Esistono oggi due biografie di Carlo Cesi, una del 1736 del Pascoli e un'altra recente scritta da V. Di Flavio, A. Di Nicola, P. Ferraris, A Vannugli, del 1987, su ordinazione del Comune di Antrodoco " Carlo Cesi pittore e incisore del '600 tra ambiente cortonesco e classicismo marattiano 1622 - 1682". E' a quest'ultima edizione che ci si attiene in quanto è la più scientifica e la più riconosciuta a livello artistico.

Cenni biografici

Carlo Cesi nacque ad Antrodoco il 17 Aprile 1622 da Francesco Cesi originario di Todi anch'esso ad Antrodoco nel 1595, e Caterina Salvatucci di Terni. Il nonno di Carlo Cesi era Notaio in Antrodoco e si chiamava Panfilo. Francesco visse ad Antrodoco per diverso  tempo facendo anche l'orafo prima di trasferirsi a Rieti. In questa città viveva il fratello di Francesco, il Reverendo Don Giovanni Battista Cesi che era già stato canonico ad Antrodoco. A Rieti Francesco seguitò la sua arte di pittore e di orafo. Qui vi era la chiesa di San Giovinale che era divenuta sede della Confraternita della Misericordia che nella primavera del 1631 venne deciso di rimaneggiare. L'incarico fu dato a Lattanzio Niccoli e Francesco Cesi. L'opera di pittura soddisfece i confratelli della Misericordia che fecero i complimenti per iscritto ai due artisti come risulta da una lettera datata 24 settembre 1634. In Rieti la famiglia Cesi si arricchì di numerosa prole, Carlo il secondo di ben otto figli. Lui e Lorenzo erano nati ad Antrodoco, gli altri nacquero a Rieti; c'era Antonio, Onofrio, Giovan Battista Valeriano, Girolama, Cecilia, Livia. Il fratello di Carlo Cesi, Antonio, divenne anch'esso pittore. Non ci è chiaro quando morì il padre, Francesco, probabilmente tra il novembre del 1644 e il settembre del 1645 e fu soltanto allora che Carlo si trasferì a Roma seguendo l'amico Lattanzio Niccoli che nel frattempo era diventato assistente agli studi presso l'Accademia di San Luca. E' a Roma, quindi, che completerà la sua formazione artistica diventando uno dei più fedeli allievi di Pietro da Cortona. Tra le svariate opere da lui create vale la pena ricordare un affresco fatto intorno all'anno 1653 raffigurante il Giudizio di Salomone, situato nella galleria Alessandro VII diventata oggi Sala degli Ambasciatori, che si trova dentro il Palazzo del Quirinale in Roma. Fu un grande incisore e pubblicò in quegli anni una serie di incisioni con il titolo " Galleria nel Palazzo Farnese in Roma dipinta da Annibale Carracci"; l'edizione è conservata nel gabinetto delle stampe in Roma. In men che non si dica, divenne uno degli incisori più famosi del suo tempo. Nel suo studio di Roma era frequente incontrare grandi artisti dove inevitabilmente si finiva per fare accademia ed era un divertimento anche assistervi. Un'altra grande opera di Cesi come incisore che lo ha reso famoso, e pubblicata postuma a Roma nel 1692 è relativa agli affreschi di Guido Reni che raffigurano dieci coppie di putti. Per quanto riguarda la sua arte pittorica è possibile vedere la Trinità, l'Immacolata e San Dionigi presso l'Accademia di Francia a Roma. Altra opera è lo sposalizio mistico di Santa Caterina nella Cappella Cesi, nella basilica di Santa Maria Maggiore. Dello stesso periodo è anche la Sacra Famiglia e Sant'Anna, nella Cappella Cesi in Santa Maria della Pace sempre a Roma. Il Cesi fu Camerlengo dell'arte dei pittori fino al 1670; poi venne eletto Principe dell'Accademia di San Luca presso al quale si conserva un folto gruppo di disegni anatomici e di architettura. Alcune opere sono anche nel Museo Civico di Rieti e nel suo paese nativo, Antrodoco, dove è possibile osservare il "Miracolo di un Santo domenicano" presso il Museo Civico che porta il suo nome e quello di un altro grande pittore: Lin Delija. Morì in Rieti il 6 gennaio del 1682 lasciando eredi i suoi fratelli minori Antonio e Onofrio e i funerali vennero svolti nella chiesa di S. Giovanni in Fonte.

 

 

 

Si ringrazia la fondazione della Confraternita di Misericordia di Antrodoco per la gentile concessione del testo e delle foto.