tratto da pag 197 a pag 228 di "le cinque
giornate di Fiume", Giuseppe Moscati, 2a ed, 1931.
(Il testo completo si puo' leggere su http://www.geocities.com/CapitolHill/8972/fiume.htm )
"la carta del Carnaro", Testo della Costituzione di Fiume promulgata da
Gabriele d'Annunzio l'8 settembre 1920:
Della Perpetua volonta' popolare.
Fiume, libero comune italico da secoli, pel voto unanime dei cittadini e
per la voce legittima del Consiglio nazionale, dichiaro' la sua dedizione
piena e intiera alla madre patria, il 30 ottobre 1918.
Il suo diritto è triplice, come l'armatura impenetrabile del
mito romano.
Fiume è l'estrema custode italica delle Giulie, è l'estrema
rocca della cultura latina, è l'ultima portatrice del segno dantesco.
Per lei, di secolo in secolo, di vicenda in vicenda, di lotta in lotta, di
passione in passione, si serbò, italiano il carnaro di dante. Da lei si
irragggiarono e s'irrraggiano gli spiriti della italianità per le
coste e per le isole, da Volosca a Laurana, da Moschiena ad Albona, da Veglia
a Lussino, da Cherso ad Arbe.
E questo è il suo diritto storico.
Fiume, come già l'originaria Tarsatica, posta contro la testata
australe del Vallo liburnico, sorge e si stende in qua dalle Giulie. È
pienamente compresa entro quel cerchio che la tradizione, la storia e la
scienza confermano confine sacro d'Italia.
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Dei fondamenti
I. - Il popolo sovrano di Fiume ...
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Dei cittadini
XV. - Hanno grado e titolo di cittadini nella reggenza:
tutti i cittadini presentemente noverati nella libera città di Fiume
tutti i cittadini appartenenti alle altre comunità, che chiedano di
far parte del nuovo Stato e ne siano accolti
tutti coloro che per pubblico decreto del popolo sieno di cittadinanza privilegiati
tutti coloro che, avendo chiesto la cittadinanza legale, l'abbiano per
decreto ottenuta.
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Delle corporazioni
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Dei comuni
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Del potere legislativo
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Del potere esecutivo
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Del potere giudiziario
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Del comandante
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Della difesa nazionale
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Dell'istruzione pubblica
L. - Per ogni gente di nobile origine la cultura è la più
luminosa delle armi lunghe.
Per la gente adriatica, di secolo in secolo costretta a una lotta senza
tregua contro l'usurpatore incolto, essa è più che un'arme:
è una potenza indomabile come il diritto e come la fede.
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Qui si forma l'uomo libero.
E qui si prepara il regno dello spirito, pur nello sforzo del lavoro e
nell'acredine del traffico.
Per ciò la Reggenza italiana del Carnaro, pone alla sommità
delle sue leggi la cultura del popolo; fonda sul patrimonio della grande cultura
latina il suo patrimonio.
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