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E’
la storia di chiara ispirazione autobiografica dell’amicizia
tra due giovani aspiranti scrittori, Ralph Crawford e Jim Stark,
(ovvero Carver e Kinder) nella California degli anni settanta.
Sopravvivendo a povertà, sbronze colosali, bollette da
pagare, assegni scoperti, piatti e insulti che volano, i due
passano da un bar all’altro, scappano, si ritrovano, s’innamorano.
Ralph tradisce la moglie Alice Ann con Lindsay; Jim tradisce
Ralph sposandosi con Lindsay, e lasciando la prima moglie che
a sua volta lo tradiva; anche Alice Ann tradirà Ralph,
senza però smettere di amarlo e aiutarlo.
***
l'inizio...
Ralph
e Alice Ann erano poco più che ragazzi e ancora immuni
dal catastrofismo degli adulti quando s’incontrarono per
la prima volta, s’innamorarono perdutamente e si sposarono
, usando la gravidanza imminente come semplice scusa.
Ralph aveva diciotto anni, era fresco di liceo, lavorava in
una segheria e metteva da parte i soldi per il college, quando
una sera d’estate , dopo aver passato il pomeriggio a
girare in macchina e bere birra, a lui e ai suoi amici venne
voglia di fermarsi al parco dei dinosauri. Rimasero per un po’
nel parcheggio ghiaioso, seduti nella vecchia Ford sgangherata
di Ralph a tracannare birra e a inventarsi storie di ragazze.
Tra una sorsata e l’altra, Ralph alzò gli occhi
sul muso blu di un brontosauro, che incombeva da sopra gli alberi
come una strana luna appena sorta e lo guardava con impenetrabili
occhi gialli.
frammenti
Ciò
che Lindsay temeva di più era diventare un personaggio,
la moglie, della raccolta di racconti di qualcuno, imbottigliata
nella finzione narrativa. Dio ti prego, basta con gli inizi
pieni di speranze, con le crisi, con gli atterraggi di emergenza.
Dio ti prego, basta con i melodrammi in tre atti del cazzo.
***
Da
Duffy si veniva trattati come uomini bianchi, avrebbe assicurato
Ralph ad Alice Ann. Non come nei posti dove era stato in passato.
Da Duffy si veniva chiamati pazienti e c’era sempre a
disposizione un’infermiera in uniforme bianca. Da Duffy
ti facevano smettere di bere un po’ alla volta. Il primo
giorno ti davano qualcosa di forte ogni ora di veglia, il secondo
giorno invece ogni tre ore. Li chiamavano “ goccetti”
. poi, però, più niente. Alla fine ti lasciavano
come un disperato senza niente da bere, ma in quel modo si evitavano
probabilmente le convulsioni, avrebbe detto Ralph ad Alice Ann
per rassicurarla. Le convulsioni erano la paura più grande
di tutte per Ralph. La notte rimaneva sveglio, madido di sudore,
digrignando i denti, in attesa che arrivasse il peggio. Il minimo
formicolio, il più piccolo tic nella spalla, oppure nel
collo, lo facevano irrigidire dal rimpianto. Ciò che
Ralph temeva più di ogni altra cosa era morire della
stessa morte di suo padre, a cui Ralph aveva voluto così
bene, un ubriacone che era affogato nel suo stesso vomito.
***
La
prima cosa che fece Jim il mattino seguente fu versarsi un dito
di Jack Daniel’s in un bicchiere torbido e ingoiare con
un sorso deciso mezzo acido. Jim non si lavò neanche
i denti. Ora che non era più nella sua città Jim
poteva farlo impunemente. Poteva lasciarsi marcire i denti e
friggersi il cervello come voleva, ora, senza avere nessuno
intorno che gli dicesse cosa fare e cosa non fare. Jim avvicinò
una sedia alla finestra e sistemò i piedi sul davanzale.
Si accese uno spinello bello grosso e cominciò a tirare
boccate come un magnate dal suo sigaro. Sentì subito
la magica luce dei bei tempi andati. Gli scivolò addosso
come fosse acqua.
***
Jim
era tornato a insegnare a Stanford in autunno, dopo un’estate
di incredibili alti e bassi emotivi con Lindsay, ma ne era perdutamente
innamorato, e non era stato tanto a guardare la stanza buia
e scadente che aveva dovuto affittare in un residence nel centro
di Palo Alto, con un televisore a quindici pollici e un solo
canale che trasmetteva immagini sfocate in bianco e nero, e
il cesso di bagno in fondo al corridoio che doveva dividere
con tre pazienti esterni del Veteran’s Administration
Hospital. Jim non era stato tanto a pensare al chop suey scadente
del Seven Seas Cafè che gli toccava mangiare, oppure
alle file interminabili lungo le quali si trascinava insieme
ad anziani in pensione per il misterioso polpettone di qualche
tavola calda.
***
Grazie
a Dio è venerdì, pensa Lindsay mentre inizia la
giornata dando di stomaco in bagno per una buona mezz’ora,
cosa di cui come al solito Jim non si accorge o si rifiuta di
prendere atto. Poi telefona Shorty per proporre un itinerario
a quanto pare interessante che consiste in una giornata intera
di divertimento in attività criminali da condividere
con il suo fratello di sangue Jim, il che significa che per
l’intera giornata Lindsay avrà il piacere di aspettarsi
da un momento all’altro una chiamata della polizia che
le dice di andare a riprendersi quel teppistello del marito.
***
La
radio era un regalo di qualche Natale prima. A Ralph quell’affare
non era mai piaciuto. Non aveva mai funzionato a dovere fin
dal primo giorno. Quella radio non era amica di Ralph. Non aveva
portato alcun conforto nella sua vita. il suono si alzava e
si abbassava a caso, il sintonizzatore vagava per tutto lo spettro
delle frequenze come dotato di mente propria, le stazioni si
sovrapponevano assurdamente con altre stazioni tra gli acuti
delle interferenze; la sveglia si spegneva quando ne aveva voglia.
Le notizie che quella radio aveva portato nella vita di Ralph
erano notizie di cui non aveva bisogno, notizie di aereei che
cadevano dal cielo, di famiglie morte carbonizzate in incendi
inspiegabili, di massacri in agguato, notizie che gli filtravano
nel cervello addormentato mentre si rigirava nella corrente
già tormentata dei suoi brutti sogni e lo lasciavano
allo spuntare del giorno pieno di una angoscia persistente.
***
Mi
dispiace doverlo dire, vecchio Jim, disse Ralph , ma sto per
svenire dalla fame. Che hai preso per cena, vecchio?
Qualcosa di schifosamente veloce, spero.
Schifosamente veloce e schifosamente americano, disse Jim. –
Hot dog.
Hot dog! , esclamò Ralph. – Adoro gli hot dog.
Portami alla partita, è il mio motto. Comprami le noccioline,
i pop- corn e gli hot dog. Gli hot dog sono la cura migliore
per uno che abbia la tremarella. Ehi, vecchio Jim, non è
che per caso hai preso anche dell’alcol?
la fine...
Quello
a cui Jjm aveva pensato mentre guardava sua moglie togliere
le erbacce da qui fiori azzurri era se Alice Ann non avesse
forse avuto ragione fin dall’inizio quando diceva che
le loro vite erano indissolubilmente legate da una qualche assurda
congiuntura karmica. E in quella zuppa senza età di semi
e antiche uova avevano di sicuro condiviso innumerevoli incarnazioni
infarcite di voluttà, amore e abbandono. E così
forse potevano tutti continuare a intrattenere la speranza che
davvero, in altre vite, avrebbero avuto altre occasioni per
fare meglio l’uno con l’altro.
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