Chi ama
raccogliere conchiglie, e raccoglierle personalmente, non può
sottrarsi al fascino non solo di quegli oggetti, ma anche dell'ambiente
dal quale essi provengono, e nel quale si sono formati e sono
rimasti a lungo prima di arrivare in qualche asettica scatola o
qualche lindo scaffale. Ma il mare che le ha generate non è
ordinato come una raccolta sistematica, ed anzi fra le turbolenze
dell'acqua, le pieghe della sabbia, le cavità della roccia,
insieme a miliardi di esseri viventi dalle forme più impensabili,
permette di trovare, oltre che conchiglie d'ogni specie alla
rinfusa, numerosi altri nicchi che possono essere conservati
altrettanto bene, e molte volte sono ugualmente fascinosi. I
molluschi infatti non sono per nulla l'unica categoria di animali
che lasci un esoscheletro come solida e duratura spoglia; molti
altri gruppi lo fanno, e in diversi casi questi resti sono
notevoli per dimensioni, colori, forme. Essi testimoniano inoltre
la ricchezza e la vitalità del loro ambiente e, giungendo fino a
noi grazie alla loro resistenza, aiutano a scoprirne gli abitanti
e conoscerne meglio i meccanismi ecologici. Purtroppo, se è
abbastanza facile trovare pubblicazioni e notizie sulle
conchiglie dei molluschi, è invece difficile reperire
informazioni per formare un quadro anche generale che permetta di
definire con uguale scientificità questi altri reperti: spesso
chi si appassiona alle une tralascia del tutto gli altri, e,
anche se per curiosità ne raccoglie e ne conserva, nella sua
conoscenza li confina comunque in un misterioso e poco definito
insieme di "altri oggetti marini".
Per queste ragioni abbiamo ritenuto di debordare dall'argomento a
cui è intitolato il sito, cioè le conchiglie, e, pur rimanendo
nell'ambito veneziano, presentare gli echinidi dei nostri
litorali. Si tratta di una classe dal dermascheletro vistoso che
non può mancare di incuriosire chi vi si imbatta.