme tra di noi di quanto ci capita
con i partner sessuali che ci scegliamo.
- Forse è proprio il sesso che fa andare male le cose.
Non appena cominci a ballare il mambo dei due orsi, come quei
bestioni in quel documentario, tutto va a puttane.
- Non so, a me quegli orsi sembravano decisamente felici.
- Si, ma in natura funziona che l’orso maschio riempie
l'orsa femmina di sperma e poi se ne va, lasciando l'orsa ad
allevarsi gli orsetti da sola.
- Non è mica carino.
- No, non lo è.
- Un piccolo segreto, Hap. Quando due uomini scopano, nessuno
dei due rimane incinto.
- Quello che voglio dire è che il sesso, in un modo o
nell'altro, complica le cose. Non so come, ma in un modo o nell'altro
è sempre lo stronzo nello stufato.
- Quindi vuoi arrenderti
- Potrei anche non avere scelta, visto come stanno andando le
cose, ma no, non voglio arrendermi. E’ passato così
tanto tempo, per me, adesso, che se l'orsa di quello special
del National Geographic avesse lo sguardo giusto negli occhi,
me la monterei.
- Quindi, a parte l'aver determinato che ti scoperesti un orso,
non siamo più vicini a risolvere il mistero delle relazioni
umane e animali di quanto non lo fossimo cinque minuti fa.
- Forse la nostra amicizia funziona bene perché, quando
mi sono stancato delle tue stronzate, me ne vado a casa finché
non mi è passata. Non mi sento obbligato a stare con
te, e non ho la sensazione di averti abbandonato se me ne vado
a casa. Non ho interessi sessuali nei tuoi confronti.
- La cosa è davvero difficile da credere, essendo quello
straordinario campione di virilità gay che sono.
- Lo so, ma è vero. E so anche che se io e te domani
prendiamo due strade diverse, non ci saranno problemi. Sarai
sempre lì, se avrò bisogno di te.
- Lo sai, Hap, che non mi hai mai mandato un biglietto per San
Valentino?
- Vai a farti fottere.
C'era veramente ben poco da fare per il resto
della giornata ed ero molto stanco, per la notte precedente,
così andai in camera da letto, presi possesso delle due
coperte che restavano e mi distesi, ma l'odore di piscia di
cane era troppo forte. Voltai il materasso e lì ecco
una traccia di Chanel numero 5.
Florida.
La mia testa si riempì di lei. Morbida e scura e intelligente
e sexy. Ci mancò poco che rimpiangessi l'altro lato del
materasso. Rimasi lì sdraiato con le coperte addosso,
un cuscino sottile sotto la testa, e guardai il soffitto in
cerca di macchie di umidità, ascoltando Leonard che nell'altra
stanza canticchiava i Grandi Successi Del Country. Lo faceva,
a volte, quando non riusciva a dormire: canticchiava delle canzoni.
Forse era per quello che Raul l'aveva lasciato. Quello, e la
sua assoluta mancanza di rispetto per L'isola di Gilligan.
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