"Coffee and cigarettes" Intervista al regista Jim Jarmusch
... di Teresa Lavanga
da
www.filmup.com

Come è stata concepita la struttura di questo film che unisce materiali girati qualche anno fa con materiali nuovi?
Ho dato il via a questo progetto nel 1986, con il corto in cui recita Benigni, poi ne ho girati altri fino ad arrivare ai più recenti, quelli con Cate Blanchett e Alfred Molina. Tutto il materiale aveva un filo conduttore, quello del caffè e delle sigarette, così ho deciso metterlo insieme. Il risultato è stata un'opera composta da tante piccole novelle, un lungometraggio camuffato da corto, o viceversa.

In ogni episodio torna la metafora degli scacchi, c'è un significato particolare?
Nessun mistero recondito, volevamo un design minimalista e un tema visivo da poter ripetere. Gli scacchi erano visivamente molto semplici e facilmente riproducibili.

Da cosa le deriva il fascino per lo scienziato NicolasTesla, più volte citato nel film?
Tesla mi affascina da tanto tempo. Ho sempre creduto che le sue invenzioni fossero davvero utili e innovative. Se avessimo usato di più le sue scoperte piuttosto che quelle di Einstein, avremmo avuto un mondo più interessante e sicuramente diverso, con energia pulita e gratis per tutti.

Ha intenzione di fare altri corti sul tema di "Coffee and Cigarettes"?
Si, ho già in mente altre storie e altri personaggi, ma credo che dovrò aspettare almeno 12 anni avere il materiale che mi serve per un altro lungometraggio!

Come sceglie gli attori?
Spesso scrivo pensando già a chi interpreterà la parte, l'attore e il personaggio sono quasi un tutt'uno nella mia immaginazione.

Perchè non dirige un lungometraggio da tanto tempo?
Scrivo sempre, evidentemente le mie storie si adattano poco ad un lungometraggio. Comunque a breve ne dovrei girare uno. Non ho grandi ambizioni, per me è importante il tempo che passa fra un film e un altro, perchè è in quel periodo che trovo l'ispirazione. Io credo fermamente in questa legge: "Non c'è input senza output" nel senso che c'è bisogno di un periodo di pausa per produrre.

Perchè sceglie di usare spesso il bianco e nero?
Ho usato il biano e nero per il primo espisodio di questo film, poi ho deciso di continuare per dare a tutti i corti lo stesso stile e lo stesso impatto visivo. Ho usato la stessa posizione della cinepresa, ho cercato di dare coerenza e consistenza a tutto il lavoro. Poi adoro il bianco e nero, trovo che sia un modo per dare allo spettatore meno infomazioni inutili: il mio fine è quello di dare un'informazione essenziale.

Come mai Cate Blanchett recita due ruoli totalmente diversi nello stesso episodio?
Ho sempre ammirato le capacità camaleontiche di Cate Blanchett. Più volte mi è capitato di andare a vedere un film solo perchè c'era lei. Mi piace questo doppio ruolo che recita, e anche se non abbiamo potuto improvvisare a causa del particolare tipo di fotografia che utilizzavamo, lei è riuscita a mimetizzarsi talmente tanto nei due personaggi da risultare irriconoscibile.

Ogni episodio del film è caratterizzato da una musica particolare. La sceglie in fase di montaggio o ce l'ha già in mente metre gira?
Di solito l'aggiungo dopo. Cerco però di tener conto delle atmosfere delle varie situazioni. Ho usato musiche di diverso genere e stile a seconda degli episodi, passando da musiche totalmente strumentali, al jazz, alla musica degli anni '60. Ho scelto ciò che mi permetteva di ampliare le atmosfere e i personaggi, a volte eclettici, che raccontavo.

Lavorerà ancora con Iggy Pop e Cate Blanchett?
Non ho ancora piani specifici, e siccome sono scaramantico non parlo mai dei miei progetti futuri, ma mi piacerebbe lavorare ancora con loro.

Crede che sia difficile distribuire un film in bianco e nero?
I meri discorsi commerciali non mi hanno mai interessato, io mi interesso delle varie forme d'arte cinematografica. In Italia il film sarà distribuito dalla BIM, e non credo ci saranno problemi, anche se quella di ieri sera era una prima mondiale e quindi non possiamo sapere come verrà accolto in altri paesi.

Da dove viene la sua ispirazione?
Non credo di poter rispondere a questa domanda. E' come chiedere da dove viene la musica. Credo che l'ispirazione venga dalle situazioni capaci di commuovere, di far ridere, dalla vita stessa. Credo che venga dal mio interesse nel sentire le conversazioni in un ristorante, nell'origliare i dialoghi fra le persone. Mi piace osservare i dettagli della natura umana, le quisquiglie della vita. La pausa caffè è una delle parti meno drammatiche della giornata di ognuno, un momento che mi consente di esplorare ciò che succede fra le persone, i malintesi, la cattiva comunicazione, le preoccupazioni e le piccole gioie di ogni giorno.

Il film vuole essere un atto di difesa nei confronti dei fumatori tanto bistrattati in America?
Io credo che alla gente piaccia stare insieme, parlare e spesso usa droghe per rilassarsi. La nicotina e la caffeina sono droghe potenti forse più di altre che vengono normalmente considerate illegali. La gente usa queste sostanze per i motivi più disparati, per rilassarsi, per nascondersi, per dimenticare. In alcune culture, come quella degli indiani d'America, la nicotina è sacra. Io però non giudico nè chi ne fa uso, nè i personaggi del film. Non prendo posizione.

Crede che il risultato finale del film sia una carrellata su come sia cambiato il modo di interagire degli uomini?
Penso l'opposto. Le cose non cambiano, non ho intenzione di fare una cronaca del cambiamento. Da sempre l'uomo si siede intorno ad un tavolo per parlare con i suoi simili. Questo film parla piuttosto della consistenza e della sostanza della natura umana.

Molti dei personaggi interpretano sè stessi, è stato difficilefar conciliare la vera natura di un attore con quella del personaggio?
Ho costruito la sceneggiatura prendendo in considerazione i singoli attori. Ognuno di loro interpreta sè stesso e l'astrazione di sè stesso. Sullo schermo portano le loro qualità, anche se esagerate. In questo però si sono divertiti, in fondo sono tutte persone dotate di un notevole senso dell'umorismo.

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